È morto oggi, all’età di 82 anni, Pelé, uno dei più grandi, se non il più grande di tutti, giocatori del mondo di calcio. O Rei do futebol, il Re del calcio. Così lo hanno sempre chiamato gli amici, i compagni di squadra e i sostenitori che hanno seguito le sue prodezze fin da quando, da ragazzino, tirava calci agli stracci tenuti insieme da un laccio perché non si poteva permettere un vero e proprio pallone.
Joao Ramos do Nascimento, questo il nome di Pelé alla nascita, lottava dal 2021 contro un tumore all’intestino, e già nei primi giorni di Dicembre era stato trasferito nel reparto di cure palliative dell’ospedale Albert Einstein di San Paolo, in Brasile. Quel Paese che lo ha sempre amato e spinto a fare il meglio fin da quando, a 15 anni giocò la sua prima stagione nel Santos, la squadra che è diventata per lui una seconda famiglia.
L’indimenticabile rovesciata di Pelé
Anche chi non è un grande appassionato di calcio conosce il grande Pelé. Non si può non ricordare la sua rovesciata nel film del 1981 Fuga per la vittoria dove una partita di calcio tra tedeschi e inglesi in un campo di prigionia, si trasforma nella più grossa opportunità per la libertà. Ispirata a fatti realmente accaduti, e ambientata durante la Seconda Guerra Mondiale, questa pellicola, grazie soprattutto alla partecipazione di calciatori veri come Pelé , è diventata un cult davvero trascinante confermando il calcio come uno degli spettacoli più coinvolgenti al mondo.
L’ultimo messaggio del campione Pelé
L’ultimo messaggio del tre volte campione del mondo era arrivato solo qualche giorno fa ed era volto a rassicurare i suoi fan e sostenitori: «Cari amici, voglio tranquillizzare tutti, pensate in positivo. Sono forte, con tanta speranza e continuo il trattamento di sempre. Voglio ringraziare tutti gli infermieri e l’equipe medica per lo zelo con cui mi seguono. Ho molta fede in Dio, e ogni messaggio di amore che ricevo da voi, e che provengono da tutto il mondo, mi mantengono pieno di energia. E mi fanno assistere alle partite del Brasile ai Mondiali!», aveva scritto Pelé sui suoi profili social continuando a incitare il “suo” Brasile.
Nonostante la grande voglia di vivere di Pelé, era arrivato il bollettino medico dall’ospedale, che parlava di un’infezione respiratoria trattata con antibiotici (il Covid, aveva confermato la figlia dal Qatar). Da lì, un peggioramento avrebbe interessato tutti gli organi e indotto i sanitari a sottoporre l’ex campione alla terapia del dolore.
Commozione dal mondo del calcio
In queste ore di grande commozione e cordoglio per una nazione in lutto, la tifoseria organizzata della squadra di cui Pelé sarà simbolo eterno, ovvero il Santos, ha organizzato veglie per il suo idolo in tutto il Paese. Intanto sono moltissimi i messaggi che arrivano dai più grandi campioni del calcio: c’è il dolore del suo “pupillo” Mbappè e quello del capitano inglese Harry Kane che definisce Pelé «Un giocatore e una persona incredibile: un’ispirazione per tutti i calciatori». Poi i messaggi di Neymar, Vinicius Junior e Rodrygo, quest’ultimo, ex giocatore del Santos, in Pelé vedeva quasi un dio. Infine il cordoglio del Ct brasiliano Tite che, come milioni di suoi connazionali, ha voluto dedicare un messaggio al campione: «Lui era un extraterrestre fattosi terrestre».