Petra Delicado: un nome che mette insieme durezza e delicatezza. I fan dei gialli di Alicia Giménez-Bartlett hanno imparato a conoscerla romanzo dopo romanzo (sono 12 finora, il primo è del 1996, tutti pubblicati da Sellerio), e dal 14 settembre la vedranno anche sullo schermo. Parte su Sky Cinema Uno e in streaming su Now Tv la serie Petra: 4 storie tratte dai primi 4 romanzi dedicati all’ispettrice di polizia.
Protagonista è una bravissima Paola Cortellesi che, invece di muoversi per le strade di Barcellona, si avventura per i caruggi di Genova a caccia di delinquenti e assassini. Ma chi è davvero questo personaggio che finora ha fatto vendere all’autrice spagnola 1 milione e mezzo di copie solo in Italia? «È una donna sulla quarantina, fa parte della generazione che ha vissuto l’inizio della democrazia in Spagna. Ama il suo lavoro. È tosta e contraddittoria. Per lei la famiglia è importante, eppure ha divorziato 2 volte; le piace stare da sola, però non ci sta mai» risponde Alicia, 69 anni, al telefono dalla sua casa di campagna. «Mi scuso per il mio italiano terribile» aggiunge. Le faccio notare che ha un accento delizioso. «Però mi dicono che parlo come Papa Francesco» ride, e io capisco qual è la sua “cifra”: l’ironia.
Prima di questa serie poliziesca aveva scritto libri completamente diversi. Exit, il suo romanzo d’esordio, parla di morte e libertà di scelta. Com’è nata Petra? «Il giallo non era il mio genere preferito. Poi mi sono imbattuta nei romanzi di Patricia Cornwell e ho capito che si poteva fare qualcosa di diverso, focalizzandosi sulla psicologia dei personaggi e sugli aspetti sociali, usando anche l’umorismo. Una narrazione moderna. Ho pensato: perché no? E ho immaginato questa donna che non corrisponde agli stereotipi del giallo classico, dove il personaggio femminile è secondario: o è la vittima o aiuta qualcuno a fare una indagine o ancora, anche se è un poliziotto, è sempre d’accordo col capo».
Il personaggio di Petra Delicado
Ed ecco Petra Delicado, una tipa difficile. «Sì, lo è, anche con se stessa. Si arrabbia facilmente e a volte risulta antipatica. Pensi che il primo libro della serie, Riti di morte, non è piaciuto subito all’editore Sellerio, che ha deciso di pubblicare prima il secondo, dove Petra è meno dura».
Comunque è un personaggio che ha avuto
un successo enorme. Perché piace, secondo lei? «Forse
perché ha quel senso dell’umorismo tipico degli spagnoli e degli italiani. E
forse perché non rispetta sempre le regole: è politicamente scorretta. Quando è
“nata”, 24 anni fa, dissero che era un esempio negativo per la società. Io
invece credo che abbia anticipato i tempi. Non è detto che una donna debba
essere adorabile a ogni costo. Adesso forse non risulta così rivoluzionaria, ma
le assicuro che lo è stata».
Nei romanzi non dice mai com’è fatta: se è alta o bassa, bionda o mora. «Le descrizioni non sono il mio forte. Anche nella realtà. Per me è più importante il modo di parlare di una persona: ascoltandola riesco a farmi un’immagine più chiara, e personale».
In tv ha il volto di Paola Cortellesi: che effetto le ha fatto? «Mi piace molto la Cortellesi perché è una bella donna, ma di una bellezza non convenzionale: è alta, tosta, ha un fisico importante. Quando in Spagna hanno realizzato una serie nel 1999 Petra era interpretata da Ana Belén, una bellezza classica che non mi è piaciuta. Paola, invece, è veramente una Petra».
Petra nei libri non invecchia mai. «Leggendo la serie completa scoprirà invece che alla fine anche lei è invecchiata, è diversa da com’era prima. Anche se non è diventata anagraficamente anziana come me!».
Petra è la scrittrice?
Ma quanto c’è di lei in Petra? «Le racconto un’altra storia: una volta è venuta da me una giornalista molto giovane per farmi un’intervista sul libro Giorni d’amore e inganno (2006) dove c’è una certa violenza piscologica e dove il punto di vista sessuale è importante. Mi ha fatto la stessa domanda: quanto di autobiografico si trova in questo libro. E io le ho risposto: “Esclusivamente le scene di sesso violento. Il resto è completamente inventato” (ride). Allora cosa posso dirle? Se Petra assomiglia me ? Io sono ironica, mi piace l’umorismo ma non mi arrabbio così tanto come lei. Sono un po’ più tranquilla. Un po’ più vecchia anche».
Dove prende le idee? «Non lo so. So soltanto che un giorno finiranno.
Per adesso sono ancora curiosa di vedere come la gente vive, agisce, reagisce.
Mi vengono tante idee guardando ciò che accade intorno a me. La mia
immaginazione è limitata, ma osservo moltissimo. Le persone mi piacciono, mi
stupiscono».
Il prossimo episodio…
Il prossimo episodio di Petra? «È una sua
autobiografia. Petra racconta un po’ della sua vita, non dal punto di vista professionale
come poliziotta, ma dal punto di vista umano: chi erano i genitori, i fratelli,
come andava a scuola, gli anni dell’università, il primo matrimonio, il
secondo…».
È un regalo per i fan di Petra «Per un lettore fedele sì. Altri magari si aspettano più intrighi che psicologia. Staremo a vedere».
Quindi è più psicologico degli altri. «Così i lettori scopriranno perché Petra è diventata così, con questa personalità. La chiave è nella sua biografia, come succede per tutte le persone. Si intitola Senza morti, lo stanno traducendo, dovrebbe uscire in Italia in primavera, credo».
Sempre per Sellerio, lo stesso editore di Camilleri, anche lui giallista. «Lui è un maestro, aveva una immaginazione fertilissima, era capace di scrivere un libro in 3 mesi. Io sono un’apprendista che ne scrive uno ogni 2 anni. Non ci siamo mai incontrati ma ci siamo parlati al telefono. Antonio Sellerio era solito mandarci i rispettivi libri per avere un’opinione. Una volta Camilleri ha detto: “Può dire alla Bartlett che sta esagerando un po’ con questa Petra? Deve metterla in riga perché è terribile”. Era molto simpatico, scherzavamo».
Cos’è la scrittura per lei? «Una maniera di
vivere, di stare al mondo. Per questo non ho mai fretta di finire un libro: ho
la mia storia che mi aspetta ogni giorno, che mi accompagna».
L’ultima domanda: non le capita mai di parlare con Petra come se fosse reale? «Sono i lettori che mi dicono che Petra è diventata reale. Quando l’ho fatta sposare per la terza volta, durante una presentazione del libro a Napoli due signori si sono avvicinati mentre facevo il firmacopie e mi hanno detto un po’ scocciati: “Perché fa sposare Petra per la terza volta? Era libera e tranquilla”. Mamma mia, ho pensato, allora questa Petra esiste davvero. E volte anche io le parlo e le dico: non starai esagerando un po’? Anche io come Camilleri».