Quello che accade in Vaticano resta in Vaticano? Forse era così fino all’avvento del pontificato di papa Francesco quando le fughe di notizie e gli scandali sono passati da fatti sporadici all’ordine del giorno e hanno reso la vita di del Pontefice più difficile del previsto. Non si erano ancora placate del tutto le voci sulle scottanti inchieste relative a Francesca Chaoqui, soprannominata “la Papessa” – ricordate lo scandalo milionario riguardante la presunta compravendita di immobili all’estero e in seguito al quale sono stati sospesi dal servizio cinque dipendenti del Vaticano tra cui un monsignore? – che un’altra rivoluzione assale la Santa Sede. Il cardinale Angelo Becciu ha perso, per decisione del pontefice argentino, i diritti da porporato. Un caso più unico che raro nella storia recente del cattolicesimo. Becciu, solo per dirne una, non voterà al prossimo Conclave. E scusate se è poco. A meno che Jorge Mario Bergoglio non cambi idea. E sappiamo bene che questo Papa è tanto attento ai bisogni delle persone fragili e in difficoltà, quanto duro e severo con chi invece non rispetta le regole e infrange la legge.
Ma cosa sta accadendo in Vaticano? Proprio mentre Papa Bergoglio affermava durante la Giornata per l’Obolo di San Pietro che la generosità della gente aiuta la Chiesa a progredire – «La Chiesa continua da sempre ad andare avanti anche grazie all’obolo della vedova, al contributo di tutta quella schiera innumerevole di persone che si sentono guarite e consolate da Gesù e che per questo, per il traboccare della gratitudine, donano quello che hanno» – spunta la figura della “dama del cardinale“. La signora in questione, la cagliaritana 39enne Cecilia Marogna, titolare di una società che si occupa di missioni umanitarie con sede in Slovenia, sta alimentando le già complicate e intricate indagini finanziarie dei Pm vaticani: stando alle accuse, la “dama” avrebbe ricevuto 500mila euro dalle casse della Segreteria di Stato con lo scopo di sostenere missioni in Africa e in Asia. Peccato che il denaro lo abbia speso per rinnovare il guardaroba e l’arredamento della casa e non per aiutare le popolazioni più bisognose. Il tutto con la complicità dell’ormai ex segretario di Stato, Angelo Becciu, nominato poi cardinale e (quasi immediatamente) destituito.
Ovviamente ora Becciu dice di sentirsi “truffato” dalla donna. Ma tra i documenti ritrovati ci sarebbe anche una lettera di presentazione su carta intestata della Santa Sede che lo smaschererebbe: uno scritto in cui Becciu dichiarerebbe non solo di conoscere la sua “dama” ma di riporre in lei la massima fiducia. La Marogna si difende dalle pagine del Corriere della Sera: «Quelle su di me? Tutte falsità! Io amante del cardinale? Assurdo. Sono un’analista politica e un’esperta di intelligence, che lavora onestamente e che vive in affitto mantenendo sua figlia».
«Ho alle spalle una formazione scientifica, poi studi di geopolitica perfezionati in Libano. Ho dei forti valori cattolici e una formazione clericale, pur se mia figlia è nata fuori dal matrimonio», continua l’analista sarda che confessa di aver conosciuto il Cardinal Becciu via mail e che specifica che i 500 mila euro erano “spalmanti” su quattro anni «incluso il mio compenso, i viaggi, le consulenze uscite da quel conto, situazioni da gestire in varie aree ad alto rischio. I soldi sono giunti a tranche sulla mia società in Slovenia». E le famigerate borse? «Magari la borsetta era per la moglie di un amico nigeriano in grado di dialogare col presidente del Burkina Faso al fine di vigilare su rischi e pericoli per le Nunziature e le missioni vaticane…».
Insomma, la vicenda si complica sempre di più ma gli inviati de Le Iene, Gaetano Pecoraro e Riccardo Festinese, hanno seguito la “dama del cardinale” da vicino e hanno fatto luce sulla questione dopo l’arrivo di un plico anonimo con i conti correnti di una società estera: slovena per la precisione. Carte in cui ci si riferisce a “missioni umanitarie”, salvo poi scoprire che la metà della somma di 500mila euro è stata spesa per arredamento di lusso e in boutique di maison famosissime e costosissime.
I documenti riportano chiaramente anche la “relazione” tra Mons. Angelo Becciu e Cecilia Marogna ma, quando Le Iene si recano per chiedere un chiarimento sui fatti a Lubiana e bussano alla porta della società, nel palazzo indicato come sede, trovano solo una casella postale (che certamente non può occuparsi da sola di “questioni umanitarie”) che la Logsic d.o.o. , la società in questione, condivide con altre cinque società. Scovano anche un ufficio – senza targhetta – ovviamente chiuso; e molti testimoni sul posto che dicono di non aver mai incontrato nessuno. Tantomeno la bella signora Marogna.