«L’ispirazione e la guida» di Diana sono state la forza trainante dell’impegno personale del principe William nella lotta ai senzatetto. Lo ha rivelato lo stesso erede al trono britannico – ha scritto la Bbc – in un documentario di prossima uscita, dove il principe 42enne ha ricordato di aver visitato The Passage, un ente di beneficenza britannico per i senzatetto, insieme alla sua defunta madre, Diana, quando aveva 11 anni.
L’impatto di Diana nella vita di William
Il principe ha parlato del profondo impatto che hanno avuto quelle visite ai senzatetto e di come ciò lo abbia aiutato a vedere «oltre le mura del palazzo». William ha ammesso di sentirsi a volte in colpa perché non riesce a fare di più e ha desiderato condividere con i propri figli un senso di empatia per coloro che affrontano difficoltà. «Quando ero molto piccolo, mia madre ha iniziato a parlare del problema dei senzatetto, proprio come faccio io adesso con i miei figli quando li portiamo a scuola», ha raccontato il principe.
L’impegno di William nel sociale
Memore dell’esempio della mamma, il principe William è da anni coinvolto in molteplici iniziative di volontariato e beneficenza, che riflettono il suo forte senso di responsabilità sociale. Uno dei suoi obiettivi principali è quello di promuovere la consapevolezza su temi delicati come la salute mentale, la tutela dell’ambiente e il supporto alle comunità vulnerabili. Insieme a sua moglie, la principessa Kate, William ha fondato la Royal Foundation, un’organizzazione che si dedica a tematiche di grande rilevanza, tra cui la salute mentale con campagne come Heads Together, lanciata per abbattere il tabù su malattie mentali e incoraggiare le persone a cercare aiuto. Inoltre, William ha promosso Earthshot Prize, un progetto dedicato alla protezione dell’ambiente e alla lotta contro il cambiamento climatico, sostenendo idee innovative per un pianeta più sano entro il 2030.
Il supporto alle comunità vulnerabili
Anche le iniziative per i veterani e il personale di emergenza sono al centro del suo impegno. Ad esempio, supporta organizzazioni che aiutano i veterani a reintegrarsi nella vita civile e altre dedicate al benessere dei soccorritori.
L’esempio della principessa Diana
La principessa Diana è ricordata come un’icona di compassione e sensibilità, impegnata in cause sociali che spesso erano considerate troppo delicate o controverse per una figura della famiglia reale. Diana ha dedicato gran parte della sua vita a sostenere i più vulnerabili, rompendo barriere e stigmi sociali e avvicinandosi alle persone con un calore e una genuinità che l’hanno resa una delle principesse più amate al mondo. Uno dei suoi contributi più celebri è stato il lavoro con i malati di HIV/AIDS negli anni ’80, in un’epoca in cui c’era ancora molta ignoranza e paura riguardo alla malattia. Diana è stata tra le prime figure pubbliche a toccare e abbracciare pazienti affetti da HIV/AIDS in pubblico, dimostrando che la malattia non si trasmette attraverso il contatto fisico e contribuendo così a cambiare la percezione della società verso chi ne era affetto.
La campagna contro le mine antiuomo
La principessa Diana è stata anche fortemente coinvolta nella campagna contro le mine antiuomo. Il suo viaggio del 1997 in Angola, documentato da foto iconiche che la ritraggono mentre cammina attraverso un campo minato, ha sensibilizzato l’opinione pubblica mondiale sul dramma delle mine e sulle vite che queste mietono anche molto tempo dopo i conflitti. Grazie a questo impegno, Diana ha posto le basi per il Trattato di Ottawa, che nel 1997 portò alla messa al bando delle mine antiuomo.
L’assistenza di Diana ai senzatetto
La sua dedizione al volontariato ha spaziato anche in altri ambiti, come l’assistenza ai senzatetto e ai bambini malati o bisognosi. È stata patrona di numerose organizzazioni benefiche, tra cui Centrepoint, un ente di beneficenza per giovani senza fissa dimora, e Great Ormond Street Hospital, un ospedale pediatrico di Londra. La sua umanità e il suo desiderio di aiutare chi era in difficoltà le hanno fatto guadagnare il soprannome di “Principessa del popolo” e hanno lasciato un’eredità di impegno sociale che, oggi, i suoi figli William e Harry portano avanti nelle loro attività filantropiche.