Conosciamo meglio gli 8 giovani artisti che saliranno sul palco della sessantottesima edizione del Festival di Sanremo
Abbiamo già conosciuto tutti i Big in gara al prossimo Festival di Sanremo, ora è il momento delle Nuove Proposte. Ascolteremo le prime quattro canzoni dei giovani concorrenti durante la prima serata di mercoledì 7 febbraio, le altre quattro giovedì 8. Venerdì 9, infine, conosceremo il vincitore della sessantottesima edizione del Festival.
Mudimbi
Michel Mudimbi è nato a San benedetto del Tronto 31 anni fa, da madre italiana e padre congolese, che non ha mai frequentato. Già da piccolo sognava il palco e attraverso il rap ha sempre raccontato di sé. A Sanremo canta Il Mago, scritto con Andrea Bonomo.
Quando è nata la tua canzone?
Non avevo brani inediti, in vista di Sanremo mi sono messo davanti al foglio bianco.
Cosa ti aspetti da quest’esperienza?
È una grandissima vetrina. Nel bene e nel male porterà i frutti che deve.
Sei legatissimo a tua mamma, cos’ha detto?
Lo vive come un sogno. Lo abbiamo sempre guardato insieme. Sono felice di restituirle soddisfazioni.
Hai un sogno ricorrente?
Da quando sono ragazzino nei sogni riesco a volare solo alzando una gamba.
Il Big che più ti incuriosisce?
Mirkoeilcane
Mirko Mancini è un cantautore romano di 32 anni e la sua Stiamo tutti bene è un brano parlato che racconta l’immigrazione e il pericoloso viaggio in mare compiuto dai migranti visto con gli occhi di un bambino. Con Sanremo esce il suo secondo album Secondo me. «Mi piacciono i giochi di parole. E ci sono dentro io».
Come è nata la tua canzone?
Una sera, parlando con un ragazzo che mi raccontava la sua storia, con un sorriso incredibile.
Scrivi di quello che vivi?
Sempre. Di cose che non vedo non saprei parlare. Prendo la penna e appunto sul quadernino.
Da quando?
Le prime canzoni da adolescente. Ma fin da piccolo appassionato di parole e scrittura.
Sei il più programmato in radio. Aspettative?
Sono pragmatico. Ma mi fa piacere che ci sia attenzione al testo. Ultimamente la musica serve ad accompagnare lo shopping.
Una cosa che viene con te a Sanremo?
La mia chitarra.
Perché non racconti come mai hai scelto il nome Mirkoeilcane?
Perché le motivazioni non sono divertenti. È più divertente non dirlo.
Alice Caioli
Ventiduenne siciliana di Acquedolci, in provincia di Messina, scrive da quando era piccolissima. Specchi rotti parla del suo rapporto mancato con il padre «L’ho scritta due anni fa, è un invito a non prendere strade sbagliate a tutti i ragazzi in difficoltà»
Tu hai mai preso strade sbagliate?
A diciassette anni ho rischiato. È stato un anno difficile. Mi ha salvato mia madre. E la musica.
Tuo padre lo vedi?
Ha un’altra famiglia, ho cinque fratellini. Siamo in contatto soprattutto per loro. Sono più matura per affrontare questa crepa.
Come affronti il Festival?
Con spensieratezza. È una grande occasione.
Sei arrivata ai Bootcamp di X Factor nel 2013. Cosa ricordi?
L’ho vissuto come un gioco. Era l’anno del mio scivolone. Ho capito lì che il canto non era solo passione, ma il mio lavoro. Ho messo la testa a posto.
Look sul palco?
Ho puntato su uno stilista emergente siciliano. Prima sera pantaloni!
Chi porti con te?
Mia madre, che adoro. E un ciondolino e un anellino con pipistrello. È un animale intelligente e il primo pupazzo che mi hanno regalato i miei è stato Bartok, il pipistrello del film Anastasia. È un ricordo felice.
Eva
All’anagrafe Eva Pevarello, si è fatta conoscere a X Factor nella squadra di Manuel Agnelli. Ha già aperto concerti di Carmen Consoli, Max Gazzè e Afterhours. Il suo brano si chiama Cosa ti salverà.
Di cosa parla la tua canzone?
Dell’essere davvero felici per noi, a prescindere da chi vorremmo essere o chi siamo.
Cosa ti rende felice?
Inseguire i sogni e le passioni. Essere circondata dalle persone che amo.
Ti manca fare la tatuatrice?
No, perché non ho mai smesso di tatuare. È come se mi dicessero di smettere di cantare.
C’è un tatuaggio per Sanremo?
Ci sarà, ma non l’ho ancora pensato.
Ansia da Festival?
È un palco super importante, sono agitata e non ho trucchi antistress. Sto imparando a convivere con l’ansia.
Manuel Agnelli lo hai sentito?
Mi ha detto che lo rendo molto orgoglioso. È una figura importante per me.
Look sul palco?
Ovviamente elegante. Mi veste Francesca Piccini. Ci siamo conosciute a X Factor, mi ha vestito nel tour di Carmen Consoli.
Chi porti con te?
I miei genitori e il mio ragazzo. Ho il loro pieno appoggio.
Portafortuna?
Una coccinella in legno che mi ha regalato mio papà e ho sempre con me e un anello con un dente del giudizio che mi ha regalato la mia migliore amica.
Leonardo Monteiro
Da piccolo è cresciuto in comunità educativa. Salvato dalla danza e dalla musica in generale a 11 anni già ballava alla Scala di Milano. Poi l’esperienza ad Amici nel 2005 e la vita a New York dove incontra il gospel. Oggi ha 28 anni e canta Bianca.
Cosa racconta?
Una relazione può finire, ma l’amore dura per sempre.
