Il cognome è un optional. Basta dire Naomi o Venere Nera, e l’universo intero sa di chi stai parlando. Cioè di colei che ha all’attivo ben 500 copertine di riviste, che ha ispirato una generazione di top model, normalizzato la bellezza black nella moda e sostenuto tanti talenti. E che sarà protagonista di una mostra al Victoria & Albert Museum di Londra, inaugurazione il 22 giugno 2024, la prima in assoluto dedicata a una modella. Certo, non una qualsiasi, ma Naomi Campbell: londinese, classe 1970, segno zodiacale Gemelli, leggenda delle passerelle, musa dei più grandi designer e, ancora oggi, icona dell’immaginario collettivo. La sua carriera va avanti imperterrita da quasi 40 anni (con un fatturato stimato, solo per il 2023, intorno agli 80 milioni di euro). La vedi sfilare con un tubino guêpière di Dolce & Gabbana all’ultima Fashion Week di Milano, mentre debutta come designer a New York in collaborazione con il brand Pretty Little Things, chiude show memorabili, compare nella docuserie The Super Models (su Apple TV+) e fa la mamma di due bambini sui quali mantiene un riserbo inespugnabile, e pensi che il tempo per questa 53enne non sia mai passato, che l’energia che la animava quattro decadi fa sia ancora tutta lì.

Naomi Campbell, una vita in mostra

La mostra racconterà una lunga e scintillante carriera attraverso 100 abiti unici, appartenenti all’infinito (e invidiato) guardaroba della Campbell o prestati dagli archivi dei titani della moda, da Chanel ad Alexander McQueen, da Azzedine Alaïa (che lei chiamava “papà”) a Gianni (suo grande amico) e Donatella Versace, da Jean Paul Gaultier a Karl Lagerfeld, Vivienne Westwood, Yves Saint Laurent… Il direttore uscente di Vogue Uk, Edward Enninful, ha curato l’installazione fotografica che affianca agli abiti gli scatti realizzati dai maestri dell’obiettivo come Peter Lindbergh, Steven Meisel, Tim Walker, per lasciarsi ammaliare dalla speciale alchimia che Naomi ha sempre avuto con i fotografi. Sui capi selezionati regna il più fitto mistero. Sonnet Stanfill, la curatrice della mostra, ha confermato solo la presenza dell’abito rosa di piume di struzzo e pizzo di Valentino sfoggiato al Met Gala del 2019. E sappiamo per certo che una teca ospiterà le platform della collezione autunno/inverno 1993 di Vivienne Westwood, quelle con i tacchi mirabolanti dai quali Naomi perse l’equilibrio e cadde in passerella, ridendo. La mostra non ospiterà solo abiti che hanno fatto la storia della moda contemporanea, ma i tanti pezzi di un puzzle che raccontano una vita e una carriera eccezionali e i tanti istanti memorabili che la Campbell ci ha regalato.

Naomi, regina del glamour e mente creativa

Del resto, nessuna come lei sa far parlare ciò che indossa. La sua storia inizia in un pomeriggio d’aprile a Covent Garden. Naomi ha 15 anni, è in giro per Londra con le amiche, indossa l’uniforme della Italia Conti Academy. Studia danza, passione tramandata dalla madre Valerie, ballerina giamaicana e suo modello di grazia e stile: la ragazza passa ore a imitarne l’elegante camminata, preludio dei suoi futuri passi. Le premesse ci sono tutte: se ne accorge Beth Bold della Synchro Model Management, che la ferma e le offre di fare la modella. Da quel momento la sua carriera decolla, fino a farla entrare nell’Olimpo delle supertop. Ma a Naomi non basta essere la regina del glamour e del modeling: diventa un’attivista, una mente creativa, una delle personalità più influenti della cultura contemporanea.

Da modella a diva

La retrospettiva si focalizza sulla rivoluzione culturale attuata da Naomi e dalle modelle di quel periodo d’oro. Non è un caso se la cover scattata da Lindbergh per il numero di gennaio 1990 di Vogue Uk (ricreata lo scorso settembre con le stesse top, ma in versione agée) sia entrata nella storia: celebrava le Fab Five (Naomi, Christy Turlington, Linda Evangelista, Cindy Crawford, Tatjana Patitz) ed è considerata lo spartiacque di un’epoca, ovvero l’arrivo degli anni ’90. Sono queste bellezze travolgenti a cambiare il volto dell’industria fashion, trasformando quella che fino a pochi anni prima era “l’indossatrice” in una “diva”. Gli stilisti sborsano cifre spropositate per contendersele e loro non si risparmiano, volano da una parte all’altra del globo, sono amiche, si divertono, fanno girare il fashion business e sognare il mondo.

Naomi Campbell, attivista e impegnata

Antesignana di una visione inclusiva della bellezza black, Naomi è stata la prima modella di colore a finire sulla cover di Vogue France e Vogue America. Con la sua personalità carismatica, ha sfruttato il ruolo di icona per dare battaglia a ogni discriminazione, soprattutto al razzismo nella moda. Si è spesa in innumerevoli eventi umanitari, nella lotta contro la povertà in Africa e Sud America, ha raccolto milioni di dollari per la ricerca sull’Aids e fondato un suo ente benefico, Fashion for Relief. Nel 2019 il Council of Fashion Designers of America le ha assegnato il Fashion Icon Award perché lei “rappresenta l’emancipazione femminile, l’attivismo e il glamour”. Il 21 marzo 2023 le è stato consegnato a Roma il premio “La Moda veste la Pace” di African Fashion Gate APS, la cui presidente onoraria è Makaziwe Mandela, figlia del premio Nobel per la pace di cui Naomi è stata grande amica e che lui nominò nipote ad honorem per il suo impegno nei confronti dei bambini africani.

Lo spettacolo delle sue cadute

Falcata dopo falcata, non sono mancate le cadute (non solo dai tacchi). Per ricordarci che neppure lei è davvero perfetta, Naomi è bizzosa, viziata e dispotica. Nel 2007, dopo aver lanciato un cellulare contro la donna di servizio, viene condannata a una settimana di lavori socialmente utili. Chiunque avrebbe tenuto un profilo basso, sperando in un rapido oblio. Lei no. Da vera diva, ogni giorno si presenta con un look diverso, trasformando la sentenza in una sfilata. La settimana di punizione termina nello sfavillio di un abito di paillettes argento di Dolce & Gabbana. Chissà, magari la mostra al Victoria & Albert Museum offrirà l’occasione unica e rara di ammirare da vicino anche questo capolavoro. E tutto ciò che Naomi Campbell, indossandolo, è stata capace di comunicare.