Agli Oscar era possibile vincere. Abbiamo fatto troppi sbagli“. Al Bif&st (Bari International Film Festival), in occasione di una master-class al Teatro Petruzzelli a margine della proiezione di “Io capitano”, Matteo Garrone si toglie qualche sassolino dalle scarpe dopo la sconfitta della pellicola in concorso agli Academy Awards nella categoria film Internazionali.

Garrone: “Si poteva correre in tutte le categorie”

“Purtroppo la campagna degli Oscar non è andata come doveva andare – puntualizza Garrone -. Non abbiamo avuto il distributore americano giusto che ha investito quello che andava investito e poi, soprattutto, nessuno ci ha detto che si poteva correre in tutte le categorie. Una cosa che fa la differenza perché è una gara in cui non tutti partono alla pari. Se corri per tutte le categorie hai come votanti tutti i diecimila dell’Academy, mentre per la categoria miglior film straniero a votare sono solo in mille”.

E ancora il regista sempre sul tema Oscar: “Gli inglesi votanti sono poi ben novecento (l’Oscar alla fine è andato a “La zona d’interesse” del regista inglese Jonathan Glazer), mentre gli italiani poco più di cento. Insomma con l’iscrizione in tutte le categorie avremmo avuto più chance”.

I “no” a “Io capitano”

Insignito al Petruzzelli con il premio Mario Monicelli per la miglior regia e il Federico Fellini Award for Cinematic Excellence, Garrone aggiunge: “‘Io capitano’ è comunque un film davvero strano. È stato rifiutato da alcuni festival e da tanti distributori e anche il fondo europeo di Euroimages, che in genere ha sempre sostenuto i miei film, questa volta ha detto no. Non ho avuto nessuna motivazione scritta, ma quando poi l’ho chiesto mi hanno detto che era stato bocciato: ‘Perché trattava un tema cosi drammatico in maniera avventurosa’”.

Matteo Garrone con Seydou Sarr e Moustapha Fall

La proiezione all’Europarlamento

Il regista ricorda divertito anche quanto successo a Bruxelles: “Abbiamo fatto una proiezione nella sede del Parlamento europeo dove il film ha ricevuto una lunga standing ovation. E poi, solo due settimane dopo, hanno fatto in quello stesso Parlamento una legge sui migranti anche peggiore”.

Garrone: “Io capitano”? Un’Odissea contemporanea

Garrone sottolinea poi come questo film sia una vera e propria “Odissea contemporanea”: “La realtà è molto più dura e così ho lavorato per sottrazione. Oggi poi, va considerato, che c’è il problema dei social. Questi ragazzi africani vivono già virtualmente nel nostro paese grazie alle immagini che noi postiamo. Immagini che fanno immaginare loro che sia tutto facile da noi, ma non è così”. Per fortuna c’è stata “una straordinaria accoglienza nelle scuole grazie a professori illuminati. I giovani credo possano davvero cambiare le cose”.

Il ritorno in Senegal

Garrone poi annuncia: “Ad aprile andremo in Senegal, dove tutto è iniziato, e porteremo il film nei villaggi più remoti con degli schermi mobili. Vale a dire che torneremo dove i due protagonisti esordienti, Seydou Sarr e Moustapha Fall, hanno cominciato il loro viaggio“.