Una rentrée ultra pop dal sapore “amarcord” o – per dirla con Carlo Conti che li ha appena avuti ospiti nello speciale di Rai 1 A grande richiesta (lo puoi rivedere su RaiPlay) – «il ritorno degli “Abba italiani” con i loro successi storici». I Ricchi e Poveri hanno riunito il quartetto dopo l’ospitata a Sanremo 2020 e il 26 febbraio pubblicano il doppio album ReuniOn: 21 tracce in cui rivisitano il loro repertorio, con la partecipazione del chitarrista e cantante José Feliciano nella nuova versione di Che sarà, il brano più iconico, che festeggia 50 anni.
«Essere tornati insieme è una gioia indescrivibile, sul palco abbiamo ritrovato un’energia fortissima. Lo avremmo fatto anche prima, ma il Covid ci ha bloccato» dice la “bionda” Marina Occhiena, che nel 1981 fu la prima a lasciare il gruppo causando uno strappo che fece molto chiacchierare. Le fa eco Franco Gatti, uscito nel 2016 dopo la morte del figlio Alessio. «È come tornare agli inizi della carriera, un pezzo di vita che trova il suo compimento».
Il debutto dei Ricchi e Poveri nel 1968
Al debutto nel 1968 col brano L’ultimo amore e oggi in attivo con oltre 20 milioni di dischi venduti e 12 partecipazioni a Sanremo, i Ricchi e Poveri hanno spiegato di aver provato a fare «un album rock» che si allacciasse in qualche modo alla loro passione per i grandi gruppi vocali come i Beatles o i Queen.
Dice “il biondo” Angelo Sotgiu: «La canzone che più mi rappresenta? Coriandoli su di noi, che nel 1974 fu la sigla di uno show di Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, ai quali ero molto legato». E Angela Brambati, per tutti la “brunetta”: «Il mio brano del cuore è proprio Che sarà, perché lo abbiamo registrato durante i nostri anni più belli, ma ancora oggi si adatta perfettamente al momento storico che stiamo vivendo».