Compie 90 anni Yoko Ono, musa ispiratrice, compagna e moglie di John Lennon. Ma anche donna anticonformista e provocatrice, al punto da spingere l’ex Beatle lontano dai Fab Four fino alla rottura. Lei, artista a tutto tondo, avanguardista di una società che, specie negli Stati Uniti, era in veloce e radicale evoluzione nel periodo a cavallo tra gli anni ’60 e ’70.
Yoko Ono e John Lennon
Nata il 18 febbraio del 1933, incontrò John Lennon nel 1965, proprio in un periodo delicato della storia moderna e anche della sua vita: a 32 anni aveva alle spalle già due matrimoni ed era madre di una figlia che poi le sarebbe stata sottratta dall’ex marito: lui la rapì, di fatto impedendole di rivederla fino al 1998. Ma Yoko Ono era ed è rimasta anche artista, tanto da aver colpito Lennon proprio con le sue doti in occasione di una mostra a New York.
Una doppia vita: studentessa modello e bohémienne
Nata a Tokyo 90 anni fa, Yoko Ono deve lasciare il Giappone con la famiglia, caduta in disgrazia a causa della Seconda guerra mondiale, costretta a lasciare il paese dopo la liberazione del padre da un campo di internamento in Cina. Trasferiti negli Stati Uniti, Yoko inizia a frequentare il prestigioso Sarah Lawrence College, ma il suo animo ribelle e anticonformista si rivela subito e di notte eccola girare la città di New York tra happening, feste e vernissage. A nulla valgono le punizioni della famiglia, che disapprova quel suo comportamento, così come la frequentazione di classi sociali inferiori. Lei, però, insiste e soprattutto coltiva la passione per la musica e l’arte che l’accompagneranno per il resto della vita.
Gli amori di Yoko Ono
Prima di incontrare John Lennon, Yoko Ono si era già sposata due volte. La prima nel 1956 con il compositore Toshi Ichiyanagi, dal quale divorzia nel 1962. Il 28 novembre dello stesso anno si risposa con il jazzista e produttore statunitense Anthony Cox, ma le nozze vengono annullate il 1º marzo 1963 per poi essere ricelebrate – questa volta regolarmente – il 6 giugno. Ma già dopo 8 mesi arriva il secondo divorzio, dopo la nascita della figlia, Kyoko Chan Cox. A seguito della battaglia legale che segue la fine del matrimonio, la custodia della bambina viene assegnata in forma permanente alla Ono, ma nel 1971 Cox rapisce Kyoko, facendo perdere le sue tracce, tanto che la Ono ha potuto riabbracciare la figlia solo nel 1998.
L’incontro con John Lennon
Poi, nel 1965, arriva l’incontro con John Lennon, esattamente il 9 novembre a Londra, in occasione di una mostra della Ono all’Indica Gallery. Pare che l’ex Beatle si innamori soprattutto del talento artistico della Ono, prima che di lei in quanto donna. Insieme diventano genitori di Sean, nato il 9 ottobre del 1975. In realtà pare che la coppia avesse perso ben tre bambini prima della sua nascita, a causa di aborti spontanei forse legati all’abuso di droghe. John aveva a sua volta un altro figlio quando conobbe Yoko: si tratta di Julian, avuto dal precedente matrimonio con Cynthia Powell, naufragato quando lei tornando a casa scopre Yoko indossare uno dei suoi accappatoi.
La passione per l’arte
Yoko Ono fu fra i primi componenti di Fluxus, un’associazione libera di artisti d’avanguardia. Tra le sue performance più innovative c’è stata nel 1964 “Cut Piece”, durante la quale stava seduta su un palco ed invitava il pubblico a tagliare con le forbici i vestiti che indossava, fino a rimanere nuda.
Un altro esempio di opera diventata nota è stata videoarte “No. 4” del 1966, più nota con il titolo “Bottoms”: consisteva in una serie di inquadrature di “lato B” di persone che camminano su una pedana mobile. Inutile dire che l’opera provocò stupore e anche reazioni avverse tanto che nel 1996 il noto brand di orologi Swatch la volle ricordare con un esemplare ad hoc.
La rottura con i Beatles
Attivista artistica, ma anche politica, pacifista impegnata contro la guerra in Vietnam e tutti i conflitti (celebre il Bed-In per la pace nella suite nuziale dell’Hotel Hilton di Amsterdam, a marzo del 1969, dopo le loro nozze), qualcuno azzarda una definizione per Yoko Ono: influencer ante litteram, prima ancora della nascita di queste figure e dei social. Un esempio dello stile provocatorio e in grado di suggestionare migliaia di persone e fan, è stato un secondo Bed-In a Montréal, da cui derivò la registrazione del loro primo singolo “Give Peace a Chance”, pubblicato dalla Plastic Ono Band: era l’inizio di una nuova era per John Lennon, che da tempo si era allontanato dagli altri Beatles, che chiusero la loro storia di band proprio nel 1969.
D’altro canto Ono era entrata prepotentemente nella vita artistica dei Fab Four (era l’unica a cui era stato concesso di assistere alle registrazioni di due album iconici come “White album” e “Abbey Road”) e Lennon aveva già menzionato la compagna in molte delle sue canzoni come “The Ballad of John and Yoko” o in “Julia”, una canzone dedicata alla madre, dove un verso recita “Ocean child calls me, so I sing a song of love”, ovvero “La bambina dell’oceano mi chiama, così canto una canzone d’amore”. Che dire poi dei versi nei quali dice “Oh Yoko!” e “Dear Yoko”.
Dalla morte di John Lennon a oggi: cosa fa Yoko Ono
Nonostante la breve separazione, quando per circa un anno e mezzo John Lennon fece entrare nella sua vita May Pang, dal 1975 la coppia tornò insieme fino all’assassinio dell’ex Beatle avvenuto l’8 dicembre del 1980 e del quale lei fu testimone oculare. Da allora l’attività artistica di Yoko Ono non si è comunque mai fermata e nel 2001 è uscita “YES YOKO ONO”, una retrospettiva di 4 anni del lavoro della Ono, che ha ricevuto il prestigioso premio americano dell’Associazione internazionale dei critici d’arte, considerato uno dei più importanti riconoscimenti in campo museale. Nel 2002 la Ono è stata premiata con la Skowhegan Medal per le sue opere in diversi media. Tre anni dopo è stata la volta del Lifetime achievement award dalla Società giapponese di New York.
Con una laurea honoris causa in Legge dall’Università di Liverpool e una in Belle Arti dal Bard College, di Yoko Ono il professor Scott MacDonald, dello stesso college, disse: “Yoko Ono deve essere ringraziata per le opere che ha fatto, e celebrata per ciò che è venuta a rappresentare, nella storia dei media e in tutto il mondo: coraggio, elasticità, tenacia, indipendenza e soprattutto immaginazione e fiducia nel fatto che la pace e l’amore rimangono la via verso un futuro dell’umanità più luminoso e diverso”.