«La monogamia? Una costrizione sopravvalutata». «Gli uomini? Carenti e noiosi. Rimangono il sesso forte perché le donne non fanno sempre squadra. Quando inizieranno, non ce ne sarà più per nessuno». Se pensate che a pronunciare queste frasi sia una under 30 punta di diamante del nuovo femminismo, sbagliate. A scandirle, con voce pacata e immancabile filo di perle al collo, è Sveva Casati Modignani. Ovvero, per i pochi che non la conoscessero, Nostra Signora del bestseller. Milanese, 83 anni, Bice Cairati all’anagrafe, ha iniziato a scrivere romanzi 40 anni fa esatti e non ha mai smesso, superando i 12 milioni di copie vendute in Italia. Ogni libro che porta la sua firma balza subito in vetta alle classifiche. Sta succedendo anche con l’ultimo, L’amore fa miracoli, pubblicato come sempre da Sperling & Kupfer.
L’ultimo libro: L’amore fa miracoli
«Bel titolo, vero? È una verità a cui credo» dice sorseggiando un tazza di tè. «Se oggi smettessimo di odiare, di urlare cattiverie in piazza e sui social, migliorerebbe tutto, perché ci sarebbe più attenzione all’altro, più disponibilità ad ascoltarci e a rispettarci». Mi fermo a riflettere su questa visione così ottimistica, ma la scrittrice dei record mi spiazza subito. «Non è che con l’età sia diventata buonista o sdolcinata. Le protagoniste del nuovo romanzo, per esempio, sono 4 quarantenni che vivono senza tirarsi indietro e si trovano a crescere un figlio senza un partner o a tradire il compagno». Ecco, il tradimento: «L’uomo è poligamo per natura e ai maschi l’abbiamo sempre concesso, ora ammettiamolo anche per le signore. Se una donna tradisce non è più innamorata di chi le sta accanto, ma è fedele a se stessa e ai suoi sentimenti. Oppure è solo un “cornino” che nulla toglie al marito».
E lei, Sveva, ha mai tradito?
E lei, Sveva, ha mai tradito? «Mai, purtroppo. Io faccio parte di quella generazione di donne che abbassava il capo davanti al maschio» risponde. «Ai miei tempi si credeva al “per sempre” e si stava in silenzio. Ma quanti rimpianti e quanti uomini con cui avrei fatto volentieri una follia… Ma nella vita ho amato una volta sola, perché mio marito se n’è andato quando io ero già troppo in là con l’età e non avevo più voglia di innamorarmi. Ho preferito scrivere».
Già, la scrittura. Passione che arriva da lontano. «Quando ero piccola Milano era sotto le bombe. Così scappavamo nella fattoria dello zio. E lì, nella stalla, si riunivano vecchi e bambini, con i primi che sussurravano vicende e ricordi e tratteggiavano alla perfezione persone e sentimenti. Io li ascoltavo rapita. Mi sono nutrita di storie e ho iniziato a raccontarle perché mi piace da impazzire».
Prima le ha scritte sul mitico quotidiano La Notte, dove lei, poco più che ragazza, intervistava i big dello spettacolo. «Ho esordito con Joséphine Baker, poi i Beatles che ho incontrato nella loro stanza d’albergo, mentre il regista Luchino Visconti mi ha accolto nella vasca da bagno. A quei tempi andava di moda così» scoppia a ridere.
L’incontro con Nullo Cantaroni
Nel mondo dei giornali Sveva incontra Nullo Cantaroni – «l’amore vero, che è anche sopportazione» – poi i quotidiani li lascia quando diventa mamma di Nicola. Ma non smette di inventare storie. Un giorno il marito trova quei fogli vergati fitti fitti e le suggerisce di lavorare insieme. «Il nostro editore ci ha proposto di pubblicare con lo pseudonimo Sveva Casati Modignani. Poi, dopo i primi romanzi, Nullo si è ammalato gravemente di Parkinson e io ho continuato da sola. Non posso smettere, sono i personaggi che mi chiamano. Tutto parte da un’immagine, magari dal volto di una signora alla fermata del tram». Sono quasi sempre loro le protagoniste dei suoi romanzi. Donne come noi, che rincorrono sogni e fidanzati, si appoggiano alle amiche e commettono errori.
