Quando finisce una serie a cui ci siamo affezionati, stagione dopo stagione, è sempre un trauma. Ecco perché non appena si inizia a parlare di reboot, si riaccendono gli animi e si torna a sognare “vecchi” protagonisti delle nostre serate. Ma ciò non è accaduto ai fan della popolare serie thriller tra le più amate dalle giovani generazioni, Pretty Little Liars, che si sono ribellati all’idea di una “riedizione” delle appassionanti vicende delle “giovani, carine e bugiarde” protagoniste uscite dalla penna di Sara Shepard e andata in onda per sette anni.
Quando, a tre anni esatti dalla fine di Pretty Little Liars, The Hollywood Reporter menziona il fatto che è in preparazione un reboot curato dall’ideatore di Riverdale (altra serie che fa impazzire gli adolescenti quanto fecero a suo tempo O.C. o Gossip Girl) gli ammiratori della serie si sono scatenati sui social con veri e propri boicottaggi e raccolta firme per impedirne la riuscita. Tutto ciò prima ancora di conoscere il potenziale coinvolgimento delle protagoniste Lucy Hale, Troian Bellisario, Ashley Benson, Shay Mitchell e Sasha Pieterse o di altri membri del cast dello show originale. Certo i fan-atici del dramma adolescenziale sono già rimasti delusi dallo spin-off Ravenswood, cancellato a metà della prima stagione, e dal sequel Pretty Little Liars: The Perfectionists, anch’esso accolto senza grandi clamori.
Il perché di tanta passione per la serie arriva direttamente dalla Pennsylvania dove un gruppo molto affiatato di cinque migliori amiche (Hanna, Emily, Aria, Spencer e Alison) trascorre come sempre insieme il weekend del Labor Day, l’equivalente del nostro Primo Maggio, che in America si celebra il 7 settembre. Durante la notte Alison, l’ape regina, scompare misteriosamente, le altre quattro amiche si allontanano e il gruppo si sgretola giorno dopo giorno. I brividi iniziano a un anno di distanza quando le quattro ragazze cominciano a ricevere degli strani messaggini firmati semplicemente “A” che contengono segreti che le ragazze sapevano di aver confidato solo ad Alison. La deduzione più logica è che l’amica sia ancora viva, ma la scoperta del corpo di Alison smonta tutte le loro certezze. La caccia all’assassino parte e il pathos cresce puntata dopo puntata.
Il “caso” lungo sette anni si era concluso “meravigliosamente” nel 2017: Pretty Little Liars aveva già raccontato tutto quel che c’era da raccontare di un mistero tanto complesso, dove figli illegittimi, madri misteriose, bullismo e morte l’hanno fatta da padrone. Avevamo già visto tutto quel che c’era da vedere. E riavvolgere il nastro per rimpiangere il passato, tante volte, non è affatto un bene.