Immagina di possedere 100 libri e di tenerli ben disposti in una libreria a scaffale nel tuo soggiorno. Secondo l’Istat, se questo fosse vero, significherebbe che appartieni a quel 60% di famiglie italiane che la libreria in effetti ce l’ha; il restante 40% si divide tra quelle che hanno investito su meno di 25 titoli e quelle – una su 10 – che in casa non ne hanno nemmeno uno. In termini di ricchezza di immaginario, i bambini che nascono e crescono nelle case più provviste partono avvantaggiati: se i libri per te non sono oggetti familiari, sarà più difficile appassionarti a un piacere complesso come la lettura, la cui capacità si forma lungo anni e richiede tempo, concentrazione e competenza linguistica.
Lo scopo del nostro gioco non è però discutere di quanti libri servano in una casa per crescere figli con la mente aperta, perché abbiamo già premesso che tu possiedi ipoteticamente 100 titoli, cioè la libreria più ricca della scala statistica. O così almeno credi, se misuri in termini di quantità. È lo stesso parametro che per anni hanno usato anche gli editori, ma nel 2020, senza che nessuno ci facesse troppo caso, è cominciata una segreta rivoluzione destinata a cambiare la faccia delle librerie di mezzo Occidente.
Questa rivoluzione l’ha iniziata la Penguin Random House, la casa editrice più grande al mondo, che copre da sola un quarto dell’intero mercato editoriale anglofono. Prima di Natale l’editore ha scritto a tutti gli scrittori e le scrittrici annunciando l’intenzione di pubblicare molti più libri scritti da donne, da persone di varia etnia, da LGBT+ e da diversamente abili. Nella stessa lettera chiedeva agli autori e alle autrici di rispondere a 4 domande, per capire quale spettro di differenze fosse già rappresentato nel suo gigantesco catalogo. Non ho idea dei risultati del questionario, ma per curiosità ho fatto il gioco che sto proponendo a voi.
Sono andata davanti alla mia libreria e ho contato tutti i titoli che non erano stati scritti da un uomo bianco eterosessuale e abile. Di libri nei miei scaffali ce ne sono molte centinaia, ma alla fine del censimento non ne restavano nemmeno un quarto. Penguin Random House ha capito che il mondo è prezioso da ogni punto di vista e per questo vanno raccontati tutti. Non chiediamoci più quanti libri abbiamo in casa, ma quanti orizzonti rappresentano. Il rischio di averne a disposizione solo uno è quello di finire a capire solo il mondo che ci somiglia.