Con la morte di Sinead O’Connor se ne va una cantante straordinaria, ma soprattutto una donna dall’animo tormentato che per tutta la vita ha denunciato con toni estremi il proprio dolore e le proprie inquietudini. L’icona di “Nothing Compares 2 U” è stata una non-diva, che ha sempre detto senza filtri ciò che pensava (pagandone il prezzo in prima persona). Se n’è andata a 56 anni, è stata trovata senza vita nella sua casa di Lambeth, nel sud-est di Londra. Gli occhi magnetici e malinconici, gli inconfondibili capelli cortissimi, i lineamenti perfetti, una voce magica, come solo le cantanti irlandesi hanno, un destino triste che ricorda quello di un’altra leggenda del rock di quel Paese, Dolores O’Riordan, la leader dei Cranberries anche lei scomparsa troppo presto, a soli 46 anni.
L’ultimo post sui social
Nel suo ultimo post sui social media , Sinead ha twittato una foto del suo defunto figlio scrivendo: “Da allora ho vissuto come una creatura notturna non morta. Era l’amore della mia vita, la lampada della mia anima. Eravamo un’anima in due metà. Lui è stata l’unica persona che mi abbia mai amato incondizionatamente, sono persa senza di lui”.
L’esistenza travagliata di Sinead
Da adolescente ribelle a star della musica mondiale, Sinead O’Connor ha vissuto un’esistenza travagliata. Dagli abusi subiti durante l’infanzia, ai problemi di depressione e di droga, fino ai ripetuti tentativi di togliersi la vita e alla devastante perdita del figlio 17enne Shane, morto suicida solo un anno fa.
Abusi durante l’infanzia e l’adolescenza
Nata a Glenageary, nella contea di Dublino , l’8 dicembre 1966 in una famiglia numerosa (suo fratello Joseph O’Connor è uno scrittore di successo), Sinead O’Connor ha denunciato più volte gli abusi subiti durante l’infanzia per mano dei suoi genitori, che si erano separati quando lei aveva otto anni. Un’adolescenza segnata dalla vita in un collegio religioso: a 14 anni, dopo essere stata etichettata come “bambina problematica”, fu inviata alle Suore di Nostra Signora della Carità. “Non sperimenterò mai un tale panico, terrore e agonia come in quel posto”, disse Sinead nel 1990. “Eravamo ragazze lì dentro, non donne – disse all’epoca all’Irish Sun – e le ragazze lì dentro piangevano ogni giorno”. “Era una prigione. Non vedevamo le nostre famiglie, eravamo rinchiusi, tagliati fuori dalla vita, privati di un’infanzia normale. Ci è stato detto che eravamo lì perché eravamo persone cattive. Alcune delle ragazze erano state violentate a casa e non ci credevano”.
La conversione all’Islam
Sinead ha cambiato il suo nome all’anagrafe in Magda Davitt prima di convertirsi all’Islam e adottare, nel 2018, quello di Shuhadà Davitt.
Il suicidio del figlio di Sinead
Nel gennaio dell’anno scorso, figlio 17enne Shane – avuto dalla relazione col cantante folk Donal Lunny – si è tolto la vita dopo essere fuggito da un ospedale dove era ricoverato proprio perché aveva manifestato tendenze suicide. Nella disperazione di quel momento annunciò in un tweet l’intenzione di “seguire mio figlio”. Poi si scusò, dichiarando che si sarebbe curata.
La depressione e la malattia mentale
Negli ultimi anni la cantante ha dovuto combattere contro la depressione, arrivando più volte a esporre anche pubblicamente i suoi problemi mentali, raccontando di essere affetta da sindrome bipolare.
Successo planetario con “Nothing Compares 2 U”
Nel corso della sua carriera la cantante di Dublino ha pubblicato 10 album in studio. A 19 anni l’esordio con “The Lion and the Cobra”, un album fra rock ed elettronica. Ma il grande pubblico la associa al brano di culto “Nothing Compares 2 U” (composta da Prince) incluso nel suo secondo album “I Do Not Want What I Haven’t Got” e nominato singolo numero uno al mondo nel 1990 dai Billboard Music Awards. Nello stesso anno Sinead O’Connor entra ancora nella storia partecipando al concerto The Wall – Live in Berlin organizzato da Roger Waters, esibendosi sulle note del brano Mother insieme a The Band. Due anni più tardi pubblica il terzo album “Am I Not Your Girl?”, composto da una serie di rivisitazioni di celebri standard jazz con un solo inedito (“Success Has Made a Failure of Our Home”). Di recente aveva condiviso su Facebook che stava lavorando a un album che uscirà il prossimo anno. Aveva anche in programma tournée in vari continenti.
La foto strappata di Papa Giovanni Paolo II
Nel 1992, ospite del Saturday Night Live, mentre cantava “War” di Bob Marley la O’Connor ha cambiato le ultime parole del testo per fare riferimento alla piaga della pedofilia nella Chiesa cattolica in Usa. Nella stessa occasione ha fatto a pezzi una foto di Papa Giovanni Paolo II, un gesto che ha fatto scalpore nel mondo cattolico sollevando accese polemiche.
L’ultima apparizione pubblica di Sinead
Una delle ultime apparizioni pubbliche di Sinead O’Connor è stata all’inizio di quest’anno agli RTÉ Choice Music Awards in Irlanda, dove la cantante ha dedicato un premio assegnatole “a ogni singolo membro della comunità di rifugiati irlandesi”. “Siete i benvenuti in Irlanda. Vi amo moltissimo e vi auguro felicità”, ha detto in quell’occasione Sinead O’Connor ricevendo il caloroso applauso della platea.