Continuano le indagini sul caso Pamela Prati, passato ormai dal gossip alla cronaca e dai salotti televisivi ai tribunali e diventato in breve un caso “nazionale” visto che non si parla d’altro e l’ex signora del Bagaglino è arrivata persino a Chi l’ha visto? (pur senza proferire verbo e, come confermato dalla Rai, senza cachet).
Accertato il fatto che il fantomatico imprenditore romano Marco Caltagirone è stata tutta un’invenzione della stessa Prati e di Eliana Michelazzo, la manager che per prima ha svelato l’inganno, ora la domanda che tutti si fanno è “Perché?”. Ai soliti ben informati pare chiaro che la “truffa” sia stata ideata per fare soldi e saldare i debiti accumulati (pare) a causa del gioco d’azzardo. Anche se la showgirl ha sempre negato di essere in condizioni economiche critiche.
In ogni caso, i vari chachet delle ospitate televisive, sia per Pamela Prati che per la Michelazzo, non sembrano essere cosi cospicui come si era immaginato inizialmente, quando si parlava di numeri a due cifre: la somma percepita si aggirerebbe fra i 3 mila e i 5 mila euro (e resta un mistero il compenso ricevuto per entrare nello studio di Live – Non è la D’Urso e uscirne poco dopo, con tanto di sfuriata).
Anche la chiacchierata-confessione di fine marzo nel salotto di Mara Venier (che in seguito si è pentita di quell’intervista) in cui Pamela Prati raccontava di aver trovato l’amore, dei figli in affido e del trasferimento con Caltagirone negli Stati Uniti, le fruttò “solo” 3 mila euro. Insomma, cifre tutt’altro che irrisorie per noi comuni mortali ma molto basse per gli standard a cui i vip sono abituati come conferma anche un’interrogazione parlamentare richiesta dall’Onorevole Michele Anzaldi nei confronti della Rai per scoprire qual è stato il cachet della soubrette per il racconto del finto matrimonio. “In merito all’interrogazione in oggetto si informa quanto segue: per la partecipazione alla trasmissione in questione Pamela Prati ha percepito un compenso complessivo di poco più di 3 mila euro, comprensivo di una quota a titolo di sfruttamento di immagini private fornite da lei stessa. Tale valore, con riferimento alla tipologia di prestazione effettuata, si colloca in una fascia di mercato medio-bassa“, si legge in un documento ufficiale diffuso dall’azienda. E le cifre sono scese ulteriormente quando ha incominciato a perdere credibilità.
Intanto ci si chiede, dopo la vicenda dell’imprenditore romano, quando uscirà la verità anche sui due figli in affido (e ovviamente mai visti) Sebastian e Rebecca.