Il rocker modenese Vasco Rossi compie 70 anni. Nato a Zocca il 7 febbraio del 1952, il Blasco è uno dei cantautori che mette d’accordo tutti con il suo rock. Amato da tre (o forse quattro) generazioni, le sue canzoni passano trasversalmente attraverso la storia della musica italiana.
Da Alba Chiara, uno dei suoi primi, grandi successi, il brano con cui conclude ogni concerto, fino all’ultimo Una canzone d’amore buttata via, passando per i suoi due “flop” al Festival di Sanremo, Vado al massimo nel 1982 e Vita spericolata, arrivata penultima l’anno successivo, Vasco è riuscito negli anni a stringere un legame con i suoi fan unico. E il perché é presto detto: ha puntato fin dall’inizio su “confessioni” oneste, che vengono dalla pancia ma anche dal cuore, e la sua gente l’ha ripagato.
Ormai Vasco è un’idolo che ha all’attivo ben 34 album, 191 canzoni e 40 milioni di dischi venduti. Sembra lontano anni luce quel 1978 in cui ha inciso il suo primo album, “… Ma cosa vuoi che sia una canzone” uscito in sole 20mila copie. Da lì è arrivato ad essere il primo artista italiano per numero di copie vendute tra il 2010 e il 2020 (oltre che recordman come presenze in un concerto dal vivo: chi non ricorda il Modena Park nel 2017 con 220 mila fan in delirio!).
Quella passione che trasmette con i suoi brani da oltre 40anni – negli anni Ottanta lo stile di vita sregolato e caratterizzato da alcool, droghe, donne e continui tour frenetici, avvicina Vasco allo stereotipo della rockstar – e che unisce ribellione e romanticismo, è forse più forte oggi di ieri. D’altro canto, come aveva confermato lo stesso Vasco agli esordi in Tv, «Canto un rock rurale, forse per questo piace. È un rock non all’americana, ma di casa nostra, contadino».
Quel personaggio scanzonato, beffardo e decisamente irriverente che cantava all’Ariston, bofonchiando un po’ «Vado al massimo…vado in Messico» oggi si nasconde dietro una “folle” carriera e, a 70 anni, non ha perso un grammo di fascino e credibilità.
Anzi, con l’età, sembra essere diventato meno burbero e spigoloso e generoso di aneddoti (social, si intende) legati alla sua infanzia. Proprio come l’ultimo legato al Festival di Sanremo: «Mia mamma cantava sempre, le piaceva Sanremo. Comprava il librettino con le parole delle canzoni e andavamo nell’unico bar del paese dove c’era la televisione, il Bar Cimone, a guardare il festival. Lei me le faceva imparare e, ai pranzi della domenica dal nonno, che iniziavano alle 13 e finivano la notte, dove si mangiava e beveva ma soprattutto si cantava e ballava, mi faceva salire sul tavolo e diceva: “Dai, Vasco, cantaci la canzoncina di Sanremo“. E io mi esibivo davanti ai parenti nel mio primo concerto rock».
Difficile non ammirare l’energia e il carisma di questo “sciamano” del rock che incendia le platee facendosi portavoce delle emozioni di tutti noi. Tanti auguri, Vasco Rossi.