“La vita è un dono, non si può buttarla via, la si deve proteggere“, diceva Monica Vitti. Attrice dall’eterno talento, icona del cinema italiano nel mondo, si è spenta all’età di 90 anni il 2 febbraio 2022. A un anno dalla sua scomparsa, colleghi e fan la ricordano con affetto.
La scomparsa di Monica Vitti
Nata a Roma il 3 novembre del 1931, all’anagrafe era Maria Luisa Ceciarelli. Per tutti Monica Vitti. Nella sua lunga carriera è passata dal teatro al cabaret, fino al cinema. Ha sdoganato la comicità al femminile e con la sua versatilità è passata dalla tragedia al dramma, fino alla commedia. Ricevuta al Quirinale per i David di Donatello, è stata musa di Antonioni e regina della commedia all’italiana al fianco di Alberto Sordi. Dialettica e humour i suoi punti di forza, insieme al fascino intramontabile.
Ha portato in scena il suo charm e il suo talento fino al 2001, quando la malattia degenerativa ha iniziato a fare il suo corso. Con il tempo, Monica Vitti ha perso la memoria ed è regredita a uno stadio infantile. Al suo fianco, a sostenerla e aiutarla, c’era il marito Roberto Russo. Ricordava il passato, poco il presente. Poi si è completamente estraniata, chiusa in un mondo tutto suo, a tratti tenebroso e misterioso. La sua adorata carriera d’un tratto sembrava svanita. I suoi successi dimenticati. A comunicare con lei attraverso gli occhi c’era solo il marito.
Con Valeri e Melato è stata simbolo della comicità femminile e con la sua bellezza si è fatta conoscere nel mondo. Sul grande schermo la carriera della Vitti è andata a gonfie vele, vincendo 3 Nastri e 5 David, fino al Leone d’oro alla carriera a Venezia, nel 1995. Il teatro è rimasto il suo primo grande amore e non l’ha mai abbandonato.
Famosa tra le star di Cinecittà e non solo, attrice amatissima dal pubblico e dalla critica, è stata una protagonista indiscussa della commedia italiana, recitando al fianco di grandi nomi del cinema. Non solo Sordi, ma anche Marcello Mastroianni, Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Ugo Tognazzi hanno avuto il privilegio di starle accanto e lavorare insieme a lei.
La vita di Monica Vitti
Lei che ha fatto della comicità il suo asso nella manica e della parola il suo cavallo di battaglia da vent’anni ormai era chiusa in un silenzio profondo, lancinante e invalicabile. «Da piccola i miei genitori mi chiamavano Smemoratella», aveva raccontato. E forse era un segno del destino…
Dimenticati Loren e Lollobrigida: Monica Vitti è stata una splendida antidiva del cinema. Si sentiva poco bella e poco fotogenica, da giovane non aveva mai pensato al grande schermo. Non credeva di avere i requisiti giusti per entrare a farne parte. Quel naso così chiacchierato poteva essere un problema. Invece, con la sua verve ha conquistato gli italiani, con la sua bellezza li ha ammaliati e con la sua voce roca, così inconfondibile, ha lasciato un segno impossibile da dimenticare. Arrivava da una buona famiglia, il padre – come raccontato dalla stessa attrice in un’intervista del 1970 a “Oggi” – era «dottore in agraria». Legatissima alla mamma, Monica Vitti avrebbe ereditato da lei il suo umorismo. Non ha mai nascosto la gratitudine nei suoi confronti. Eppure, aveva confidato ad “Annabella” nel 1987, «era una donna infelice e mi ha trasmesso questa sensazione che la famiglia fosse una costrizione penosa». Per questo motivo, «mi sono detta: ‘io non ci casco, non avrò mai famiglia, non farò figli’».
Sul suo lavoro commentava: «Adoro far ridere, mi piace fare la buffona, il pagliaccio. Mica per ragioni altruistiche: è che quando gli altri ridono è liberatorio anche per me, sto meglio io». La svolta era arrivata appena 18enne. Aveva mosso i suoi primi passi sul palcoscenico a soli 14 anni, quasi per gioco. Un’amica l’aveva invitata prendere parte a uno spettacolo di beneficenza e sul palco «per la prima volta nella mia vita sono stata bene. Per la prima volta mi sono sentita libera, serena, felice» (“Annabella”, 1987). Solo quando i suoi genitori partirono per l’America, per riabbracciare suo fratello maggiore e i 6 nipotini, la Vitti poté dedicarsi all’Accademia.
Il mondo della cultura ricorda l’attrice
All’indomani della morte di Monica Vitti, il mondo della cultura e dello spettacolo si è stretto attorno al dolore per la perdita di un’attrice indimenticabile. A ricordarla, tra gli altri, è stato Carlo Verdone, raccontando aneddoti che la ritraggono per quello che era: un’attrice sensazionale, «completa, dalla personalità forte e incisiva». A lei deve molto, in quanto è stata «la prima attrice a incoraggiarmi e ad applaudirmi in una visione privata a casa di Sergio Leone di “Bianco Rosso e Verdone”». Per lui, «le giovani attrici dovranno studiare bene le sue interpretazioni, ne saranno illuminate».
Non poteva mancare il ricordo di Sophia Loren, che si è detta «dispiaciuta e molto addolorata», ricordandola come la «grande attrice» che era. Non si è fatto attendere neppure il messaggio di Maurizio Costanzo, che ha parlato di lei come «una compagna di strada». Ha raccontato che abitavano «molto vicini quando eravamo giovani. Poi ci siamo sempre frequentati fin quando si è ammalata». Tanti poi i messaggi e le foto condivise da attori italiani e fan, che non dimenticano un’attrice incredibile. L’omaggio è arrivato anche dal Festival di Sanremo, con le parole di Amadeus sul palco dell’Ariston.