«Non doveva andare così» ha detto Meghan al giornalista inglese Omid Scobie salutandolo al termine dell’ultimo impegno ufficiale a Londra come duchessa di Sussex, la scorsa primavera. Dopo circa 2 anni di malcelati tormenti, e una resa dei conti pubblica e repentina, la regina aveva accordato a Harry e sua moglie il permesso di trasferirsi in America, a patto di rinunciare a tutti i privilegi reali, compresi l’uso del “marchio” SussexRoyal e l’appannaggio annuale di 2 milioni di sterline. Ma non siate in pensiero: oltre che su un cospicuo patrimonio personale, la coppia può sempre contare sull’aiuto di Carlo, che di recente avrebbe contribuito all’acquisto della tenuta in California, a un passo dalle ville di Gwyneth Paltrow e Oprah Winfrey. Come è stato possibile che la favola che doveva svecchiare la monarchia, iniziata con un matrimonio brit-gospel festeggiato in ogni angolo del regno, sia finita così?
Un libro dalla parte di Harry e Meghan
È lo stesso Omid Scobie a raccontarlo, nel libro “Harry e Meghan. Libertà” (in Italia dal 27 agosto per HarperCollins) scritto insieme alla collega Carolyn Durand, con l’intenzione di fare chiarezza nella gazzarra di pettegolezzi che ha incessantemente accompagnato l’ingresso della prima attrice americana divorziata di origine mista nella famiglia reale britannica. La colpa è del sistema, si deduce dal libro. Dell’istituzione che si è rifiutata di intervenire per fermare gli attacchi dei tabloid. Della famiglia che non ha accolto Meghan col dovuto entusiasmo (menzione speciale per l’indifferenza di Kate). Della Corona che non consente ai reali di esprimere opinioni: Meghan si sentiva «senza voce». Della stampa che è sempre quella dei tempi di Diana, e ha costretto Harry al gesto estremo pur di salvare – adesso che può – la donna che ama.
Un libro contro Harry e Meghan
In Inghilterra quest’estate è uscito un altro libro, “Harry and Meghan: The Real Story”. L’autrice è Lady Colin Campbell, pettegola di lungo corso della buona società, che nel 1992 scrisse una biografia di Diana piena di dettagli feroci su tradimenti e disturbi alimentari, alcuni dei quali in seguito confermati dalla cronaca. Adesso frequenta reality per celebrità minori in tv e certo non può essere considerata un esempio di obiettiva accuratezza, ma rappresenta un punto di vista diffuso tra i sudditi più conservatori. La sua versione dei fatti è una folgorante lezione nell’arte squisitamente aristocratica di insultare con sussiego: Meghan è intelligentissima (cioè: furba), ambiziosa (cioè: arrivista) e anticonformista (cioè: irrispettosa). È anche terribilmente insicura – povera cara, non lo sono tutte le attrici? – e un po’ troppo disinvolta nell’accusare di razzismo e/o sessismo chiunque le rivolga una critica. Decisamente un corpo estraneo ai meccanismi di palazzo.
Di vero c’è la rottura tra Harry e William
Ciò che da entrambi i volumi emerge inconfutabile è la rottura tra Harry e William, viscerale come soltanto le faide tra fratelli possono diventare, fitta di recriminazioni antiche e offese irreparabili (per gli appassionati del genere, a ottobre uscirà un altro libro, “Battle of brothers”, dello storico Robert Lacey: l’editoria reale non conosce depressione). A scatenare la crisi, raccontano gli autori di Libertà, sarebbe stata la raccomandazione che William – potete immaginarlo: tutto compìto nella parte del primogenito – ha rivolto a Harry quando si è accorto che la relazione con Meghan procedeva a velocità supersonica: «Non sentirti in dovere di affrettare le cose, prenditi tutto il tempo che serve per conoscere questa ragazza». Un cruccio ragionevole, direte voi. E invece a Harry è sembrato condiscendente e snob, e perciò ha deciso che era ora di uscire dal ruolo ormai stantìo del fratellino da proteggere. Nel resoconto assai meno sfumato di Lady Colin Campbell, invece, si riporta che Harry a palazzo veniva apertamente chiamato con un nomignolo che potremmo blandamente tradurre «servo della gleba» – nell’accezione di Elio e le Storie tese – e che implicitamente getta una luce assai diversa sui pregiudizi in atto.
Le indiscrezioni non gioveranno alla coppia
Di certo, nessuno uscirà incolume da una tale tempesta di indiscrezioni. Ma mentre gli Windsor d’Inghilterra sono allenati a farsi scivolare addosso (quasi) tutto, lasciando trapelare solo vaghe voci di palazzo per dirsi «preoccupati» o «addolorati», i Sussex di Santa Barbara hanno maturato un approccio assai più aggressivo alle pubbliche relazioni, ed è difficile non immaginare una precisa strategia di comunicazione dietro un libro, come quello di Scobie e Durand, promosso come «la vera storia», e che risponde colpo su colpo a mesi di illazioni (di fatto, confermandole). Quel che forse sorprende è l’incapacità di prevedere come, soprattutto in questo momento storico, l’insistere piccato sul fatto che la regina non tenesse un ritratto di Harry e Meghan tra le foto nel suo studio possa apparire quantomeno infantile. E tutta questa eroica battaglia per la conquista della libertà finisca per somigliare, desolantemente, a un gigantesco capriccio internazionale.
Sopra, le copertine dei due libri: “Harry e Meghan. Libertà” (Harper Collins), biografia non ufficiale, ma semi-autorizzata, della coppia che non ha avuto paura di rompere con la tradizione. E la cover del libro di Lady Colin Campbell Harry and Meghan: The Real Story (uscito per ora solo in Inghilterra), in cui l’ex interprete della serie tv “Suits”, convolata a nozze con il principe inglese viene descritta come estranea al palazzo e arrivista.