Se è vero che l’abito esprime la personalità di chi lo indossa, Vittoria Puccini è come la vedete in queste foto. Essenziale, spesso in jeans, a volte con un tocco rock, libera di sbagliare. «Ho il physique du rôle della donna romantica, o almeno così dicono. In realtà sono una persona molto pratica: non seguo rituali, non festeggio anniversari» confida la 43enne attrice fiorentina. La smentisce (un po’) il trasporto con cui parla del suo lavoro e delle donne che interpreta, proprio in questi giorni, sul grande e sul piccolo schermo. In FolleMente, ora al cinema per la regia di Paolo Genovese, incarna Giulietta, la più sognatrice delle diverse anime della protagonista. Mentre in Belcanto, Vittoria Puccini sarà Maria

Vittoria Puccini interpreta Maria in Belcanto

Intervista a Vittoria Puccini
Vittoria Puccini in Belcanto, serie in costume dal 24 febbraio su Rai 1, con le attrici che interpretano le sue figlie: Caterina Ferioli e Adriana Savarese

E dal 24 febbraio su Rai 1 Vittoria Puccini sarà l’eroina di Belcanto, un feuilleton al femminile ambientato a metà ’800. Diretta da Carmine Elia, la serie in 4 puntate è la storia di una giovane madre, Maria, fuggita da Napoli per liberarsi di un marito violento. Arrivata con le due figlie a Milano, vuole spingere la talentuosa Antonia (Caterina Ferioli) ad affermarsi come cantante lirica, un sogno al quale lei stessa aveva rinunciato. Ma deve fare i conti con i veri desideri delle ragazze e, soprattutto, con una ferita segreta che incrina il rapporto con la più ribelle, Carolina (Adriana Savarese).

Da Elisa di Rivombrosa al cinema d’autore

Vittoria Puccini in Belcanto

«Mi piace molto calarmi in altre epoche, anche come spettatrice, e da tempo non mi capitava un ruolo in costume» racconta Vittoria, diventata popolare nel 2003 negli abiti settecenteschi della fiction Elisa di Rivombrosa e poi passata al cinema d’autore (Ma quando arrivano le ragazze? di Pupi Avati, Magnifica presenza di Ferzan Özpetek) e a serie tv anche internazionali. Proprio sul set di Anna Karenina di Christian Duguay, ha conosciuto il fotografo Fabrizio Lucci, suo attuale compagno dopo la relazione di 6 anni con Alessandro Preziosi, collega di fiction in Elisa di Rivombrosa, con cui ha avuto la figlia Elena, oggi 18enne.

Il mio rapporto con la moda

Completo blazer doppiopetto, gilet e pantaloni di seta, tutto Brioni La Donna

Ama recitare in costume e, prima di diventare attrice, aveva lavorato come modella: che rapporto ha con gli abiti?

«La moda mi ha sempre attratto e divertito. Posare, da ragazza, era un modo per giocare interpretando vari tipi di femminilità e pure scoprendo diversi aspetti di me. Oggi lo stesso vale per i red carpet: poter indossare abiti da sogno è magico. Nella vita quotidiana mi accontento di un jeans e una maglia. Ma mi piace tenere nell’armadio gli abiti che ho sfoggiato sul tappeto rosso. E interpretare film in costume mi permette di sfogare il mio lato più estroso, ma anche di avere un punto di partenza molto utile per costruire il personaggio».

Vittoria Puccini: Belcanto è una storia piena di colpi di scena

A questo proposito, quella di Maria in Belcanto è una storia complessa e ricca di colpi di scena. Cosa l’ha attratta di più?

«Belcanto è un melò molto avvincente: ci sono passioni e sentimenti, la musica e l’opera, la storia di una donna in cerca di riscatto e indipendenza ma con molti nodi da sciogliere. Maria punta sulla voce celestiale della figlia prediletta, proietta su di lei i propri desideri, ma qualcosa minaccia quel sogno e ogni episodio finisce con una grande sorpresa. Anche l’amore lo sarà, per lei, che all’inizio è disillusa».

Mia figlia sarà libera di sbagliare

Vittoria Puccini Belcanto
Top oro concristalli applicati e jeans, tutto Stella McCartney

Ha interpretato una madre anche nel toccante 18 regali, storia di una donna malata di cancro al seno che prima di morire prepara i doni di compleanno per la figlia fino ai 18 anni. E lei ha una figlia 18enne: l’esperienza aiuta?

«Sicuramente, perché ci sono aspetti del rapporto che vivo in prima persona. In modi diversi, sia Belcanto sia 18 regali fanno riflettere su quanto sia importante per un genitore rispettare i desideri di un figlio senza imporre qualcosa in nome del suo bene o, peggio ancora, sperando abbia successo in qualcosa in cui non siamo riusciti noi. Me lo ripeto spesso io stessa: devo lasciarla sbagliare, anche. E sono grata ai miei per avermi lasciata andare».

