La notizia della malattia di Carlos, il figlio di Fabrizio Corona e della ex modella Nina Moric, ha fatto il giro del web in poche ore, non appena a parlarne è stato proprio il fotografo, personaggio tv e imprenditore, ospite del programma Belve di Francesca Fagnani. «Mio figlio Carlos sta male, soffre di una malattia genetica», ha rivelato Corona che, dopo i guai giudiziari, è tornato un uomo libero e ha parlato della sua nuova vita, che intende iniziare a Parigi. Corona ha spiegato che Carlos, 21 anni, «Adesso sta male, non può gestire la sua vita da solo». Il ragazzo soffrirebbe di una psicosi transitoria acuta.
Cos’è la psicosi transitoria acuta di Carlos Corona
A parlare del disturbo del figlio, era stata anche Nina Moric, qualche tempo fa. «Carlos soffre di psicosi transitoria acuta. Deve essere curato. Non ha il telefono e nessuno mi risponde dalla parte paterna. Se non prende i farmaci accord,ati con l’analisi comportamentale cognitiva sarà la sua fine», aveva spiegato tempo fa la ex modella. Lo stesso Corona aveva svelato altri dettagli in passato, al settimanale Chi, dicendo di essere stato «chiamato dagli psichiatri che seguono mio figlio Carlos. Mi dicono che non è un bambino come gli altri, mi danno una brutta notizia che non posso rivelare. Piango, sto male, come se mi fosse crollato il mondo addosso». Carlos sarebbe anche stato ricoverato in una clinica in Svizzera specializzata in salute mentale e poi a Milano. Fabrizio Corona, in quella occasione, aveva rassicurato: «Carlos ora sta bene ma ha avuto un periodo difficile prima è stato in una clinica di Milano, è uscito, stava bene, poi meno. Allora la mamma lo ha portato in Croazia. Nina ha dei parenti lì, fra cui un medico».
Come sorge la psicosi transitoria acuta
Ma cos’è, dunque, la psicosi transitoria acuta? «È un disturbo psicotico breve, la cui diagnosi viene fatta in basa all’evoluzione del disturbo stesso. Nella maggior parte dei casi ha un esordio abbastanza improvviso. La caratteristica principale è la perdita di contatto con la realtà insieme alla mancanza di coscienza della malattia: in pratica chi ne soffre non si rende conto di averla», spiega Adelia Lucattini, psichiatra, psicoanalista Ordinario della Società Psicoanalitica Italiana (SPI) e Full Member of the International Psychoanalytical Association (IPA).
I sintomi del disturbo
Uno dei tratti distintivi del disturbo è che chi ne soffre «Ritiene di essere in pericolo e dice cose non vere, che non trovano rispondenza nella realtà, spesso riferendo di allucinazioni uditive (mai visive): per esempio, possono affermare di avere la mente o i pensieri controllati dagli alieni, sentono le voci e formulano discorsi disorganizzati, cioè saltano di di palo in frasca. Talvolta hanno anche disturbi di agitazione motoria oppure in altri casi sono completamente immobili – spiega Lucattini – Questo tipo di psicosi è caratterizzato da disturbi del pensiero, che la accomuna al disturbo bipolare».
Quando può comparire: le età a rischio
Come tipo di disturbo «la psicosi transitoria acuta è più frequente negli adolescenti, ma non è escluso che si possa manifestare anche prima. Diciamo che c’è un’età di insorgenza classica, che si sovrappone a quella dei disturbi bipolari, quindi la diagnosi non è semplice e occorre un tempo minimo di circa un mese per poterla stabilire. Le fasce a rischio sono quella 12/14 anni, 18/22, intorno ai 26 anni e poi tra i 30 e i 36», spiega la psichiatra. «Anche gli appartenenti al cosiddetto “club dei 27”, di cui fanno parte molti cantanti (da Amy Winehouse a Kurt Kobain e Jimi Hendrix Morrison, NdR) scomparsi tutti a questa età, avevano ricevuto una diagnosi di disturbo bipolare, cure farmacologiche e diversi ricoveri.
