Nel 2000, David LaChapelle ha “sparato” la giovane ereditiera Paris Hilton sulla copertina di Vanity Fair vestita con una gonna che si vedeva a malapena, una canotta a rete e il dito medio in bella vista. Nasceva così il mito della It-girl.
Per un po’ di tempo, la biondissima newyorkese è stata un appuntamento fisso nella scena inebriante dei nightclub della Grande Mela: è stata la Hilton a spianare la strada alle moderne influencer (hanno molto per cui ringraziarla) trasformando il suo status da “semplice” modella-ereditiera a celebrità-imprenditrice. Ed è stata sempre lei a «inventare di essere pagata per fare festa», scrive la rivista Tatler che sfoggia la 40enne rimasta bambina sulla copertina del mese di Aprile.
A differenza di molti altri personaggi pubblici degli anni 2000, Paris Hilton non si è mai allontanata dai riflettori e il suo carisma e appeal non è mai diminuito. Anzi, il suo affezionato fanclub è cresciuto ancora di più negli ultimi anni con il lancio del suo celeberrimo documentario This Is Paris, del suo canale YouTube e del suo nuovo podcast, dimostrando che l’autenticità è la chiave per rimanere sempre sulla cresta dell’onda.
Paris Hilton, famosa per le sue frasi ispirazionali sull’autostima (“Cammina sempre come se avessi una tiara in testa”, “Credi in te stesso e fregatene del giudizio degli altri”, “Sii sicura di te e non importa che aspetto avrai perché gli altri ti vedranno sexy”, “Una vera ereditiera non è mai cattiva con nessuno: non ha bisogno di esserlo”) una volta ha detto di se stessa: «Paris è come la panna montata: o la ami o la odi».
Ma anche se non ti piace, non puoi fare a meno di ammettere che la pronipote di Conrad Hilton, fondatore della catena di hotel di lusso Hilton, è invecchiata benissimo e oggi, che i Duemila sono tornati prepotentemente in auge e le passerelle sono piene di riferimenti a quegli anni, continua a fare (o rifare) tendenza. Folle di ragazzine si sentono cool indossando jeans a vita bassa, tute Juicy Couture, catenine intorno alla pancia e l’iconica borsa sella Dior in denim monogram: tutte ispirate all’influencer originale.
Sarà anche un’ereditiera ma Paris Hilton ha iniziato a lavorare come modella alla fine degli anni Novanta sfilando per Jeremy Scott e Heatherette e non ha mai smesso. Proprio la scorsa settimana è stata protagonista dell’ultima campagna pubblicitaria di Lanvin debuttando con un nuovo bob con frangia bombata ultra-chic, dimostrando ancora una volta la sua longevità come icona di stile.
Anche se ora sappiamo che Paris Hilton è anche una donna d’affari con un vero e proprio impero di profumi e una sua società di produzione, Heiress Records, parte dell’etichetta discografica Warner Bros, il suo arrivo sul mercato era stato accolto con molto disprezzo e cattiveria: in molti le ribadivano quotidianamente che era «Famosa per essere famosa» e che doveva restarsene a casa.
Pensate che nel 2006 l’artista Banksy aveva tristemente contraffatto e sostituito circa 500 copie dell’album di Paris Hilton nei negozi di dischi con versioni modificate dell’opera d’arte e della tracklist, cambiando i singoli in ‘Why Am I Famous’, ‘What Have I Done’. Le copie ora costano circa 8mila dollari l’una all’asta.
Quella ragazzina “bionda” un po’ alla Elle Woods, oggi viene continuamente citata dalle giovani generazioni su Instagram e TikTok che la prendono ad esempio. Raccogliendo milioni di visualizzazioni e follower in sfumature di rosa confetto, lucidalabbra e capelli ossigenati, le star dei social media stanno cercando di “liberare” il termine “bionda” dalla sua connotazione negativa di mancanza di intelligenza e promiscuità, trasformandolo in una nuova ondata di femminismo radicale ed eleggendo Paris Hilton a loro paladina di una giustizia stilistica che ha ogni diritto d’essere.