Alex Zanardi, in questa difficile e lunga battaglia, ha risposto ancora una volta con forza e determinazione. Il campione ha emozionato tutti nei giorni scorsi riprendendo a parlare dopo il grave incidente del 19 giugno scorso che lo ha visto coinvolto durante una delle tappe della staffetta di “Obiettivo tricolore“, un viaggio che vede protagonisti atleti paralimpici in handbike, bici o carrozzina. Oggi Zanardi regala a tutti i suoi sostenitori una speranza concreta: «È stata una grande emozione quando ha cominciato a parlare, nessuno ci credeva. Lui c’era! E ha comunicato con la sua famiglia» ha raccontato al Corriere della Sera Federica Alemanno, neuroscienziata dell’ospedale San Raffaele di Milano.

Ma come sta davvero Alex Zanardi? È stato sottoposto a cinque interventi chirurgici e a quella che viene definita “Awake surgery” e cioè alla “chirurgia da svegli”: si tratta di una tecnica molto particolare che si fa in pochissimi centri in Italia e ha come obiettivo quello di garantire al paziente la migliore qualità di vita possibile dopo un inevitabile intervento chirurgico. Viene utilizzata in casi eccezionali e in pazienti giovani con malattie particolarmente aggressive che possono compromettere alcune importanti attività cerebrali, come ad esempio la memoria, la parola e l’attenzione.

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Ovviamente la notizia dei suoi miglioramenti ha fatto il giro del web portando numerosi messaggi di forza e speranza. Il campione infatti, esempio di grande integrità, di passione per la vita e soprattutto di grinta, non è mai stato dimenticato e durante questi lunghi mesi in cui è stato ricoverato prima all’ospedale di Siena poi al San Raffaele di Milano e infine a Padova, dove ha cominciato la vera battaglia, ha sempre ricevuto il sostegno di fan e ammiratori che hanno visto in lui un esempio da seguire e una grande fonte di ispirazione.

Cauto ottimismo insomma, quello che si percepisce. Anche se Daniela Manni, la moglie di Alex Zanardi, da sempre al suo fianco, in un’intervista a La Stampa ha precisato che la strada è ancora lunga: «Mi cercano in tanti per sapere come sta Alex», dice riferendosi ai giornalisti, «È una situazione difficile da gestire. Non voglio ritrovarmi i giornalisti sotto casa, non posso spiegare a ognuno di loro. Devo concentrarmi sulle cure, giorno per giorno. Magari fra tre mesi avremo modo di parlare».

Ma ora aspettare 90 giorni non sembra più così impossibile e, alla prova dei fatti, è Alex, ancora una volta, ad essere un po’ più vicino all’ennesima vittoria!