Lo scrittore Sandro Veronesi, già vincitore del premio Strega nel 2006 con “Caos calmo” (Bompiani), si aggiudica anche l’edizione 2020 – la 74esima – con il romanzo “Il colibrì” (La Nave di Teseo). Al secondo posto Gianrico Carofiglio con il giallo “La misura del tempo” (Einaudi) e al terzo Valeria Parrella con “Almarina” (Einaudi).
“Il colibrì”, uscito a fine ottobre del 2019, era stato giudicato il migliore libro del 2019 da “la Lettura“, il supplemento culturale del Corriere della Sera.
Fin da subito il romanzo di Sandro Veronesi (nato a Firenze 61 anni fa) è stato associato a “Il cardellino” (Rizzoli) della scrittrice premio Pulitzer Donna Tartt: il dolore è lo stesso, ma i fatti narrati, con riferimenti alla realtà, sono diversi.
“Il colibrì”: la trama
Il dottore Marco Carrera, cresciuto a Firenze, specialista a Roma in oculistica e oftalmologia, è stato soprannominato dalla madre “colibrì” perché fino a quattordici anni era più basso dei suoi coetanei. Poi, dopo discussioni in famiglia, il padre l’ha portato a Milano per sottoporlo a una cura sperimentale a base di ormoni, grazie alla quale è cresciuto di sedici centimetri in otto mesi.
Il dottore Carrera ha una moglie, un’amante con la quale per un certo periodo decide di non fare sesso, una figlia, dei genitori che non si sono mai amati, un fratello che non gli parla più, una sorella morta suicida e altre due piccole grandi donne entreranno nella sua vita. Un antieroe alla “Stoner“, per citare un altro classico contemporaneo, che conduce una esistenza apparentemente normale, in realtà modello di resilienza visto come affronta i drammi che il destino gli riserverà.
“Il colibrì” è una lettura appassionante, di quelle che porti avanti ovunque ti trovi. E questo è dovuto anche a come è stato strutturato. Si va avanti e indietro nel tempo, perdendosi tra le date, i periodi, le fasi, le relazioni, ma va bene così. La trama viene svelata in un modo che ci piace molto, anche attraverso lettere, email, dialoghi. Il finale è tosto, commovente e politico (non possiamo dire di più). Un romanzo destrutturato per tutti quelli che sanno cadere, e rialzarsi. Pronto per un film.