Il 15 gennaio, sulla scia del grandissimo successo di Bohemian Rhapsody e Rocketman – arriva Stardust un altro grande film biografico musicale e, questa volta, il protagonista sarà David Bowie interpretato da Johnny Flynn. Impersonare il genio nato a Brixton (che ha raggiunto lo status di divinità il giorno della sua morte il 10 gennaio del 2016) non era certamente semplice, motivo per cui l’attore e musicista Flynn ha rifiutato il ruolo quando il regista del film Gabriel Range gli ha inviato per la prima volta un’e-mail con la richiesta di vagliare il copione. Solo anni dopo, nel 2018, quando Flynn ha visitato la mostra “David Bowie Is” a Brooklyn ha deciso di abbracciare lo spirito del mitico Duca bianco e l’intero progetto.
Il film, a differenza dei biopic precedenti, fotografa non l’intera esistenza di David Bowie, bensì il momento della sua vita che ha visto la creazione del famoso alter ego dai capelli infuocati, Ziggy Stardust, che lo ha poi portato alla celebrità globale. Flynn ha detto a Yahoo Movies: «È una produzione piuttosto piccola che vuole però raccontare un grande fatto: la storia della prima visita di un giovane David Bowie negli Stati Uniti risalente al 1971, e cioè al periodo in cui stava lavorando all’album “Hunky Dory”». Il 24enne David ha intrapreso il suo primo viaggio in America con l’agente (in difficoltà) Ron Oberman che lo ha lanciato in un mondo non ancora pronto per lui. Stardust offre uno scorcio dei momenti che hanno ispirato la creazione del mito catturando la svolta che ha cementato la sua carriera come una delle più grandi icone culturali del mondo.
Il film, scritto da Christopher Bell e Gabriel Range, mostra quindi David prima che divenisse Bowie, dopo che aveva avuto già un certo successo nel Regno Unito con l’uscita di Space Oddity e The Man Who Sold the World ma quando era ancora in cerca di un’identità ben precisa. Sia musicalmente che personalmente.
Purtroppo la pellicola, distribuita solamente in streaming, nonostante non sia ancora uscita, è riuscita a scatenare già molte polemiche: non utilizza infatti le musiche di David Bowie. Nel febbraio 2019, infatti, il figlio di Bowie, il regista Duncan Jones, aveva annunciato che Stardust non avrebbe mai avuto la benedizione della famiglia e che gli autori non avevano il diritto di utilizzare la musica di suo padre. A fine novembre ha twittato: «Sto dicendo che questo film non avrà la musica di papà e vedere un film biografico senza la sua musica è ridicolo».
Forse ha ragione. Ma proprio per questo il film è già entrato nella storia.