Bohemian Rhapsody ha vinto il premio per il miglior film drammatico e Rami Malek, che interpreta Freddie Mercury, ha vinto il premio come miglior attore in un film drammatico. La pellicola ha stregato il pubblico e riporatto la musica del Queen in vetta alle classifiche. Merito anche di Malek che si è calato con totale dedizione nei panni non facili di una delle rockstar più amate di sempre.
È stata premiato con il Golden Globe Rami Malek, l’attore che ha dato il volto al leader del Queen nel film Bohemian Rhapsody. Prima di questa interpretazione era stato protagonista della pluripremiata serie tv Mr. Robot.
Il film sulla storia della mitica band è stato produttivamente travagliato, ha visto avvicendarsi vari nomi alla regia fino ad arrivare a quello di Bryan Singer licenziato però due settimane prima della fine delle riprese e inizialmente vedeva Sasha Baron Cohen nel ruolo del protagonista.
Una sfida ardua e rischiosa per un attore quella di confrontarsi con una star così iconica, “una specie di dio della musica” lo definisce Malek, che per cercare di rendergli giustizia si è lasciato travolgere da Mercury: «anche se il film non aveva ancora i finanziamenti ho tirato fuori i soldi di tasca mia e per un anno e mezzo ho preso lezioni di canto e pianoforte, inoltre avevo un coach per le coreografie, un altro che mi insegnava come dovevo muovermi e chi invece si occupava del mio modo di parlare e poi ho dovuto anche imparare a parlare con il suo accento. Sono stato completamente assorbito da lui».
Rami non ha dovuto solo convincere il regista di essere adatto al ruolo ma anche i Queen Brian May e Roger Taylor che hanno da sempre seguito il progetto e lo hanno co-prodotto.
Il film racconta il periodo tra la nascita dei Queen, nel 1970, fino al Live Aid del 1985, e svela i lati oscuri, fragili e segreti della personalità del loro leader. «L’intero studio su Freddie è stato una sorpresa per me. – racconta Maleck – Tutti conoscono il suo aspetto macho e audace ma molti, incluso me, non gli aspetti più intimi come la storia d’amore con Mary o il fatto che si chiamasse Farrokh Bulsara e fosse andato via da Zanzibar quand’era piccolo. Ho messo la parte rockstar per concentrarmi sull’essere umano alla ricerca d’identità in cui mi sono potuto identificare da straniero negli USA, date le mie origini egiziane».
Bohemian Rhapsody We will rock, Radio GaGa, Crazy little thing sono solo alcuni dei pezzi inseriti nel film assieme a delle registrazioni inedite. Il momento più difficile in cui interpretare Freddie è stato l’esibizione del Live Aid, afferma Rami, “«’abbiamo ripetuta mille volte, inquadratura dopo inquadratura, non ho voluto smettere fin quando non era perfetta». La scarica di energia però è arrivata dai fan dei Queen che facevano da comparse: «abbiamo cominciato a cantare tutte le canzoni in sequenza come nella realtà e ci siamo resi conto della carica che ti dà quel tipo di esperienza. Alla fine finisci quasi per sentirti sovrumano, poi vai nel backstage alla fine e svieni».
Dopo questa esperienza chi è per te Freddie Mercury? «Non è solo stato un musicista rivoluzionario, ma un uomo alla ricerca di un senso di appartenenza».