Una delle protagoniste italiane delle Paralimpiadi di Parigi 2024 è senza dubbio Bebe Vio. La campionessa di scherma è pronta a dare tutta se stessa per portare a casa una medaglia. Ma, alla sua terza partecipazione ai Giochi Paralimpici, ha un importante messaggio da dare ai tifosi e non solo. Inoltre, Bebe ha ora un secondo cognome.

Il messaggio di inclusività di Bebe Vio

In un’intervista rilasciata a Repubblica, Bebe Vio ha espresso le proprie emozioni: «E’ stupendo come il mondo sia cambiato per i paralimpici, la figura dell’atleta sta crescendo. Siamo entrati ufficialmente nei gruppi militari: poter fare dello sport un lavoro è stato il traguardo più grande. Ma anche vedere che i bambini parlano di sport e disabilità a scuola, giocare con Barbie e pupazzi con le protesi o le carrozzine. La disabilità diventa normalità. Non siamo più eroi, come si pensava una volta, ma atleti».

Scherzare sulla disabilità

Per la campionessa di scherma è possibile ridere e scherzare sulla disabilità. «Diciamo che ho la fortuna di avere una famiglia che ci ha insegnato subito a prenderci in giro e a ironizzare su tutto. La frase peggiore che sento è sempre: ‘Nonostante tutto guarda cosa sta facendo’. Questo ‘nonostante tutto’ mi mette una tristezza… Siamo atleti che vogliono portare in alto il nome dell’Italia, ma lo scopo è anche ironizzare».

L’ironia di Rigivan Ganeshamoorthy

La Vio ha fatto un riferimento a Rigivan Ganeshamoorthy, il ragazzo di Dragona (Roma) che vinto l’oro del disco stabilendo tre record del mondo. Subito dopo la vittoria ha rilasciato «l’intervista più bella mai fatta secondo me. Gli hanno chiesto ‘ti stai trovando bene?’, e lui ha risposto: ‘Sì, però un po’ troppi disabili’. È questo che vogliamo far passare, l’ironia su qualsiasi cosa».

L’importanza dello sport

Bebe ha concluso spiegando che «sta cambiando il modo di comunicare, anche nel modo di rispondere degli atleti. Non è più un tabù parlare di normalizzare delle abilità, non delle disabilità. Tutto questo accresce la nostra cultura. Nel momento in cui conosci qualcosa non ti fai più problemi a fare o non fare domande, a guardare o non guardare: semplicemente vedi una cosa come un’altra. Ormai lo sport ha sdoganato la disabilità, è servita tantissima attività per farla diventare qualcosa di normale, sul quale è giusto anche ironizzare».

Bebe Vio ha due cognomi

Alla Paralimpiadi di Parigi la schermitrice, specializzata nel fioretto, porterà una novità. Non si chiamerà più Bebe (Beatrice) Vio, ma Bebe Vio Grandis (il cognome della mamma). «È stata una scelta familiare comune di aggiungere il cognome di mamma – ha spiegato a Fanpage – Ci tenevamo a farlo per puro orgoglio. Abbiamo impiegato un po’ di tempo perché è stato veramente un casino fare tutte le pratiche. Pensavamo fosse giusto nei confronti di mamma, della famiglia di mamma, avere quella parte di storia con noi. E lei ne è stata fiera».

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