È nelle sale per tre giorni – il 23, 24 e 25 ottobre – “Zucchero – Sugar Fornaciari”, il docufilm sul grande bluesman italiano. Un ritratto del cantante di brani cult come “Senza una donna” e “Diamante” ma anche dell’uomo, Adelmo Fornaciari, con tutte le sue fragilità e debolezze.
La presentazione alla Festa del cinema di Roma
Il documentario, presentato alla Festa del cinema di Roma, viene distribuito da Adler su 300 schermi. Il film di Valentina Zanella e Giangiacomo De Stefano, “cui ho detto sì a patto che non fosse un documentario celebrativo”, segue il percorso umano prima che professionale di uno degli artisti italiani più famosi nel mondo. Nel docufilm, che ha attinto a piene mani dagli archivi di Zucchero, si alternano racconti in prima persona dell’artista, testimonianze, spezzoni della straordinaria carriera del bluesman che ha dato vita a successi struggenti come “Così celeste” e brani trascinanti come “Baila”.
Zucchero: “Non mi sento mai a casa, da nessuna parte”
“Era quello che volevo, – ha detto Zucchero alla Festa del Cinema di Roma – quello che avevo chiesto ai produttori e registi fin dall’inizio: che non fosse un docufilm celebrativo e basta, ma che ci fosse una buona parte anche di Adelmo rispetto a Zucchero, che e parte dal paesino di provincia e poi viene sradicato a 11 anni e portato in Versilia, dove – a dire il vero – non mi sono mai trovato bene, ma li ho conosciuto mia moglie e sono nate le mie figlie. Questo sradicamento, soprattutto da mia nonna Diamante, mi ha fatto soffrire e ancora adesso ho la sensazione di non sentirmi mai a casa, da nessuna parte”. “Ogni tanto ci sono questi pensieri un po’ malinconici, sperando che non sfocino in depressione – prosegue Zucchero – una cosa che non auguro a nessuno, perché è tosta superare certi momenti”.
Il filo rosso fra Emilia e New Orleans
Zucchero è un artista che ha saputo fondere in modo personalissimo la tradizione del blues americano alle sue origini emiliane. “Sono nato a Roncocesi sul Po nella Bassa Padana, un paese alla Peppone e Don Camillo, il nostro lo chiamavamo Don Tagliatella, un posto con la coop comunista davanti la chiesa dove andavo a suonare l’organo in cambio di fare il chierichetto la domenica. Quelle sono le mie radici, a là torno e quando per la prima volta sono andato a New Orleans e in Louisiana ho avuto un’attrazione magnetica, quei paesaggi sembravano quelli della mia terra”, dice raccontando perché la sua vita musicale è stata dedicata al blues.
Nel docufilm anche i momenti bui di Zucchero
Nel docufilm si ripercorrono anche momenti bui della vita di Zucchero, tra cui la depressione. “La mia anima è malinconica, ho cercato di contrastarla ma emerge sempre, quando va bene si sopporta, quando va male diventa depressione”, ha confessato l’artista. “La mia costanza, la mia tenacia mi hanno
portato fin qua ma non ho voluto nulla, la mia era una esigenza di vita, a me bastava fare il musicista e mettere su una famiglia, fare un album neppure lo sognavo, invece le cose sono capitate, con il talento certo, con la fortuna anche, ma pure a prescindere dalla mia volontà. Nei periodi bui mi spaventava
anche solo l’idea di stare meglio, eppure le cose sono andate avanti, sono il primo a stupirsi”.
Zucchero, una star internazionale
Ormai è star internazionale, che riempie gli stadi in tutto il mondo. Fra le sue collaborazioni e amicizie vanta stelle della musica. Ha collaborato con artisti come Sting, Eric Clapton, Paul Young, Brian May, Ray Charles, Miles Davis, Joe Cocker, Jeff Beck. Oltre a Andrea Bocelli e Francesco De Gregori, per non parlare del sodalizio con l’amico fraterno Luciano Pavarotti.
Nel 2024 Zucchero tornerà live
Dopo aver incantato oltre 1 milione di spettatori con il suo ultimo tour in Italia e in tutto il mondo e con i due straordinari concerti alla RCF Arena (Campovolo) di Reggio Emilia di fronte a 60 mila spettatori, Zucchero si prepara a tornare live nel 2024. Tre date negli stadi italiani (27 giugno a Bologna, 30 giugno a Messina, 4 luglio a Milano) e poi in giro per il mondo con l'”Overdose D’Amore World Tour”. “Partiremo fine marzo con tre concerti alla Royal Albert Hall, – ha annunciato il bluesman – poi tutta la Scandinavia, i Festival europei, e poi torniamo negli stadi italiani: San Siro, Bologna e Messina, e continuiamo la tournée, con dei break sotto Natale, fino a fine luglio del 2025, rifacendo il giro un’altra volta Europa Nord America e Sud America”.