«Quanti uomini con cui avrei fatto volentieri una follia… ma ho amato una volta sola: mio marito se n’è andato quando io ero già troppo in là con l’età e non avevo più voglia di innamorarmi. Ho preferito continuare a scrivere»
La routine di scrittrice
L’autrice si documenta per un anno e scrive per 6 mesi. Inizia ogni nuovo romanzo il 1° gennaio, alle 4 del pomeriggio, sulla sua macchina da scrivere, una Olivetti rossa che chiama Valentina. «Scelgo trame realistiche, in cui i lettori si possono immedesimare con facilità. Ogni volta c’è il lieto fine, perché tutti lo cercano da sempre, come un abbraccio dopo una brutta giornata. Condisco il tutto con qualche fustigata qua e là, perché in fondo rimango una vecchia signora con la testa fra le nuvole e i piedi ben piantati per terra, una cantastorie che parla di tutti noi. Sarà per questo che i miei libri piacciono tanto». E non solo alle signore over 60 come lei, ma sempre più anche alle ragazze e agli uomini, che li rubano dal comodino della moglie. Anche i critici letterari, che un tempo storcevano il naso, ora fanno il tifo per lei. «Non mi sono mai dannata per le recensioni negative. Non scrivo la Divina Commedia, non ne sarei capace, mi metto alla scrivania e lascio briglia sciolta alla fantasia. Parlo ai miei personaggi e chiedo loro di ispirarmi: le protagoniste dell’ultimo libro, per esempio, mi hanno tenuto compagnia durante i lunghi lockdown».
«Scelgo trame realistiche, in cui potersi identificare con facilità. e ci metto il lieto fine, perché tutti lo cercano da sempre, come un abbraccio dopo una brutta giornata»
«Preferisco stare con i miei tre nipoti»
Ora la quotidianità è ripresa frenetica, su e giù per l’Italia a parlare del suo romanzo. Ogni tanto, un pomeriggio casalingo con le amiche. «Mi sono un po’ rotta di questi ritrovi in cui si parla solo di malattie e risonanze magnetiche. Preferisco stare con i miei tre nipoti. Le due ragazze mi fanno impazzire: mi svelano i loro casini sentimentali, discutiamo del movimento Fridays for future e mi insegnano che la vita è adesso e bisogna godersi ogni istante con gioia. Vado matta per queste nuove generazioni di donne, perché hanno voglia di fare e sperimentare. Si buttano senza il paracadute perché purtroppo glielo abbiano tolto noi e i loro genitori, ma volano e secondo me arriveranno lontano».
Dalle nipoti, Sveva ha preso anche la passione per le serie tv. «Sono una patita di Netflix, ho divorato Suits, Designated Survivor e Bridgerton, mentre della Rai adoro Imma Tataranni. Le ragazze mi hanno parlato anche di Squid Game, potrei dargli una chance. Mi spetta un po’ di relax prima di buttarmi nel nuovo romanzo. Vorrei morire raccontando storie. In fondo lo faccio per me, perché mi fanno stare bene».
Sveva Casati Modignani, una scrittrice da 12 milioni di copie
37 romanzi in 40 anni, dal primo, Anna dagli occhi verdi, che dal 1981 ha totalizzato 29 ristampe, all’ultimo, L’amore fa miracoli, subito in testa alle classifiche come i predecessori. In totale, oltre 12 milioni di copie vendute in Italia.
Sveva Casati Modignani è un brand: la casa editrice Sperling & Kupfer scelse il nome per evocare le origini nobili di un’autrice che avrebbe dovuto raccontare storie e amori dell’alta borghesia. Libro dopo libro, però, l’autrice si è concentrata sempre più sulle donne comuni: l’amore è rimasto il tema centrale ma le protagoniste sono immerse nella realtà, dalle lotte sociali al Covid.
Dai romanzi di Sveva Casati Modignani (che nel 2012 ha pubblicato anche l’autobiografia Il diavolo e la rossumata) ha attinto la tv, con 3 fiction tratte da Disperatamente Giulia (Rai, 1989), Donna d’onore (Mediaset, 1993) e Il barone (Mediaset, 1995).