Orietta Berti viene al Festival a celebrare i 55 anni di carriera e batte il record, finora in mano a Ornella Vanoni, di tornare in gara a maggior distanza dalla prima volta. Era il 1966. L’ultima 29 anni fa. Quando ti sei innamorato è un brano classico che descrive il sentimento dell’innamoramento e fa subito pensare all’incontro con l’uomo della sua vita, Osvaldo Paterlini. La loro storia è racchiusa anche nel libro “Tra bandiere rosse e acquasantiere”, edito da Rizzoli, dove Orietta apre le porte al ricordo e racconta i momenti più belli e importanti della sua vita (e carriera). Il look sul palco lo curerà Nicolò Cerioni, lo stesso di Achille Lauro e nella serata delle cover canterà Io che amo solo te di Sergio Endrigo, accompagnata dal gruppo femminile Le Deva. Dopo il festival uscirà un cofanetto celebrativo contenente le sue canzoni più belle.
Si ricorda di quando si è innamorata?
Osvaldo aveva un’aria di protezione che gli altri miei amici non avevano. In quel periodo avevano tutti la mania di raccontare barzellette o essere spiritosi. Lui era particolare. Una persona normale, ma con un carattere più maturo, per la sua età. Mi ha fatto subito sentire protetta. Avevo appena perso mio papà, ero in un periodo particolare della mia vita. Mi sentivo a mio agio con lui.
La canzone è nata per Sanremo?
No, quando me l’hanno fatta ascoltare per la prima volta nessuno del mio team ha pensato a Sanremo. Era più di due anni fa. Stavo cercando nuove idee per il mio cofanetto, chiedendo canzoni anche agli autori giovani. Quando ho sentito questa ho pensato subito sembrasse scritta per me. è una storia che va bene per tutti, ma sembra descrivere il mio incontro con Osvaldo. Sono le sensazioni che si provano quando si incontra l’amore, per la prima volta.
La sua storia dura da quasi 54 anni. Qual è il segreto?
È stato complice il nostro lavoro. Lavorare insieme 24 ore su 24 ha fatto sì che, anche quando ci arrabbiavamo, dovevamo fare subito la pace. Eravamo sempre a contatto con altre persone, dovevamo scambiarci opinioni e idee. I nostri bisticci si risolvevano sempre con un sorriso e un bacio di complicità. Certo, all’inizio non è stato tutto rosa e fiori, bisticciavamo spesso e volentieri. Ma è andata a finire così, ci siamo rispettati, e ora abbiamo caratteri che si assomigliano, perché abbiamo passato una vita insieme. Di lui apprezzo il rispetto che ha per le persone e la serietà che ha nel modo di lavorare con gli altri. Mi ha insegnato la puntualità. E mi dice sempre “Orietta guarda le persone che lavorano con te devono guadagnare tutte, tu non puoi non far guadagnare chi lavora con te”. Per questo non abbiamo mai licenziato un nostro collaboratore, chi se ne è andato lo ha fatto per conto suo o perché aveva finito gli studi o perché aveva altro da fare.
Nel suo libro racconta che la prima volta che è venuto a casa sua le ha portato una forma di Parmigiano Reggiano. Come sono andati i regali successivi?
Osvaldo è sempre stato molto generoso nei miei confronti. Il mio anello di fidanzamento ha lo zaffiro come quello che il principe William ha regalato a Kate. Però non lo indosso più. Non metto più anelli, ne ho persi troppi. Ho l’abitudine di toglierli in bagno, per paura di rompere le calze. E così li dimentico in giro. Anche il telefono non me lo prendono più, ne ho già persi tre. E siccome non viaggio più da sola, lasciano che io sia reperibile su quello degli altri. Ho dimenticato in giro anche borse. Ma non vorrei si pensasse che è colpa dell’età. Anche a diciotto anni ero così.
Cosa la porta a Sanremo?
È iniziato tutto questa estate quando ho registrato alcuni pezzi che avrei dovuto promuovere, ma non ho potuto per colpa del lockdown. Il mio manager mi ha chiesto di poter mandarnei sei alla commissione del Festival. Gli ho detto di fare come credeva. Mi ha chiamato Amadeus mentre avevamo il Covid. Gli ho detto che non stavo bene, che dovevamo andare all’ospedale, lui mi ha risposto che il festival sarebbe stato a marzo e che per allora sarei stata bene. Ho accettato, non senza timori.
L’assenza del pubblico le peserà?
Si canta con le telecamere ma si pensa che ci siano tante persone lì ad ascoltarti volentieri. Sarà bello cantare con l’orchestra dal vivo.
Com’era il festival 29 anni fa?
Ero con Giorgio Faletti. Era stata come una vacanza, una settimana bellissima. Ci siamo divertiti da matti. Lui faceva le sceneggiate, in qualsaisi momento. Era un gentiluomo nato, così estroverso e simpatico. L’ho incontrato l’ultima volta a New York all’ascensore del mio albergo. Stava scrivendo il suo secondo libro e girava tra gli uffici della polizia alla ricerca di delitti particolari. Io ero lì per una serata per italo americani, di quelle con la cena e i tavoli tutti addobbati e alla fine della serata il cantante canta per gli ospiti. Invitai anche lui ma non lo fecero entrare. Lui me l’ha sempre rinfacciato, “bell’invito”.
Cosa le manca?
I concerti. Ho la nostalgia di quelli che ho fatto in Puglia in queste piazze immense piene di gente. Con le persone anche arrampicate sugli alberi. Sento la nostalgia e mi vengono in mente spesso. Non sono pessimista, ma chissà se proveremo ancora quelle sensazioni.
Il suo look sul palco dell’Ariston verrà seguito da Nicolò Cerioni. Cosa l’ha portata a scegliere lui?
Ho fatto cinque video con lui. Sa già cosa indosso bene. Nei video ha scelto per me colori molto vistosi, questa volta a Sanremo non useremo colori troppo vivaci. Sono solo preoccupata della svaporata che mi daranno prima di salire sul palco. Quest’anno bisogna arrivare già vestiti e truccati dall’albergo, all’Ariston useranno quei ferri di vapore portatili, per togliere le pieghe. Spero non mi scottino.
Si truccherà da sola?
Mi sono sempre truccata da sola, ma devo imparare a darmi il colore sulle guance perché sono sempre passata al trucco per farmi dare le ombre e il fard. Ma una donna deve sapersi truccare da sola.
Di questo cast così giovane e contemporaneo cosa pensa?
Non me ne vogliano, ma la metà di questi artisti così popolari io non li conosco. Li considero nipoti e figli, non vado di certo a mettermi in concorso con loro. Hanno tutta la vita davanti. Io sono lì per presentare il mio brano, tenendo alta la tradizione della canzone italiana.
Nella serata delle cover canterà Sergio Endrigo.
Mi piace questa canzone, la faccio volentieri. Anche per ricordare un grande nome della musica leggera. Si fa presto a dimenticarli.
La sua nipotina di due anni la guarderà da casa?
L’altro giorno mi ha visto. Quando apparivo diceva “Nonna!”
Una curiosità, lei ha due cani e nove gatti. Ci dice i nomi?
I cani sono molossi e si chiamano Olimpia e Otello. I gatti sono Madam Sisì, Mimì, Susi, Alice, Gigi, Frank, Freddy e Susanna tutta panna.