Il 28 agosto iniziano le Paralimpiadi di Parigi 2024 e la prima atleta transgender a parteciparvi sarà l’italiana Valentina Petrillo, che correrà nella categoria femminile T12 – prove su pista con l’aiuto di una guida – per i 200 e 400 metri. Per lei, un sogno che coltivava fin da bambina: il suo idolo era Pietro Mennea. E proprio in questi giorni è in streaming gratuito sulla piattaforma Rakuten Tv il documentario We All Play sull’inclusione della comunità LGBTQIA+ nel mondo dello sport, dove è raccontata anche la storia di questa bravissima velocista che ha già vinto due medaglie di bronzo ai Mondiali.

Chi è Valentina Petrillo

Napoletana, 50 anni, ipovedente da quando ne aveva a causa della sindrome di Stargardt, una malattia oculare rara che comporta la perdita progressiva della visione centrale associata a chiazze maculari irregolari di colore giallo-bianco sul fondo dell’occhio e una lesione atrofica maculare centrale con aspetto ”a bronzo battuto”. Valentina Petrillo ha iniziato il suo percorso di transizione a 45 anni, nel 2019, dopo avere nascosto per molto tempo la sua identità di genere.

Un idolo chiamato Pietro Mennea

Da bambina vede Pietro Mennea correre alle Olimpiadi di Mosca del 1980 e si innamora dell’atletica. «Volevo anche io una medaglia», ha spiegato in varie intervista, «ma la volevo gareggiando come donna». Fino a 40 anni, però, ha vissuto “da uomo”, poiché non aveva il coraggio di fare coming out in una società ancora non aperta nei confronti del mondo LGBTQIA+. Valentina Petrillo è stata anche sposata e ha avuto un figlio. Nel 2017 ha trovato il coraggio di rivelare la verità alla sua famiglia.

Valentina Petrillo: «La paura di essere me stessa»

«Ho fatto coming out dopo i 40 anni perché era l’unico modo per sopravvivere», ha spiegato, aggiungendo che il primo vero problema era rappresentato da se stessa. «Sono una di quelle nata con i suoi pregiudizi su se stessa. Ho combattuto contro me e le mie paure», ha raccontato, precisando di essere nata in un quartiere degradato di Napoli dove si diceva che era meglio essere camorristi che femminielli, i maschi con atteggiamenti femminili.

Dopo una vita da eterosessuale, Valentina Petrillo oggi è pansessuale. Spiega: «Sono una persona che non dà importanza al genere ma qualcosa che va al di là», ha spiegato.

Le discriminazioni

Nel corso della sua carriera da atleta, Valentina Petrillo è stata vittima di discriminazioni, anche da parte di alcune colleghe. Dal 2023 è donna anche sui documenti. «Il mondo dello sport paralimpico mi ha inclusa in maniera assoluta, mentre quello delle cosiddette normodotate è stato sempre ostracista nei mie confronti», ha spiegato.

Il messaggio di Valentina Petrillo

A Parigi, Valentina Petrillo vuole portare diversi messaggi. Il primo riguarda l’inclusione: «Spero di mostrare che esiste una pluralità di corpi e la società chiede una visibilità per tutti e tutte», ha spiegato.

Il secondo messaggio riguarda la disabilità: è un messaggio di forza, un appello a non rendersi davanti alle difficoltà delle vita.

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