Coloro che sono stati adolescenti nel decennio targato 2000 sono anche stati con ogni probabilità tra quelli che hanno riso, pianto e soprattutto sofferto per le vicende di Ryan, Marissa, Seth e Summer in The O.C., uno dei teen drama del piccolo schermo più amati di sempre insieme a Beverly Hills 90210. Solo che, rispetto a quest’ultimo, la tragedia era ben presente nelle vite di tutti i protagonisti: dall’adolescente problematico e introverso, Ryan Atwood (Ben McKenzie), proveniente da una famiglia disagiata e adottato dai ricchi e filantropi Sandy e Kirsten Cohen, con cui si trasferisce nella Contea di Orange, in California; a Seth, timido e imbranato figlio dei Cohen (Adam Brody); passando per la complicata Marissa Cooper, alias Mischa Barton, la più bella e popolare del liceo fino a Summer Roberts, ovvero Rachel Bilson, figlia di un rinomato chirurgo che ama fare shopping e abbronzarsi in piscina.
Intorno ai ragazzi, a Newport Beach, giravano genitori divorziati o adulteri, fratelli o sorelle naturali e acquisiti che spuntano al momento giusto, nuovi arrivi in scena non senza drammi considerevoli, come tentati omicidi e suicidi, il tutto in una sorta di universo “parallelo” alla vita di qualsiasi altro cittadino della California, regolato da leggi non scritte dove chi commette il male, comunque, prima o poi paga.
Riguardare la serie completa – torna nel preserale di Italia 1 alle 19 e dal 5 maggio su La5 in prima serata – a 12 anni dal traumatico finale, con la morte di Marissa che pose fine in maniera tragica ad ogni speranza di rivederla con Ryan, ma che riservò la gioia di vedere Seth e Summer convolare a giuste nozze, potrebbe essere un’eccellente occasione per ripercorrere la gioventù, con i primi litigi con i genitori, la prima volta che abbiamo fatto sesso, la prima volta che abbiamo rubato le perle di mamma o indossato i tacchi alti, che siamo scappate di casa per un corcerto e che ci siamo innamorate.
Già, perché poi, alla fine, quello che tutti ricordiamo di queste serie adolescenziali sono le storie d’amore. Come quella di Summer Roberts e Seth Cohen: gli interpreti dei due personaggi, Rachel Bilson e Adam Brody, hanno effettivamente avuto una lunga relazione nella vita reale e la loro storia durò dal 2003 al 2007. La rottura gettò in uno stato di disperazione tutti i fan che avevano sperato di vedere coronata non solo la favola televisiva.
Ecco altri buoni motivi per (ri)vedere la serie che ha caratterizzato l’inizio del nuovo millennio!
Partiamo dal sogno americano: “California”, non era solo la sigla della serie firmata dai Phantom Planet ma anche un desiderio che si realizzava. Ogni volta che partivano le prime note e si intravedevano il sole, le spiagge immense e le ville bianche sul mare, si immaginava il Paradiso Terrestre dove “freddo” significava un chiodo gettato sulle spalle e i BBQ con gli amici si facevano tutto l’anno!
Buona parte della storia gira intorno Ryan Atwood e alla sua parabola ascendente, che da potenziale criminale a Chino, diventa il protagonista (quasi) assoluto delle cronache della ricca contea di Orange. La serie chiarisce fin da subito che la California è il simbolo di quella possibilità di riscattarsi da un destino segnato e la lezione numero uno di The O.C. è che nella vita di tutti i giorni ci vuole sì del talento, ma anche una buona dose di fortuna.
Forse all’inizio Ryan-bad-boy-redento è il nostro preferito. Ma il vero catalizzatore dell’attenzione delle fan finisce per essere Seth Cohen: romantico nerd, ricci scompigliati, doppia T-shirt che hanno fatto la storia, sguardo sognante e look da eterno hipster, quando ancora non si parlava di hipster. Amante delle graphic novels e fan sfegatato di band come i Death Cab for Cutie, Imogen Heap e The Shins, è stato il paladino dell’indie rock più adorabile della storia.
Summer Roberts è un po’ tutte noi: quando andarono in onda le prime puntate nessuno avrebbe scommesso un centesimo su quella ragazzina troppo ricca e troppo svampita. Ma poi matura e cresce tra numerose difficolt che la rendono la donna che è alla fine della serie: simoatica, divertente e gentile, dall’anio buono e dal cuore d’oro.
I triangoli amorosi di Newport Beach sono ormai leggendari: il creatore della serie Josh Schwartz (per chi non lo sapesse è lo stesso che poi ha partorito Gossip Girl) ha fin dalle prime battute gestito con leggerezza la vita amorosa dei “suoi” personaggi, anche se non sempre hanno un lieto fine. Anzi, in realtà solo Kirsten e Sandy Cohen vivono il loro matrimonio serenamente dalla prima all’ultima puntata.
In ogni puntata si trovano moltissimi riferimenti alla cultura pop degli inizi del 2000 con citazioni famose di film, serie tv, fumetti, videogiochi e libri. La serie è un vero e proprio laboratorio di creatività.
È colpa di O.C. e di Mischa Barton, anzi, di Marissa Cooper se tutte noi abbiamo incominciato ad amare le ballerine di ogni foggia e colore.
L’amicizia più bella è quella che si instaura tra Seth, figlio unico di una famiglia ricchissima e potente di Newport e Ryan, madre alcolizzata e padre in carcere. I due diventano davvero “fratelli” e possono sempre contare l’uno sull’altro.
Infine dobbiamo ad O.C. la creazione della festività Chrismukkah: il perfetto mash-up di Christmas, il Natale, con Channukkah, la festività ebraica conosciuta come Festa delle luci. Perché chi l’ha detto che uno debba scegliere di seguire solo una tradizione?