È morto Piero Angela. L’annuncio su Facebook del figlio Alberto: «Buon viaggio papà». Piero Angela aveva 93 anni ma è stato attivo fino alla fine, con un’altra edizione di Superquark, in programmazione proprio quest’estate: «Il mio corpo è come una macchina: il motore avrà anche 80 mila chilometri, ma il guidatore ha solo 45 anni» diceva di se stesso.

Piero Angela: «Divulgare significa tradurre»

Passione, chiarezza e razionalità sono stati i mantra della sua vita, che lui ha votato alla scienza con lo scopo di renderla alla portata di tutti. E per farlo ha inventato un nuovo linguaggio e un modo più “simpatico” di concepire la conoscenza: «Perché divulgare significa semplicemente tradurre, cioè dire la stessa cosa con altre parole», raccontava orgoglioso.

Piero Angela saggista e giornalista

Piero Angela è stato fondamentale per la televisione italiana: divulgatore scientifico, conduttore, saggista, scrittore e giornalista. Le sue trasmissioni in stile anglosassone hanno rivoluzionato il modo di raccontare la scienza, la storia e hanno rafforzato il genere documentaristico, arricchendo il bagaglio culturale italiano e regalando inestimabile valore alle teche Rai tanto che su Twitter, CinguetteRai annuncia: «Ci ha lasciati come desiderava: in scena, mentre lavorava; era questo il suo ultimo desiderio. Ha registrato recentemente le puntate inedite (ancora in onda) di #SuperQuark, all’età di 93 anni. E ha orgogliosamente festeggiato in onda i 70 anni di lavoro in Rai».

Piero Angela con Quark è la storia della tv italiana

C’è un giorno, nella storia della tv italiana, che ha cambiato il destino dell’Aria sulla quarta corda di Johan Sebastian Bach. Era il 18 marzo 1981 e, da allora, quella musica è diventata per tutti “la mitica sigla di Quark“. Sulle sue note entrava nelle case degli italiani uno dei personaggi più amati e rispettati di sempre: Piero Angela. Non era certo un novellino: aveva già 52 anni (è nato il 22 dicembre del 1928, a Torino), alle spalle una carriera da giornalista e documentarista alla radio e alla tv. Era (e nel nostro immaginario resterà sempre) un uomo all’antica che, negli anni in cui su altre reti scintillavano le paillettes della tv commerciale, Piero Angela ha compiuto la sua educata rivoluzione, riuscendo a ipnotizzare i telespettatori parlando di fisica, medicina, biologia, natura.


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Piero Angela, 38 libri e 10 lauree honoris causa

Piero Angela ha ricevuto durante la sua vita 10 lauree honoris causa: «Ma non per ciò che so! Le lauree sono un premio da parte della comunità scientifica per il lavoro di divulgazione. A scuola non ero neppure tanto bravo… Io sono il primo che impara dai miei programmi» spiegava non molto tempo fa durante un’intervista mentre accennava una delle sue celebri risate.

L’ultimo libro a 90 anni

E non è tutto, perché, tra una puntata e l’altra, Piero Angela ha scritto 38 libri. L’ultimo è Il mio lungo viaggio. 90 anni di storie vissute (Mondadori) dove, per la prima volta, ha raccontato di un esemplare unico di essere umano: se stesso.

Nel volume Piero Angela ha sviscerato la sua vita: l’infanzia a Torino, «quando i vaccini non erano diffusi e le operazioni chirurgiche si facevano senza anestesia»; il rapporto col padre, mancato quando aveva solo 20 anni; l’amore per la musica e la passione per il pianoforte: gli piaceva Bach, non solo “la sigla di Quark”, ma anche il Clavicembalo ben temperato, la sua composizione preferita. Ma è stato anche un grande amante del jazz: «Il mio modello è il pianista Oscar Peterson, quando apro il pianoforte suono su un tema improvvisando, ispirandomi al suo stile ricco e complesso». L’improvvisazione la ammette nella musica, ma mai nel lavoro. «Se faccio un programma devo limare tutto, in modo che sia attraente, oltre che chiaro e creativo. È importante che la gente capisca e che sia interessata. Il mio è un lavoro artigianale e certosino, per il quale servono tanti collaboratori».

Il ricordo degli amici

Tutti amavano Piero Angela. «Probabilmente perché le persone sentono che amo il lavoro che faccio» dice lui. Alessandra Comazzi, critica de La Stampa, spiega: «Piace perché è il principe della tv di divulgazione, tanto vituperata e ascritta a un periodo superato del piccolo schermo, e invece apprezzatissima ancora oggi dal pubblico. Inoltre è gentile, buono, non tratta male nessuno». La più recente dichiarazione d’amore gliel’ha fatta l’attrice Miriam Leone. Di persona, dietro le quinte della trasmissione Che tempo che fa, dove gli si è presentata in camerino per conoscerlo. E poi a mezzo stampa sulle pagine dei quotidiani. «Sono veramente in debito con lei» chiosa Piero Angela quando gli domandiamo se gli ha fatto piacere l’esternazione dell’attrice. «Non sapevo chi fosse quella bella e simpatica ragazza che mi si è avvicinata. Pensavo fosse solo una telespettatrice che guardava i miei programmi… Per questo le devo delle sincere scuse: ho interagito con lei senza gratificarla in alcun modo».

Gli amori di Piero Angela

Piero Angela lascia due figli, Christine e Alberto, che tutti abbiamo imparato a conoscere e apprezzare tanto quanto il padre, e cinque nipoti. Ma Piero ha mai pensato che Alberto lo imitasse un po’ nella sua carriera? «No, lui parlava già così quando era piccolo. E poi è molto più bravo di me, improvvisa».

Come vorrebbe essere ricordato? «Come una persona perbene». Ed è proprio così che oggi tutti lo immaginiamo: come un uomo per bene, il più grande signore della divulgazione scientifica.