Salman Rushdie annuncia il suo libro di memorie, “Knife: Meditazioni dopo un tentato omicidio”. Lo scrittore, accoltellato nel 2022, ha dichiarato che l’ultima sua opera è “un libro necessario per me da scrivere: un modo per farmi carico di ciò che è accaduto e rispondere alla violenza con l’arte”. Il volume sarà pubblicato il 16 aprile 2024, secondo quanto annunciato dalla Penguin Random House.
L’annuncio del nuovo libro
Lo scorso giugno, al festival letterario di Hay, l’autore britannico-americano di origine indiana aveva rivelato via Zoom che stava lavorando a un nuovo libro “relativamente breve, un paio di centinaia di pagine”. “Non è il libro più semplice del mondo da scrivere – ha detto Rushdie – ma è qualcosa che devo superare per poter fare qualsiasi altra cosa. Non posso davvero iniziare a scrivere un romanzo che non abbia nulla a che fare con tutto questo. Quindi devo solo affrontarlo.”
In “Knife” il dramma vissuto da Rushdie nel 2022
“Knife” racconterà l’esperienza dell’autore sopravvissuto all’attentato nel quale ha perso la vista di un occhio e subito gravi lesioni alla mano sinistra. È “un libro bruciante”, ha detto Nihar Malaviya, CEO di Penguin Random House, e “un promemoria del potere delle parole di dare un senso all’impensabile. Siamo onorati di pubblicarlo e stupiti dalla determinazione di Salman nel raccontare la sua storia e nel tornare al lavoro che ama”.
Chi è Salman Rushdie
Il 76enne è l’acclamato autore di più di una dozzina di romanzi, tra cui “I figli della mezzanotte” e “I versetti satanici”. Ha anche pubblicato un precedente libro di memorie, “Joseph Anton”, nel 2012, che racconta il tempo trascorso in clandestinità dopo molteplici minacce alla sua vita in seguito alla pubblicazione di “The Satanic Verses”. Il romanzo del 1988 fu bandito in Iran in quanto blasfemo e una fatwa che chiedeva la sua morte fu emessa dall’Ayatollah Khomeini, che allora era il leader supremo dell’Iran.
La vita da recluso dopo la fatwa di Khomeini
Per quasi un decennio Rushdie ha vissuto nascosto, un’esperienza affrontata in “Joseph Anton”, pubblicato con lo pseudonimo adottato in quel periodo di paura in omaggio agli scrittori Joseph Conrad e Anton Cechov. La fatwa fu revocata nel 1998 e da allora Rushdie è tornato un membro attivo della comunità letteraria newyorchese, in prima fila nel movimento per la libertà di espressione.
L’autore è stato selezionato sette volte per il premio Booker per la narrativa e lo ha vinto nel 1981 per il suo secondo romanzo, “I figli della mezzanotte”, una storia magica e realista sulla spartizione dell’India. Il romanzo ha anche vinto due volte il “Booker of Bookers”: una nel 1993 e un’altra nel 2008, in occasione della celebrazione del 25° e 40° anniversario del premio.
L’aggressione di Rushdie sul palco
Trentatré anni dopo l’emissione della fatwa, Rushdie, che vive negli Stati Uniti dal 2000, è stato accoltellato ripetutamente il 12 agosto 2022 alla Chautauqua Institution, nello stato di New York, dove avrebbe dovuto tenere una conferenza. Mentre l’evento stava per cominciare, un giovane di 24 anni, Hadi Matar, è salito sul palco prendendo ripetutamente Rushdie a coltellate sulla faccia e l’addome: solo l’intervento di membri del pubblico è riuscito a impedire che le conseguenze non fossero peggiori. L’uomo è stato accusato di tentato omicidio. Successivamente, lo scrittore è rimasto in ospedale per sei settimane. Ha perso la vista da un occhio e la sensibilità in alcuni polpastrelli.
L’ultimo romanzo di Rushdie
Il libro più recente di Rushdie, il romanzo “Victory City”, è stato pubblicato all’inizio di quest’anno , ma è stato scritto prima dell’attentato. “Knife” sarà il primo libro che Rushdie scriverà dopo qual drammatico evento.