Tante personalità, colleghi, vip e un flusso ininterrotto di ammiratori hanno voluto dare l’ultimo saluto a Gianni Minà, il giornalista e scrittore morto a 84 anni dopo una breve malattia.

La camera ardente è stata allestita in Campidoglio. Presenti i familiari, la moglie Loredana Macchietti, le figlie Marianna, la più grande, Francesca Emilia e Paola Emilia.

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– Le figlie Francesca e Paola
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– Loredana Macchietti, Roberto Gualtieri e Andrea Purgatori
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– Don Luigi CIotti con Loredana Macchietti
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– Don Luigi Ciotti, Loredana Macchietti e le figlie Francesca Paola e Marianna, Roberto Gualtieri e Miguel Gotor
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– Sigfrido Ranucci
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– Marco Rizzo
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– Loredana Macchietti, il sindaco Gualtieri e un militante dell’Anpi
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– La camera ardente
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– Un rappresentante del Torino Calcio pone una maglia granata sul feretro
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– Milly Carlucci
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– Il libro firme al Campidoglio
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– La camera ardente
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– Alba Parietti con Loredana Macchietti
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– Corone di fiori dietro il feretro
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– Alba Parietti

L’affetto di tanti colleghi

Tra i primi ad arrivare alla camera ardente per abbracciare i famigliari i giornalisti Andrea Purgatori, Sigfrido Ranucci, l’ex sindaco Franco Carraro, don Luigi Ciotti, una delegazione dell’Anpi, Walter Veltroni, e
poi Milly Carlucci, Ricky Tognazzi e Alba Parietti.

Sul feretro la maglia del Torino

Sul grande schermo la foto in bianco e nero del conduttore di “Blitz”. Sul feretro una rosa rossa, un ramoscello d’ulivo e la maglia del Torino, squadra di cui il grande reporter era tifoso. Tante le corone, tra cui quella dell’Associazione nazionale di amicizia Italia-Cuba e quella di Tuttosport.

Gualtieri: “Testimone della storia del 900”

camera ardente Gianni Minà

“Un giornalista e autore televisivo straordinario, autore di pagine memorabili, una personalità riconosciuta in tutto il mondo. Penso uno dei più grandi giornalisti che l’Italia abbia avuto e che abbia saputo interpretare la sua posizione In modo vigoroso e impegnato”, ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri. “Minà è stato protagonista e testimone di pagine fondamentali della storia del 900. Nell’America latina è stato impegnato anche in tante battaglie per i diritti e per la libertà. Insomma, è qualcosa più di un giornalista, è una personalità straordinaria e anche una persona dolcissima, con un grandissimo cuore che ha messo tutto il suo impegno, la sua passione e tutto il suo rigore nel rendere nobile il mestiere del giornalismo”.

Don Ciotti: “Un amico, giornalista libero”

camera ardente Gianni Minà

“Innanzitutto era un amico, poi un giornalista libero, con la schiena diritta, capace di scendere in profondità nella conoscenza delle persone. Le sue interviste erano una consegna di umanità, delle fragilità ma anche della ricchezza umana delle persone. Per me è stato un grande punto di riferimento, soprattutto ha spalancato, con le sue visioni e le sue capacità, uno sguardo molto più ampio sulle finestre del mondo”, ha dichiarato don Luigi Ciotti.

Caselli: “Uniti dal tifo per il Toro”

“Era un grande amico. Minà si rivolgeva a me chiamandomi ‘me amis’, che in piemontese vuol dire ‘il mio amico’. Ci univano tantissime cose, la principale, anche se ora sembrerà la più frivola, era il tifo per la gloriosa squadra granata. Lui era come me, patito”. Lo ha detto l’ex magistrato Gian Carlo Caselli, uscendo dalla camera ardente.

Carlucci: “Amore per il suo mestiere”

camera ardente Gianni Minà

“Gianni è stato un pezzo importantissimo della mia vita perché insieme con lui ho avuto un’importantissima esperienza professionale che è stata quella di ‘Blitz’ e ‘Sistemone’ e prima ancora ‘L’altra domenica’. Ci conosciamo da tutta la vita. È un uomo straordinario per cultura, umanità, per empatia. Le cose che ci ha regalato e che oggi fanno parte delle teche, sono tutte delle dichiarazioni di amore al suo mestiere, perché lui si definiva un cronista che andava in giro a consumarsi le scarpe. Era vero”, è il ricordo della conduttrice televisiva Milly Carlucci.

Bennato: “Compagno di belle avventure”

“Gianni è un grande compagno di avventure, belle avventure”, ha detto Edoardo Bennato all’uscita dalla camera ardente.