Da più di un secolo non si assisteva ad un Royal Wedding russo. Certo non sono i Windsor, ma pur sempre di reali si tratta. Lui, il granduca George Mikhailovich, 40 anni appena compiuti, è l’ultimo erede degli zar: il bisnonno, Kirill Vladimirovich, era stato tra i pochi membri della famiglia Romanov che riuscirono a scappare e sopravvivere durante la rivoluzione bolscevica, che portò all’uccisione dello zar Nicola II, di sua moglie e dei suoi cinque figli.
George è l’unico figlio del principe Franz Whilem di Prussia e della granduchessa Maria Vladimirovna che si è autoproclamata erede al trono imperiale proprio in quanto nipote del granduca Kirill, cugino di Nicola II. Una circostanza che fa di Mikhailovich il teorico successore al trono del Paese. Teorico perché la questione è alquanto spinosa e da tempo oggetto di contesa con un altro ramo della famiglia, la linea dei Nikolaevič.
Lo scorso mese di agosto George Mikhailovich (che non aveva mai vissuto in Russia fino al 2019) ha chiesto all’italiana Rebecca Virginia Bettarini di diventare sua moglie. Lo ha fatto con uno splendido anello del suo casato, un rubino cabochon circondato da una fascia in oro giallo sormontata da due diamanti: «Dovevamo prendere un volo per la Spagna e andare a trovare la madre di George che vive a Madrid. Lui insisteva che si dovesse fare tappa a Bruxelles: era lì che aveva nascosto l’anello. Nei suoi piani c’era una cena romantica a due che io, ignara, ho “rovinato” invitando un amico comune. La mattina dopo, all’aeroporto, mi ha detto: “Avrei voluto dartelo ieri sera, nella città dove ci siamo conosciuti. Abbiamo viaggiato tanto insieme, ma il viaggio più bello è quello che inizieremo adesso, se tu mi dici sì“», ha raccontato in una rara intervista Sua Altezza Imperiale.
Se in molti conoscono le vicende della storica dinastia, tanti invece si chiedono in questi giorni chi sia la Bettarini. La 35enne, figlia dell’ex ambasciatore italiano in Russia, presiede una sua società di consulenza oltre che la Russian Imperial Foundation, un’organizzazione che raccoglie fondi per iniziative benefiche. Non solo: molto probabilmente la conoscete con lo pseudonimo di Georgina Perosch sotto il quale scrive da anni romanzi gialli su intrighi internazionali ispirati (si dice) al mestiere del padre e ai numerosi viaggi tra Italia, Russia, Spagna e Francia, dove ha conosciuto il suo “principe azzurro”.
Dopo la cerimonia civile, è andato in scena, nella Cattedrale San Isaac, divenuta un museo nel 1931, un matrimonio in grande stile, e un tantino “vintage”, tra corone in broccato con perle e stemmi, pellicce e cappotti bordati in visone e baciamano d’altri tempi. A dare un tocco moderno alla cerimonia è stata proprio la sposa che ha voluto omaggiare l’Italia con l’abito da sposa di raso di seta bianco, e la nuova patria, la Russia, con una tiara realizzata con fili d’oro bianco intrecciati a 438 diamanti purissimi: una rivisitazione “fashion” del più classico kokoshnik.
Al Royal Wedding, tra i 1500 invitati, anche un nutrito gruppo di nobili europei per la maggior parte “sconosciuti”. A spiccare solo la regina madre di Spagna Sofia (madrina dello sposo), i duchi di Kent, primi cugini della regina Elisabetta ed Emanuele Filiberto di Savoia.