Smoking bianco come il grande Gatsby o come un comandante su un transantlantico, Claudio Baglioni ha dato il via all’attesissima finale della 69esima edizione del Festival di Sanremo. Una finale con tanti dubbi: riuscirà a risollevare le sorti di un’edizione partita non proprio bene?
Le critiche fatte a questo Sanremo firmato dal cantautore più romantico di tutti i tempi, sono state tante: troppo lungo, troppi cantanti tutti insieme, poco trascinanti i presentatori, siparietti che non facevano ridere (ma chi li ha scritti?), un palco “scarno” (ma dove avete messo la scala??? E i fiori???). Però c’è una cosa di cui dobbiamo dare merito a Claudio Baglioni: ci ha fatto conoscere dei giovani autori, trapper e rapper per lo più, che in tv non passano mai e che sarebbero rimasti confinati nei circuiti frequentati dai nostri figli.
E «Nessuno è perfetto» dice Baglioni citando il film A qualcuno piace caldo di Billy Wilder (sì, quello con Marylin Monroe) per spiegare che, comunque, lui ha fatto tutto il possibile per confermare quello che è stato il Sanremo dello scorso anno. L’atmosfera è quasi hollywoodiana e forse questo spiega l’abito da Jessica Rabbit di Virginia Raffaele (Armani Privé) e lo smoking da Dean Martin di Claudio Bisio (Giorgio Armani).
Daniele Silvestri conferma di essere un fuoriclasse, per la serata finale si è messo però l’abito da lavoro. Lo preferivamo col giubbotto di pelle e quell’aria un po’ così da uomo che non deve chiedere mai. In compenso Rancore è più dark che mai e bravissimo col suo freestyle. Anna Tatangelo è bellissima, non c’è che dire, col suo abito blu scollatissimo, sorride ma “Le nostre anime di notte”, anche se ricorda il capolavoro dello scrittore Kent Haruf, non lascia il segno.
Il tormentone? Lo abbiamo inseguito per 4 serate ed eccolo qui: Rose viola di Ghemon è una canzone che entra in testa e non esce più. Comunque il rapper avellinese si farà ricordare. Non fosse altro per i suoi outfit, extralarge, extraoriginal, extra tutto. Quello di stasera a qualcuno ricordava un po’ i giubbotti dell’anas. Ma perché no? Mentre i Negrita a dimostrazione che sono “Ragazzi che stanno bene”, stasera ricordano sempre di più i Rolling Stones. Da notare le piume di struzzo sul microfono (sì perché in questa edizione anche i microfoni si possono personalizzare). Dai Pau, facci ballare come Mick!
Poi arriva Ultimo (stupenda la battuta su twitter di qualche giorno fa: se è Ultimo perché allora il Festival va avanti?) con “Quei tuoi particolari” e la serata si scalda davvero: bella voce, faccina tenera, sguardo languido. A furia di sentirla la canzone attecchisce e lui è già il preferito di tutte le ragazze, e le mamme, col cuore di burro. Per lui applausi a scena aperta.
La serata parte in quarta: un cantante dietro l’altro (a parte qualche siparietto da avanspettacolo e lo show fuori dal teatro di Renato Pozzetto insieme a Lo stato sociale che canta “E la vita e la vita” già colonna sonora di uno spot). Nek arriva senza smoking ma col chiodo da rocker quale è. E continua col suo motto: Mi farò trovare pronto.
Virginia indossa uno smoking da donna bianco ed ecco il primo ospite: Eros Ramazzotti, qui per lanciare il suo “Vita ce n’è tour mondiale” che parte il 17 febbraio da Monaco di Baviera ed approda in Italia l’8 e 9 marzo a Milano e il 16 a Roma. Una canzone e poi il solito duetto con Baglioni: “Adesso tu”, e parte il karaoke in sala e a casa con tanto di braccia alzate e smartphone-accendini accesi. «Grazie Eros per tutta la musica che ci hai dato» dice Baglioni e noi concordiamo. Ma non finisce qui, perché sul palco con Eros sale Luis Fonsi, quello di Despacito, e vai a bailar.
La fatina blu Loredana Berté si conferma grintosa fino alla fine. Il suo “Cosa ti aspetti da me”, “Cosa vuoi da me” siamo sicure che diventerà la risposta pronta di molte di noi per i prossimi mesi. Standing ovation. Mentre è tiepida l’accoglienza per Francesco Renga dopo la brutta battuta di ieri al DopoFestival – in pratica ha detto che la voce maschile è più armoniosa e bella di quella femminile (ma come gli è uscita?). Per fortuna subito dopo arriva Mahmood, una bella scoperta e uno dei nostri preferiti. Stasera è vestito “normale”. Peccato che la partenza sia falsa e il microfono non si sente. Ma lui è simpatico e arrivano gli applausi. E poi stasera dà il meglio. Soldi, soldi, soldi.
Intanto il trio di conduttori (sulle note della canzone della Famiglia Addams) fa autoironia delle critiche che sono arrivate dal popolo del web: freddina (Virginia), sbracato (Bisio), ingessato (Baglioni)… Voi cosa ne pensate?
Alle 23,20 arriva Elisa a commuovere gli spettatori. Duetto con Baglioni su Vedrai, vedrai, canzone di Luigi Tenco. Poesia vera. E fazzoletti pronti.
E, se la prima parte della serata era all’insegna del bianco, nella seconda sono tutti vestiti di nero. Come Arisa che, però, stecca. La voce trema. Colpa dell’emozione o dell’influenza pare. Poi ecco una sfilza di giovani (promesse e affermate): Irama, begli occhi e sicuro di sé, ce la mette tutta, pure troppo, ma non ha la presenza di Achille Lauro che, nonostante le polemiche che ha scatenato in questi giorni (è una canzone copiata, inneggia alla droga…), si muove benissimo sul palco, è provocatorio (il chitarrista arriva con un ciuccio in bocca) e per questo piace. Così Rolls Royce è la nuova “Vita spericolata”.