Il Dottore, come è soprannominato da tutti Valentino Rossi, dice addio al motociclismo. Il nove volte Campione del Mondo ha annunciato il suo ritiro dalle corse dopo 25 anni di carriera. Commosso ma sempre con quel suo beffardo sorriso, Rossi ha detto: «È dura, ma mi ritirerò al termine della stagione in corso. È stata una decisione difficile, avrei voluto gareggiare per altri 25 anni, ma non è possibile: nello sport i risultati fanno la differenza. Mi sarebbe piaciuto correre nel mio team con mio fratello, ma va bene così».
Da qualche anno faticava a raggiungere i risultati sperati così, senza rimpianti, dice stop alla moto. Già, perché, in realtà, alla velocità e all’adrenalina il Dottore non è ancora pronto a rinunciare. Ecco perché, subito dopo aver annunciato il suo ritiro dalle corse motociclistiche, aggiunge che «Nel 2022 correrò con le macchine, resterò un pilota per tutta la vita, cambierò solo da moto ad automobili».
Possono quindi mettersi il cuore in pace tutti gli appassionati di quel personaggio che nell’ultimo ventennio ha fatto battere il cuore ad ogni giro. Perché, con tutta probabilità, continuerà a farlo. Difficile infatti non ricordare con affetto, a poche ore dalla comunicazione del Rossi motociclista, quella gioia per il podio del 2001, quando il campione ha vinto l’ultimo Mondiale della 500, o quella del 2004 con la Yamaha, e quella del 2008, quando già la maggior parte degli addetti ai lavori lo dava per finito. E invece lui è salito in sella per un altro decennio.
«Correre con Ducati è stato difficile, non abbiamo raggiunto gli obiettivi, ma è stata una bella sfida. Se fossimo riusciti a vincere sarebbe stato qualcosa di storico. Sono triste di non aver vinto il decimo titolo, perché penso lo meritassi per la mia velocità. Ho perso per due volte all’ultima gara, ma è andata così. Non mi posso lamentare dei risultati ottenuti in carriera», scherza il Dottore.
Valentino Rossi è così: spocchioso e saccente per qualcuno quando ammette di essere una “leggenda”, unico e inimitabile per altri, perché se oggi il MotoGp è alla portata di tutti e proprio grazie all’eterno ragazzo di Tavullia, unico pilota nella storia del Motomondiale ad aver vinto il titolo in quattro classi differenti (125, 250, 500 e GP). «Penso che la differenza tra me e gli altri grandi piloti sia il numero di fan: non so perché ma sta di fatto che sono riuscito ad avvicinare tante persone al motociclismo. Senza di me non avrebbero conosciuto la MotoGP. Ho fatto qualcosa nella mia prima parte di carriera che ha acceso le emozioni delle persone normali e di questo sono molto fiero», racconta consapevolmente il campione.
Certamente un momento molto triste e difficile per il protagonista di tante domeniche sportive e per molti appassionati. Ma, siamo certi di ritrovare il fenomeno marchigiano sulle quattro ruote prestissimo, pronto a farci divertire, sospirare e commuovere ancora con quel suo numero 46 che resterà per sempre un marchio inconfondibile.