Com’era da ragazza?

«Molto studiosa. Dopo il liceo mi ero iscritta alla Facoltà di Giurisprudenza a Firenze, ma avevo anche voglia di esplorare altri mondi. A 19 anni ho deciso di andare a Milano, portandomi i libri, per provare a lavorare. I miei genitori sono stati abbastanza saggi da non ostacolarmi, lasciandomi libera di sbagliare, anche se avrebbero preferito che seguissi la carriera universitaria. A quell’età non ti conosci, non puoi sapere quale sia la strada “giusta” per te».

Lei come l’ha scoperta?

«Un po’ per caso. L’agenzia milanese mi mandò a fare un provino per Tutto l’amore che c’è di Sergio Rubini, alla fine fui scelta e partii per fare quell’esperienza nuova senza sapere cosa aspettarmi. Dal primo giorno di set, invece, ho capito che era ciò che desideravo. Per la prima volta mi sono sentita esattamente dove volevo essere, con un senso di appagamento che non avevo mai provato. Nell’adolescenza ero timida, mi sentivo spesso fuori posto. Lì, magicamente, il mio disagio si è dileguato».

La bellezza può accentuare la timidezza, visto che attrae l’attenzione degli altri?

«Di sicuro essere guardata mi metteva in imbarazzo ma evidentemente, visto che poi ho fatto l’attrice, c’era anche il desiderio di essere vista. Solo che quando reciti ti senti protetta dal personaggio: ti metti in gioco, ma non è la vera te quella che guardano. Inoltre, io sono anche molto riservata, mi piace più ascoltare gli altri che parlare di me. Ero quella che le amiche scelgono come confidente. Rileggendo il diario delle medie, che ho conservato, ho ritrovato i turbamenti della mia migliore amica di allora».

Vittoria Puccini, romantica come Giulietta di Follemente

VIttoria Puccini
Giacca di lana e seta, pantaloni coordinati e cintura, tutto Dior

Nel film FolleMente interpreta Giulietta, che tra i vari aspetti del carattere della protagonista rappresenta il romanticismo. Ed è perfetta nel ruolo. Sicura di non avere niente in comune?

«Giulietta è una romantica rock, quando vuole tira fuori un bel caratterino».

Mesi fa ha detto che vorrebbe sposare Fabrizio Lucci, al quale è legata da 12 anni.

«Vero. Convivendo è come se fossimo già sposati, abbiamo un legame forte. Ma, anche se di fatto non cambierebbe nulla, ci piace l’idea di celebrare il nostro amore. Festeggiarlo con parenti e amici».

Celebrare l’amore è un’idea romantica, no?

«È Giulietta che parla in questo momento (ride, ndr). Però è vero che anch’io sono emotiva e sentimentale».

È stata brava a costruire una famiglia allargata senza contrasti con Alessandro Preziosi, padre di Elena.

«Entrambi abbiamo pensato innanzitutto al suo bene e mantenuto rapporti amichevoli proprio per lei. Capisco ci siano divorzi complicati e non me la sentirei di giudicare nessuno per questo. Da personaggio famoso, ho sofferto fin troppo i giudizi altrui. Era terribile, mentre io Alessandro ci stavamo separando, ritrovarsi anche a sentire i media che ne parlavano».

Il futuro dentro e fuori dal set

Vittoria Puccini Belcanto intervista
Camicia in popeline di cotone, gonna lunga di viscosa stretch, reggiseno di viscosa, tutto Max Mara. Sandali Jimmy Choo

Per il futuro della sua carriera che cosa si augura?

«Di avere ruoli sempre diversi. Ho avuto la soddisfazione di interpretare una donna perfida, per la prima volta, nel film Incanto di Pier Paolo Paganelli, una sorta di favola che non ha ancora data di uscita. È la storia di un padre che, in punto di morte, decide di trasformare la villa di famiglia in orfanotrofio in modo che la figlia possa avere la compagnia di altri bambini. A occuparsene è però la governante che interpreto, Felicia, che punta solo al patrimonio».

E fuori dal set a cosa si dedica?

«Ora c’è il casale in Umbria che io e Fabrizio siamo riusciti finalmente a sistemare. Abbiamo realizzato il nostro sogno ed è lì che ci piace andare per goderci la natura, piantare i fiori in giardino, accendere il caminetto la sera. È un posto che rappresenta la nostra unione».

Il vostro nido, direbbe Giulietta.

«Nido è una bella parola antica e Giulietta la direbbe, sì. In fondo il senso è quello».

foto di Roberta Krasnig – Styling di Samanta Pardini

Ha collaborato Anna Fortunato. Make up Luciano Squeo. Hair Marco Montagnola using Germanohr products