Di fronte a me ci sono la schermata di Google Meet e un’agendina formato A5. Ci avrei dovuto scrivere la scaletta di questo articolo, ma ho finito per annotarci le volte in cui Raissa e Momo mi hanno fatta sinceramente ridere durante la nostra intervista. Diciamo che per contarle non basterebbero due mani. Classe 1996 lei e 1993 lui, sono una coppia di content creator che sui loro profili social condividono video ironici per provare a ridisegnare quei bozzetti mentali che hanno a che fare con l’amore, e che vengono inquinati dai luoghi comuni e dal sentito dire. Raissa Russi è italiana, nata e cresciuta a Torino, di fede cristiana. Mohamed Ismail Bayed è italiano di origine marocchina, nato a Casablanca e arrivato in Italia a sei anni, di fede musulmana.
Lo dicono anche loro: è curioso che su una piattaforma come TikTok, nata essenzialmente per intrattenere, sia stata eletta “Video dell’Anno” una clip che di intrattenimento forse ha ben poco. Ma d’amore, tanto. È infatti il video delle promesse di matrimonio fatte da Raissa a Momo, lo scorso giugno, ad aver trionfato ai TikTok Awards. Il più votato dagli utenti.
Sarà che forse, abituati al digiuno dai tanti esempi distorti dello stare in una relazione, ci sentiamo nutriti dagli esempi positivi. Che finiscono per diventare la nota stonata della musica di cui dovrebbero invece essere la chiave. Ho chiesto un parere a Momo e Raissa, tra profili (non) di coppia, soggettività da salvaguardare e ironia con un secondo (lieto) fine. La risposta ora campeggia su una pagina casuale della mia agendina, così riassunta: è bello fare un tratto a piedi insieme, certo, ma è importante anche sapersi separare quando si tratta di costruire se stessi, ed è bello rincontrarsi migliori e diversi, più avanti nel cammino.
La nostra intervista a Raissa e Momo
I TikTok Awards hanno decretato Video dell’Anno la clip delle promesse di matrimonio di Raissa a Momo. Cosa pensate di questo riconoscimento? E come lo avete spiegato alle persone del team “io-preferivo-quelle-di-Momo”?
Raissa: Ovviamente ci ha fatto molto piacere vincere, ma soprattutto vincere con quel video in particolare. Perché non parla d’altro che d’amore. Sapere che molte persone hanno votato per un video che è molto romanticismo e poco intrattenimento, mi ha resa molto felice.
Momo: È stata una vittoria inaspettata, una sorpresa. Con chi preferiva le mie promesse mi sono giustificato dicendo che in fondo nel video ogni tanto compaio anch’io e quindi va bene dai, lo accettiamo (ride, ndr).
Cosa pensate di TikTok?
Momo: Mi piace molto, perché credo ci dia la possibilità di incontrare e conoscere il mondo. E quindi di realizzare quanto siamo vicini e simili a chi, o a cosa, prima ci sembrava lontano e diverso. TikTok può avvicinare.
Raissa: E dare la possibilità di esprimersi creando contenuti più leggeri, semplici e liberi, meno impostati rispetto ad altri social.
Dal video delle promesse, e dal matrimonio, sono passati quasi sei mesi. Sensazioni?
Momo: La difficoltà di ricordarsi di dire “marito” e “moglie”.
Raissa: Quando le persone ci chiedono: “Come va adesso che siete sposati?”, rispondo che per me non è cambiato nulla a parte l’anello al dito. Probabilmente non abbiamo ancora del tutto realizzato, è un mix di emozioni arrivate tutte insieme. Una bella sensazione!
“È questo ragazze, è l’amore che ci meritiamo”. Sui social siete diventati l’esempio di un certo “tipo d’amore”, come vi scrivono nei commenti. Cosa pensate di questa percezione?
Momo: Sono combattuto rispetto a questa percezione. Da un lato sicuramente mi fa piacere, sono contento che passi un bel messaggio. Dall’altro però credo anche possa essere pericoloso scegliere di identificare qualcuno che non conosciamo come proprio riferimento. Specie rispetto alle relazioni d’amore, ché ciascuna è a sé. Noi infatti teniamo a sottolineare che quello che si vede di noi è ciò che scegliamo di far vedere. Le discussioni e le visioni dissimili esistono, anche se non vengono mostrate in video.
Raissa: A me invece fa davvero piacere che ci identifichino con un certo “tipo d’amore”: effettivamente ci ritengo una coppia sana, e sarebbe sbagliato dire il contrario. D’altra parte, è vero anche che – secondo me – molte persone hanno standard tanto bassi. Non parlarsi sopra, non mancarsi di rispetto, avere delle attenzioni per l’altro: sono tutti aspetti di una relazione di coppia spesso visti come straordinari, ma che dovrebbero assomigliare più alla normalità.
