Stefano De Martino ha passato la vita con i riflettori puntati addosso. A 19 anni ballava ad Amici di Maria De Filippi, bucando lo schermo e facendo perdere la testa a tantissime ragazze, compresa Emma, all’epoca anche lei concorrente del talent. Sembrava il fidanzamento perfetto, il loro… Se non fosse arrivata la donna più desiderata dagli italiani: Belén Rodríguez.
Tra lei e Stefano è amore a prima vista: si sposano nel 2013 – lei 28 anni, lui 23 – e hanno un figlio, Santiago. Stanno insieme fino al 2015, poi si lasciano, si riprendono, si rilasciano l’anno scorso. Intanto la carriera di Stefano pian piano prende il volo. A 28 anni esordisce come conduttore in Rai con Made in Sud. Oggi che di anni ne ha 31 si è separato da Belén, ma è rimasto saldamente agganciato alla tv pubblica: è appena tornato alla guida dello show Stasera tutto è possibile, che con lui va anche meglio di quando c’era Amadeus.
In collegamento via Zoom dal suo appartamento di Napoli, mi spiega subito come faccia a sopravvivere a tutta la pressione mediatica che ancora gli piomba addosso: «Semplicemente, ho smesso di prestarle attenzione. Mi dedico a mio figlio e al lavoro». E le poche volte in cui accenna a Belén, lo fa con l’affetto e il rispetto che un uomo sereno con se stesso rivolge alla donna che è stata il suo grande amore ed è la madre di suo figlio.
È stato difficile passare dalla carriera di ballerino a quella di conduttore?
«Sai, danzare è un mestiere a scadenza, così ho cominciato a strizzare l’occhio al varietà. E mi sono ispirato a Maria De Filippi. Il suo modo di condurre mi ha sempre affascinato. Lei lavora sull’autenticità: è naturale, non ha mai la voce impostata. Volevo essere così anch’io».
Guardandoti in Stasera tutto è possibile sembri molto a tuo agio.
«C’è tanto lavoro dietro, ti assicuro, perché solo studiando molto riesci a essere naturale. Io partecipo alle riunioni degli autori, so come è nata ogni idea che c’è in scaletta: è così che poi sul palco posso essere me stesso».
Ecco, chi è il vero Stefano De Martino?
«Un ragazzo che viene dalla periferia difficile di Napoli. Per fortuna ho ricevuto un’educazione molto solida. Passavo le giornate nel bar di mio nonno, dove lavorava tutta la famiglia, e i miei vigilavano che non mi cacciassi nei guai. Papà era ballerino classico, ha danzato anche al Teatro San Carlo ma non ha avuto la mia stessa fortuna. E proprio perché conosceva la precarietà del mestiere, all’inizio non voleva che seguissi le sue orme. Io invece ho capito subito che possedevo una specie di predisposizione genetica, quando ballavo mi sentivo a casa».
E così hai deciso di tentare.
«Per non gravare economicamente sulla mia famiglia mi sono messo a lavorare, ho fatto il fruttivendolo e il cameriere. Se studi Giurisprudenza o Medicina ti senti giustificato a farti mantenere dai tuoi, io sapevo che la mia era una scommessa, perciò ho cercato di vincerla con le mie forze».
Poi è arrivato Amici, e la fama. Che ricordi hai?
«Ero molto frastornato: riuscire a guadagnare dei soldi con la danza mi sembrava incredibile, avevo molta paura che finisse tutto all’improvviso. Solo quando sono andato in America a lavorare con una compagnia, lontano da quel clamore che mi si era creato intorno, ho realizzato che era tutto vero. Broadway era piena di giovani ballerini come me».
Un clamore motivato: quando hai incontrato Belén, tutta l’Italia si è appassionata alla vostra storia d’amore.
«Il perché non me lo sono mai spiegato, a me non sembrava un evento straordinario. Ero un ragazzo innamorato che sposava la sua ragazza, mica sbarcavo su Marte».
Però siete stati una coppia da sogno. E insieme avete avuto Santiago, che ora ha 7 anni. Com’è il tuo rapporto con lui?
«Molto complice. Forse dipende dal fatto che ero un ragazzino anch’io quando è nato, l’avessi avuto più tardi magari sarei stato più ansioso. Mi piace passare le giornate con lui a casa, e perfino annoiarci mentre aspettiamo che ci venga un’idea per un gioco. Un genitore crede di dover sempre impegnare i figli in mille cose, ma io ricordo che da piccolo mi capitavano interi pomeriggi di noia e dopo un po’ cominciavo a fantasticare, a creare. Vorrei provasse questo stesso piacere anche lui».
Essere un papà giovane ti ha aiutato con lui? «Sì, ma cerco di essere anche un padre “vero”. Per mio figlio voglio costruire qualcosa, fare in modo che da grande possa scegliere e trovare la sua strada con meno affanni di me».
Pensi mai di avere altri bambini?
«L’idea mi piace, non lo nego, ma un figlio lo desideri quando hai qualcuno accanto. In questo momento mi è difficile immaginarlo».
Eppure sul web ti attribuiscono una nuova relazione ogni settimana.
«La verità? Sono felicemente single. E sto imparando a stare da solo, cosa che prima non sapevo fare. Ho capito che mi serviva del tempo per ascoltarmi, quando ero in coppia il senso di abnegazione prendeva il sopravvento e trascuravo me stesso. La mia vita è comunque piena: il programma si registra a Napoli e Santiago vive a Milano, faccio continuamente su e giù tra le 2 città».
Con Belén vi trovate d’accordo sulla sua educazione?
«In un modo quasi perfetto: nonostante i nostri problemi, Santiago per noi rimane il centro di tutto. Non è facile, ci richiede una grandissima lucidità. Ma ce la stiamo facendo».