Anastasio (all’anagrafe Marco Anastasio) vince la dodicesima edizione di X Factor, al Mediolanum Forum di Assago.
Vittoria annunciata in una puntata iniziata nel ricordo delle vittime di Corinaldo, un minuto di silenzio, prima dell’inizio dello show. Siamo arrivati al dodicesimo anno di messa in onda caratterizzato da grandi numeri. Oltre tre milioni e 400 mila spettatori medi per l’intera edizione, un record di voti, 47 milioni fino alla semifinale, con una crescita del 49 per cento e il successo sui social, che riconferma il programma come il più commentato della televisione italiana.
Si chiude così un’edizione difficile, dal caso Asia Argento a un tavolo di giudici un po’ più annoiato e buonista delle scorse edizioni, tra l’addio ufficiale di Manuel Agnelli, Fedez che ha dichiarato che si dedicherà d’ora in poi solo alla musica e gli altri due giudici che probabilmente se ne andranno anche se nulla è ancora ufficiale. Si riparte da una giuria da ricomporre dove l’unica conferma è la conduzione di Alessandro Cattelan, con un contratto già firmato.
Il vincitore
Anastasio, ventunenne di Meta di Sorrento, è stato il vero protagonista di quest’edizione, presentandosi alle audition con il suo inedito La fine del mondo, attualmente tra i brani più ascoltati in streaming e già disco d’oro. «Quando ho scritto il mio inedito mai avrei pensato di vederlo realizzato con questa grande produzione, un video e su un palco del genere. Per quanto sapessi il valore del pezzo sono contento che sia stato valorizzato così», dice. In ogni puntata ha riadattato le cover proposte, rendendo unici i brani, da Generale di Francesco De Gregori a Se piovesse il tuo nome di Elisa. Favorito per molti, vince lo scontro finale.
I finalisti
Quattro finalisti, uno per giudice: Anastasio nella squadra di Mara Maionchi, Luna con Manuel Agnelli, Bowland con Lodo Guenzi e Naomi con Fedez.
Bowland, i primi a uscire. La band iraniano-fiorentina composta da Saeed Aman, Pejman Fani e Leila Mostofi, la voce del gruppo, hanno caratterizzato quest’edizione con il loro sound raffinato e composto da strumenti di ogni tipo, da tastiere a giocattoli per bambini: «Siamo andati ben oltre le aspettative che avevamo per noi», commentano.
Luna, la seconda a uscire. La sedicenne sarda è stata la più giovane di quest’edizione. Canta, rappa suona al pianoforte, arriva anche lei a sorpresa in finale. Nella squadra delle Under donne infatti la favorita era un’altra, Martina Attili, diciassettene romana che vanta, con la sua Cherofobia, il maggior numero di visualizzazioni di YouTube per un inedito di X Factor. È passata Luna, che si è giocata al meglio la finale, ottenendo il terzo posto: «Sono entrata qui dentro anche per capire se questo fosse il mio mondo, tra telecamere e i grandi palchi. La risposta è stata sì, sento di appartenere a tutto questo».
Naomi, la ventiseienne napoletana è la rivelazione dell’anno. Nella squadra degli Over, evidentemente la più debole dell’edizione, ha avuto la fortuna di poter valorizzare il suo sapere fare rap, allontanandosi dalla ballad melodica e dal suo background lirico, conquistando all’improvviso il pubblico. Di colpo, dal doppio ballottaggio alla finale, con scontro per il primo posto. «Sono innamorata del mio inedito, è una parte di me. Il mio percorso è poi andato in un’altra direzione, ho scoperto di poter rappare, tirando fuori la mia parte più energetica. Ma non sono solo quello. La mia parte sensibile e intima è molto forte».
Gli ospiti
I finalisti hanno duettato con Marco Mengoni sui suoi più grandi successi (Guerriero, L’essenziale, Ti ho voluto bene veramente, Io ti aspetto) che ha presentato anche il suo ultimo singolo, Hola (I say) in duetto con Tom Walker. Poi i Muse, la band inglese da 20 milioni di album venduti e il loro nuovo album Simulation Theory (Pressure, Starlight) e i due nomi rivelazioni del 2018: Thegiornalisti (New York, Questa Stupida Canzone D’amore, Felicità Puttana) e Ghali (Habibi e Cara Italia).
Lo show
Un palco di 800 metri quadrati e 19 telecamere a riprendere lo show. Un led di 350 metri quadrati e alto 17 metri, 200 tecnici e 72 ore di allestimento. Pedane rotanti, luci, fuochi, tra le idee di Simone Ferrari, il direttore artistico che è riuscito più che mai quest’anno a valorizzare i ragazzi.