Continua l’impegno di Paola Cortellesi contro la violenza sulle donne. Dopo aver polverizzato ogni record al botteghino e aver ricevuto premi e riconoscimenti, l’attrice e il suo film opera prima da regista “C’è ancora domani” approdano anche alla Camera dei deputati, con una speciale proiezione in occasione della Giornata internazionale della donna, in un’affollatissima Aula dei Gruppi parlamentari. In platea, aveva raccontato poco prima dell’inizio la vicepresidente della Camera Anna Ascani, “tre istituti scolastici, un centinaio di cittadini di ogni età, anche qualche nonna che fa parte della generazione che il meraviglioso film di Paola Cortellesi racconta”.
“C’è ancora domani” di Paola Cortellesi alla Camera
La Ascani ha spiegato perché è stato così importante portare “C’è ancora domani” anche alla Camera. “È importante presentarlo qui – ha sottolineato – perché questo film parla di emancipazione femminile, di autodeterminazione, di libertà, ma parla anche di politica, dell’importanza dell’istituzioni democratiche e di quanto il protagonismo dei cittadini può fare per renderle forti. Dare questo messaggio ai ragazzi e alle ragazze alla vigilia della festa della donna è quanto di più alto la Camera può fare”. Nel presentare la pellicola, Ascani ha anche ricordato “che le conquiste vanno difese”.
Le donne in Italia
La vicepresidente della Camera ha anche citato anche alcuni dei dati bui dell’Italia che riguardano le donne come “il gap salariale, con le donne che a parità di mansione guadagnano il 30% in meno, le disparità nel lavoro di cura, con l’80% dei congedi ancora richiesti dalle donne, la negazione di quello che c’è scritto nella legge 194 e i tentativi di cancellarla più meno espliciti” e poi “la violenza di genere, i femminicidi, Giulia Cecchettin e tutte le altre: già 17 dall’inizio dell’anno”. “Spero – ha concluso la Ascani – che questo film arrivi a chi lo guarda così come è arrivato a me: una riscoperta del senso profondo delle battaglie politiche che noi facciamo, delle conquiste che spesso appaiono scontate persino a noi, di tutta la strada che abbiamo ancora davanti” per “costruire un futuro migliore di parità e democrazia. In questo senso il film di Paola Cortellesi parla anche e soprattutto di politica”.
Le parole di Paola Cortellesi
Entusiasta di essere stata invitata alla Camera Paola Cortellesi, che non ha nascosto la sua emozione. “Sono onorata – ha esordito tra gli applausi e le mimose allestiste per l’8 marzo – di essere qui con questo film con cui ho voluto raccontare i diritti negati ma anche quelli conquistati, gli stessi che consentono a voi onorevoli di sedere qui in Parlamento e a tutti i cittadini di manifestare liberamente il proprio pensiero, attraverso la parola, lo scritto e con ogni altro mezzo di diffusione”. Ad accompagnarmi oggi ci sono i produttori che ringrazio per aver voluto fortemente realizzare questo mio primo film, che sulla carta per tema, ambientazione e stile narrativo non era certo la promessa di un sicuro successo”.
La speranza della regista
L’attrice e regista ha colto l’occasione per lanciare un messaggio forte e importante. “Consentitemi di sfruttare il temporaneo privilegio di parlare qui oggi – ha detto – per auspicare da comune cittadina che, aldilà degli schieramenti politici che rappresentate, sappiate procedere uniti per far sì che le nuove generazioni ricevano lungo il percorso scolastico un’adeguata formazione all’affettività e al rispetto, affinché sin da piccoli imparino che amare non vuol dire possedere o subire. E la violenza maschile sulle donne cessi di essere l’indegno fenomeno sociale che ogni giorno affligge questo Paese”.
La trama di “C’è ancora domani”
Ambientato nella Roma del dopoguerra, “C’è ancora domani” narra le vicende quotidiane di una famiglia, a capo della quale c’è Ivano, che lavora sodo per portare i pochi soldi a casa e non perde occasione di sottolinearlo, a volte con toni sprezzanti, altre, direttamente con le botte. L’uomo porta rispetto solo al padre, a cui la moglie Delia (interpretata dalla Paola Cortellesi) fa praticamente da badante. In primavera tutta la famiglia è concentrata sulle nozze della primogenita, che spera solo di sposarsi in fretta con un bravo ragazzo di ceto borghese. Anche Delia non chiede altro, accetta la vita che le è toccata e un buon matrimonio per la figlia è tutto ciò a cui aspiri. Ma l’arrivo di una lettera misteriosa le accenderà il coraggio per rovesciare i piani prestabiliti e immaginare un futuro migliore, non solo per lei.