Jim Morrison, invece, una diagnosi di disturbo borderline associato a disturbo bipolare. In comune si ha una crisi intorno ai 26 anni che, se non curata, può portare a esiti infausti come appunto nel caso di molte star del mondo della musica. Spesso si tratta di persone che non si sono curate, che non sono state in trattamento in clinica e magari hanno invece bevuto o abusato di sostanze, rimanendo soli», aggiunge l’esperta.
La diagnosi: come si riconosce la psicosi transitoria acuta
«Si chiama psicosi transitoria acuta perché spesso si manifesta con una crisi improvvisa, anche se in molti casi può essere preceduta da comportamenti particolari e inusuali. In genere si procede con un ricovero immediato in una struttura psichiatrica, accompagnato da un trattamento farmacologico per stabilizzazione dell’umore. Si parla, però, di diagnosi osservativa interlocutoria perché occorre almeno un mese per arrivare a definire il disturbo», dice Lucattini. Se non si verificano altre crisi, infatti, «con un unico episodio nella vita, si può parlare di psicosi transitoria acuta. Se evolve può portare ad altri disturbi, solitamente a un disturbo bipolare e, in particolare, al sottotipo con sintomi psicotici».
È una malattia genetica?
Essendo un disturbo del comportamento, si può pensare che non si tratti di malattia genetica, ma l’esperta chiarisce: «Definirla malattia genetica è sempre incompleto: si sa per certo che esiste una predisposizione, anche genetica, a sviluppare alcuni disturbi psichiatrici maggiori, ossia più gravi nelle manifestazioni anche se temporanee. Ma perché i geni si attivino occorre un fattore scatenante. Per questo si procede con un’anamnesi familiare, per valutare se può esserci stato, per esempio, un disturbo post partum nella madre o nella nonna, o altri disturbi nel padre, negli zii, ecc.», chiarisce la psichiatra. «Negli Usa, per esempio, si effettua la mappa cromosomica, ma per il semplice motivo che, se si accerta la predisposizione genetica, si può avere la copertura assicurativa sulle cure», chiarisce ancora Lucattini.
Le possibili cause scatenanti
«La predisposizione di per sé non fa ammalare – insiste Lucattini – così come va ricordato che ci sono persone che sviluppano questi disturbi senza una familiarità, ma perché esposti a situazioni terribili, come i soldati in guerra che si trovano a contatto con orrore e morte senza averli immaginati. In altri casi, specie in passato, abbiamo osservato questo tipo di disturbo in alcuni giovani immigrati, provenienti da contesti socio-culturali molto differenti da quelli europei e italiani che, però, una volta tornati nei paesi d’origine o inseriti in comunità di connazionali, vedevano scomparire il disturbo breve. Lo stesso vale per i militari sotto shock: una volta tornati a casa e curati, si riprendono». Quando, invece, riguarda adolescenti italiani, «il fattore scatenante può essere un episodio particolarmente forte, come la separazione dei genitori, una bocciatura scolastica o l’abbandono da parte della fidanzata o fidanzato», spiega l’esperta.
Come si cura e quando si guarisce
Oggi Carlos, nato nel 2002 dalla relazione con Nina Moric, sposata l’anno prima, vive a Milano con il padre Fabrizio e Sara Barbieri, sua compagna da due anni. L’ex fotografo, però, ha manifestato l’intenzione di trasferirsi a Parigi. Come si gestisce la psicosi transitoria acuta? «Una volta stabilizzato, il paziente deve seguire una psicoterapia e la più efficace è quella psicoanalitica, soprattutto con un percorso di tipo familiare. Il soggetto deve essere aiutato a comprendere le caratteristiche del disturbo, i motivi, ecc., ma i genitori spesso sono sofferenti di fronte alla malattia del figlio o della figlia, e a volte sono loro stessi fragili – spiega Lucattini – In caso di genitori separati la situazione risulta certamente più complessa: se vivono nella stessa città sono esortati a seguire il percorso insieme, per il bene del figlio. Altrimenti si cerca di ricorrere a percorsi paralleli e alla terapia online, che ormai è riconosciuta anche dal ministero della Salute ed eseguita sia da esperti privati che dalla sanità pubblica. È altrettanto importante seguire un trattamento farmacologico, che non va interrotto e prevede la somministrazione di psicofarmaci e stabilizzatori del tono dell’umore di ultima generazione, assumibili per bocca», conclude l’esperta.