Irrequieta e malinconica. Così appare Sissi, imperatrice d’Austria, alla soglia dei 40 anni nel film Il corsetto dell’imperatrice di Marie Kreutzer, candidato all’Oscar come pellicola straniera e interpretato da una intensa Vicky Krieps che ha vinto il premio Un certain regard all’ultimo Festival di Cannes.
Sissi: bellissima e insofferente al sistema
La sua bellezza era nota, come la sua insofferenza al sistema: meno conosciuta la sua paura di invecchiare, di sfiorire. Era una donna che, più del potere, voleva vivere e amare. La regista ce la mostra nelle sue ossessioni: per la forma fisica (da cui gli attrezzi con cui faceva ginnastica), per il peso (mangiava pochissimo e il corsetto doveva lasciare senza fiato), per l’età (faceva bagni gelati e dopo i 40 anni non si fece più ritrarre). Cavalcava, tirava di scherma, era allergica al ruolo, alle etichette, ai pettegolezzi: fumava, aveva alcuni amanti, non aveva paura di parlare. Ma era infelice e sola, perseguitata dai suoi fantasmi: non si riprese mai dalla morte della primogenita a 2 anni per una polmonite. Cercava di sparire negandosi il cibo.
Il corsetto di Sissi
Nel film sembra, a volte, un animale in gabbia. E il corsetto diventa metafora della costrizione. «Indossarlo è stata davvero un’esperienza che non dimenticherò» ha rivelato Vicky Krieps. «La rigida costrizione fisica influiva enormemente sulle mie emozioni. Quando lo mettevo su e me lo allacciavano, mi sentivo immediatamente triste. Appena me lo toglievano, mi sentivo felice e potevo ricominciare a ridere. Forse dipende anche dal fatto che il diaframma è il punto in cui il corsetto si stringe di più. Ho letto da qualche parte che è il muscolo dove risiedono tutte le nostre emozioni».
Sissie le auto-torture fisiche
Sissi aveva paura di perdersi. «Cercava di restare in contatto con se stessa» continua Vicky Krieps «e per questo si sottoponeva costantemente a una sorta di lenta tortura, con diete e sport di resistenza. Mentre giravamo, ho pensato di frequente: “Le sto dando la possibilità di fare tutto quello che non ha potuto fare allora: fumare, fare il dito a qualcuno, tagliarsi i capelli…». Un’immagine così lontana dalla romantica principessa protagonista del film del 1955 con Romy Schneider. Di sicuro più vera e attuale. «La grande domanda era: che cosa succede quando tutti smettiamo di fingere?» continua l’attrice lussemburghese, 40 anni, già vista nella serie Das Boot, che per il ruolo ha imparato a parlare ungherese e a tirare di scherma, «ma per fortuna sapevo già cavalcare piuttosto bene. La cosa più complicata? Nuotare nel Danubio con temperature sotto zero…».