Siamo abituati a sentire i vostri nomi sempre appaiati: Momo&Raissa, Raissa&Momo. C’è un motivo per cui non avete un profilo di coppia ma due profili individuali?
Raissa: Fin dall’inizio noi abbiamo deciso di dividere i profili. So che veniamo sempre accostati, ma rimaniamo Momo e Raissa anche quando siamo Momo&Raissa. Siamo due persone molto diverse, con interessi differenti, a volte anzi proprio distanti. Quindi siamo una coppia, sì, nella vita come sui social, ma crediamo sia anche giusto ricordare l’importanza del mantenere ciascuno la propria soggettività. E la possibilità di esprimersi liberamente, nel proprio spazio personale.
La cosa più sorprendente che l’uno ha insegnato all’altra? C’è qualcosa che probabilmente non avreste saputo, conosciuto o fatto se non vi foste incontrati?
Momo: La sua capacità, dopo una discussione, di andare oltre. Senza rimuginare troppo sulle cose. E poi l’uno ha dato all’altra il coraggio di iniziare a fare contenuti sui social; forse da soli non l’avremmo mai fatto.
Raissa: Momo mi ha insegnato la concretezza. Diciamo che è il braccio che mi aiuta a dare una realizzazione concreta a idee e creatività.
Si parla sempre di voi come una coppia mista. C’è ancora bisogno di aggiungere questo aggettivo a ciò che siete prima di tutto, cioè una coppia?
Momo: No, non ce ne sarebbe bisogno. Ma capisco la necessità di specificarlo, per far passare un messaggio.
Raissa: Siamo una coppia e basta, certo, però credo che non siamo ancora pronti per evitare di aggiungerci un aggettivo. Vedere una persona bianca e una persona nera tenersi per mano, per strada, ha ancora come effetto il voltarsi a guardare. Quando diventerà una cosa indifferente, allora non ci sarà più bisogno di alcuna specificazione. Intanto, per parlarne, quel termine che a me non piace – “mista” – può anche rivelarsi utile.
Ironia. Quale e quanto spazio occupa nella vostra relazione? E quanto è potente invece nel decostruire i pregiudizi, gli stereotipi, i luoghi comuni?
Raissa: Ci lanciamo sempre battute e ci prendiamo molto in giro a vicenda: come siamo nei video, siamo nella vita.
Momo: Siamo sempre state due persone molto autoironiche, e l’ironia fa il 90% della nostra relazione. È importante chiedersi con chi la si sta usando e come: per noi l’ironia è solo iniziale, poi deve diventare veicolo per un messaggio.
Com’è iniziata la vostra avventura sui social?
Raissa: Ho pubblicato un primo video ironico in cui raccontavo come i miei genitori avessero appreso la notizia della religione di Momo, confrontando la persona che si immaginavano con quella reale. Quel video raccolse moltissime visualizzazioni e mi stupì.
Momo: Abbiamo piano piano capito che alle persone interessava la nostra storia, tanti si riconoscevano ma pochi ne parlavano. O ne parlavano nel modo sbagliato. TikTok ci ha dato la possibilità di usare la nostra voce e di mostrarci diversi da come molti avrebbero potuto immaginarci.
E qual è stato il ritorno?
Raissa: Tantissimi commenti, soprattutto testimonianze – anche divertenti – di ragazzi che si trovano nella nostra stessa situazione. E poi messaggi di chi ha cambiato idea grazie a qualcuno dei nostri video.
Momo: Sì, spesso anche da parte dei genitori di quegli stessi ragazzi.
Il traguardo dell’altro/a di cui andate più fieri?
Momo: Il suo brand di gioielli (Mediterranea Jewels, brand inclusivo nato tra le coste italiane e quelle marocchine, ndr).
Raissa: Un canale YouTube. Che non è un traguardo raggiunto, ma uno che gli auguro di raggiungere, superata la paura.
Se doveste lasciare all’altro/a un memo sul frigorifero per ricordargli/le ogni mattina qualcosa in particolare, cosa ci sarebbe scritto?
Momo: Metti in ordine.
Raissa: Compra in quantità adeguate.
Si avvicina il Natale: come onorate insieme le rispettive tradizioni?
Raissa: Le rispettiamo e cerchiamo di essere vicendevolmente presenti. Momo passa il Natale con la mia famiglia e io festeggio con la sua la fine del Ramadan.
Cosa vorreste sotto l’albero quest’anno?
Raissa: Io un viaggio.
Momo: Sotto l’albero però quello non ci sta! (ride, ndr).