La leggenda narra che, come Cristo, sia stato richiamato in cielo il venerdì santo. Che all’annuncio della sua morte una crepa si sia aperta nelle mura del Palazzo Vaticano, gettando nel terrore Papa Leone X. E che, durante il rito funebre, si contarono 7 tuoni, come nel giorno dell’Apocalisse. Raffaello, il “Dio mortale”, il “Gesù pittore”, di cui nel 2020 ricorrono i 500 anni dalle morte, è adesso celebrato a Roma nella più grande mostra mai realizzata su di lui: Raffaello. 1520-1483, appena riaperta online sul sito Scuderiequirinale.it dopo la chiusura forzata a causa del coronavirus (la mostra riapre dal 2 giugno e verrà prorogata fino al 30 agosto 2020).
E nel corso dell’anno sarà protagonista di esposizioni in tutto il mondo, da Londra a Washington. «Il suo culto, nel brevissimo arco di una vita di soli 37 anni, ha attraversato l’Italia del Rinascimento oscurando i miti a lui contemporanei, da Leonardo a Michelangelo. E la sua carriera folgorante, dalla città natale Urbino a Perugia, da Firenze a Roma, l’ha portato a essere venerato dalla Chiesa, dai signori delle corti e dai sovrani d’Europa» ricorda Pierluigi Panza, critico d’arte e autore del romanzo Un amore di Raffaello, sugli ultimi 5 anni di vita dell’artista (in uscita il 5 maggio per Mondadori). «Ma a dispetto della beatificazione che ne è stata fatta dopo la morte, per scoprire la bellezza e il genio autentico di Raffaello, bisogna conoscere quello che è stato davvero: il pittore dell’amore.
Raffaello, il pittore dell’amore
Raffaello rimandò continuamente le nozze e non divenne cardinale per non rinunciare alle amanti. Non ci riferiamo solo all’amore devoto e romantico. Il celebre biografo degli artisti, Giorgio Vasari, parla chiaro: fu «persona molto amorosa et affezionata alle donne e di continuo presto ai servigi loro». La prova finale sarebbe la morte, causata, sempre secondo Vasari, da «eccessi amorosi». Leggi: sifilide. «Vero che sia o meno, quello che è certo è che le donne sono state il suo vizio, la sua passione e il suo tormento, nella vita come nell’arte» osserva il critico d’arte. «La sua natura di libertino era così irrinunciabile da spingerlo a rimandare continuamente il matrimonio concordato con Marietta, nipote del potente cardinale Bibbiena, e da scansare il cappello rosso da cardinale che Leone X avrebbe potuto offrirgli». Non solo: «Per terminare la lavorazione degli affreschi di Villa Farnesina, pretese e ottenne dal ricco proprietario, il banchiere senese Agostino Chigi, che ad alloggiare con lui ci fosse la sua amante, Margherita Luti» racconta l’esperto.
Raffaello dipinse l’intimità affettiva e carnale
Nei quadri dipinse l’intimità affettiva e carnale. Se il nome ai più dice poco, universalmente noto è La Fornarina, il famosissimo dipinto che la ritrae (e sempre lei pare essere stata la modella per altri capolavori come La Velata e La Madonna Sistina, ndr). «Il modo in cui dipinge Margherita, a seno scoperto, con il bracciale con la propria firma come suggello d’amore, ma soprattutto l’espressione sensuale e insieme familiare di lei, più complice che erotica, raccontano senza parole l’intimità carnale, amorosa e affettiva tra i due» afferma Panza.
In questo sta la grandezza unica di Raffaello: dipinge le donne come nessuno prima di lui aveva fatto. «Le sue Madonne, da quella della Seggiola alla Sistina, esplorano per la prima volta il sentimento autentico della maternità, l’apprensione e la dedizione verso il figlio» spiega Marzia Faietti, curatrice insieme a Matteo Lafranconi della mostra romana alle Scuderie del Quirinale. «I ritratti femminili esaltano la sensualità. Basti pensare alla ciocca di capelli sfuggita alla pettinatura composta e alle dita che si aprono sul petto di La Velata. Mentre negli affreschi di Amore e Psiche, a Villa Farnesina a Roma, c’è il trionfo del godimento e dell’eros».
Raffaello catturò la modernità delle donne
Insomma, Raffaello è lontano anni luce dall’immagine scolastica di pittore di Santi e Madonne. Un consiglio per riscoprirlo? «Al primo sguardo, a conquistare sono la grazia e l’armonia delle fattezze» dice Faietti. «Ma quando la bellezza perfetta sembra quasi cominciare a stancare, a ben guardare si scopre la profondità e la verità di quei volti, modernissimi perché senza tempo». E subito torna in mente l’epitaffio sulla sua tomba al Pantheon, ricostruita all’ingresso della mostra: «Qui giace Raffaello: da lui, quando visse, Madre Natura temette di essere vinta. Ora che egli è morto, teme di morire». Quello che è certo, è che il genio di Urbino ha contribuito a rendere la bellezza della natura e delle donne immortale.
A casa come al museo
→ La super mostra Per ora Raffaello 1520-1483 è chiusa, ma trovi la videopasseggiata tra le sale con il racconto delle opere (scuderiequirinale.it).
→ Il tour virtuale Il più famoso affresco è La scuola di Atene ai Musei Vaticani. Puoi vederlo e attraversare le 4 Stanze dipinte per Giulio II (museivaticani.va, cliccando “Stanze di Raffaello”).
→ Il canale YouTube Raffaello 500: Maestro Universale offre videopillole con lezioni e commenti di esperti di tutto il mondo.
→ Il museo sul web 20 dei suoi dipinti più famosi, da La Muta a La Fornarina, in un museo online. Puoi passeggiare tra i quadri, guardarli da vicino e ascoltarne il commento. (www.skylabstudios.it/museovr/index.htm).