Cosa ricordi della tua infanzia?
Molto bullismo, che mi ha dato la spinta a sognare. Volevo di più. Ho fatto il provino alla Scala e mi hanno preso. Un cambio radicale per la mia vita. Ringrazio gli insegnanti che hanno creduto in me.
Dalla danza al canto, come?
Mi sembrava di aver raggiunto il mio massimo come ballerino. Sono andato a New York e ho scoperto il gospel. Mi sono messo a studiare.
Danza o canto, quindi?
Con la danza mi sentivo gratificato, con il canto sento di poter esprimere completamente le mie emozioni.
Sanremo è?
Una partenza.
Chi chiamerai dopo l’esibizione?
Mia mamma, la mia grande musa ispiratrice. Sono felice di averla resa fiera di me.
Da quando porti i capelli così?
Da circa tre mesi. Mi piace molto questo look, mi ci riconosco di più. Poi chissà.
Pensi di vincere?
Spero. Ma le aspettative rovinano le esperienze. Voglio solo salire sul palco e dare il meglio di me.
Giulia Casieri
Cantautrice monzese di ventidue anni, ha fin da piccola la passione per la scrittura che diventa presto esigenza di raccontare attraverso la voce. Canta Come stai?
Ciao Giulia, come stai?
Più si avvicina il Festival e più mi sento agitata.
Cosa canti?
Il racconto sincero di quello che ha rappresentato una parte della mia vita passata.
Sanremo era un sogno?
Non lo stavo cercando. Quando è nato il brano mi hanno detto di provarci.
Lo guardavi?
No.
Chi porti con te?
Le mie amiche e la mia famiglia. Condividerò con loro quest’esperienza.
Look?
So che manca poco, ma ci stiamo ancora lavorando.
Un big che hai voglia di conoscere?
Mi piace molto Mario Biondi, la sua voce.
La canzone preferita di Claudio Baglioni?
Questo piccolo grande amore.
Ultimo
Niccolò Moriconi è un ventunenne romano già affermato nel mondo dell’hip hop. Ama definirsi cantautorap. Canta Il ballo delle incertezze, già vincitore del premio Lumezia per il miglior testo delle Nuove Proposte.
Quando lo hai scritto?
Poco prima del Festival, ho cercato di riunire tutti i miei generi, come fossero tre canzoni in una, senza etichette.
Hai vinto l’importante Premio Lumezia.
Per me vale doppio, ero convinto avrebbe vinto Mirkoeilcane con il suo bellissimo testo.
Canti che ti sei guardato dentro, cosa hai trovato?
Mi guardo sempre dentro. Sistemo le abitudini sbagliate. Non mi sento adatto alla vita.
Da quando scrivi?
Avevo 13 anni. Ma le prime erano un giro di do e scrivevo “mi manchi”. Si matura in base alle cose che si ascoltano, perdendo la paura di dire determinate cose.
Cosa ti aspetti da Sanremo?
Non lo vivo come se stessi trovando un tesoro. È importante, ho insistito io per andarci, ma non è che ci si gioca la vita a Sanremo. Importa il percorso che c’è fuori.
La prima persona che hai chiamato, quando ti hanno scelto?
La mia ragazza.
Il big che più vuoi incontrare?
Sono di parte, dico Fabrizio Moro. Siamo dello stesso quartiere di Roma, sono prima di tutto suo fan. Tolta la parte artistica, lui è come me.
Cosa porti con te?
I ricordi. Immagini e colori e profumi della quotidianità che mi hanno colpito. Mi porto le abitudini giuste.
Lorenzo Baglioni
Con una laurea in matematica con specializzazione in calcolo delle probabilità, il trentaduenne di Grosseto, che non è parente del padrone di casa Claudio, canta Il congiuntivo.
Ma come viene l’idea di dedicare un brano al congiuntivo?
Facevo il professore e volevo trovare un modo di raccontare la matematica in modo più facile. Ho scritto una canzone e ha funzionato benissimo. Da lì l’idea di scrivere un disco “didattico”, Bella, prof, che esce il 16 febbraio. Il congiuntivo era argomento spontaneo. Sanremo è venuto dopo.
Per quanto hai insegnato?
Non per tanto, facevo già i miei spettacoli. Ma sono felice di aver unito le due rette parallele, la didattica nella mia vita artistica. Ho sconfitto il quinto postulato di Euclide!
Più cantante o più attore?
Me lo chiedo spesso. Se faccio musica ci metto il teatro e viceversa. Ho due anime vive che si incastrano.
Il ruolo del professore anche in un format per Sky, da marzo.
Fa tutto parte dello stesso progetto e dello stesso messaggio. Sono forme diverse. Anche Sanremo ne è un capitolo.
Aspettative?
Una volta che arrivi all’Ariston, anche solo per rispetto di tutti quelli che ci hanno provato, devi giocartela al massimo.
Effetto scimmia Gabbani?
Avremo una bella messa in scena, giocheremo con le lavagne.
Vincerai?
Se vinco sarò felicissimo. Ma, senza retorica, per me questo è già un traguardo.
Un oggetto che porti con te? Il vocabolario non vale.
Porterò un cuscino a forma di cuore, è un po’ un portafortuna. Lo userò anche nella canzone.
Tutto sul Festival di Sanremo 2018: le canzoni, i cantanti, i presentatori e gli ospiti
Vai allo speciale Sanremo di Tv Sorrisi e Canzoni
Guarda le foto del party esclusivo di Sorrisi “Stasera tutti a Casa”, organizzato con Radio 105, Radio Subasio e Radio Monte Carlo presso Casa Sanremo, per dare il via, insieme a tutti gli artisti, alla 68° edizione della gara.