La band italiana più amata dalla GenZ? Secondo Spotify non sono i Maneskin, ma i Ricchi e Poveri. Con un record di 5,7 milioni di ascoltatori mensili sull’app, il gruppo che ha creato successi come Sarà perché ti amo e Mamma Maria è ancora sulla cresta dell’onda e, con Sanremo alle porte, non accenna a fermarsi.
Nati come quartetto polifonico con due voci femminili e due voci maschili, i Ricchi e Poveri oggi sono un duo: Marina Occhiena ha perseguito la carriera da solista nel 1981 e nel 2016 anche Franco Gatti ha scelto di separarsi dal gruppo. Ma Angela Brambati (La Brunetta!) e Angelo Sotgiu continuano a vivere il sogno e si apprestano a salire sul palco dell’Ariston per la tredicesima volta.
Ma non tutta la vita: il brano dei Ricchi e Poveri a Sanremo
In gara portano Ma non tutta la vita, un inno a cogliere l’attimo fuggente e non lasciarsi scappare le occasioni della vita. Come sottolineano gli stessi Brambati e Sotgiu, questo invito non è riservato alla sfera affettiva. «La canzone insegna a lanciarsi per perseguire ciò che si desidera in tutte le cose che ci appassionano».
Ricchi e Poveri: una carriera unica
Alle loro spalle, una carriera 22 milioni di dischi, 30 album e hits come La prima cosa bella, Che sarà, Mamma Maria, Voulez vous danser, Se m’innamoro… Ma lo scorso anno Sarà perché ti amo ha vissuto una vera e propria rinascita diventando un inno della GenZ. Grazie a TikTok, il brano è diventato la colonna sonora di tante manifestazioni e società sportive nazionali e internazionali, un inno sinonimo di festa che ha collezionato da solo 186.000.000 di streaming.
A Sanremo faranno tappa dopo un tour internazionale che ha toccato Mongolia (Ulan Bator), Moldavia (Chișinău), Romania (Bucarest), Uzbekistan (Samarcanda), Germania (Norimberga), Kazakistan (Almaty) e che, dopo la partecipazione al Festival di Sanremo, proseguirà in Estonia (Haapsalu), Australia (Melbourne e Sidney), Georgia (Tbilisi e Batumi) e molti altri paesi.
Ricchi e Poveri: Sanremo ormai è casa
Dopo così tanti anni, farà ancora paura il palco dell’Ariston? I Ricchi e poveri sono approdati a Sanremo per la prima volta nel 1970 insieme a Nicola Di Bari. In gara portavano La prima cosa bella e debuttarono sul podio accaparrandosi il secondo posto. L’anno successivo, replicano il secondo posto con la canzone Che sarà in coppia con José Feliciano e in breve tempo diventano un fenomeno internazionale. Nel 1972 e nel 1973 partecipano con Un diadema di ciliegie e con Dolce frutto, ottenendo il quarto posto. Dopo qualche anno di pausa, tornano a Sanremo nel 1976 con la canzone Due storie di musicanti.
Divenuti un terzetto, ritornano all’Ariston solo nel 1981 proprio con Sarà perché ti amo. Oggi è la loro canzone del cuore, ma allora la giura le diede il quinto posto. In ogni caso, il brano rimane in vetta alle classifiche italiane per otto mesi, spopola all’estero finendo in vetta alle classifiche in Belgio, Francia, Austria, Germania e Spagna. Sarà il singolo più venduto dell’anno con 7 milioni di copie.
L’anno della consacrazione sanremese è il 1985: i Ricchi e Poveri vincono il Festival della canzone italiana con Se m’innamoro a cui si aggiungono i Telegatti d’Argento. Tra la fine degli anni ’80 e l’inizio degli anni ’90, torneranno a Sanremo quattro volte: nel 1987 Canzone d’amore (scritta da Toto Cutugno), nel 1988 con Nascerà Gesù (Umberto Balsamo), nel 1989 con Chi voglio sei tu e nel 1990 con Buona Giornata. Nel 2013 ricevono, meritatamente, il Premio alla Carriera Città di Sanremo.
Forever young: il consiglio dei Ricchi e Poveri alla GenZ
Alla 74esima edizione del Festival arrivano con un bagaglio unico e un brano che parla di loro alla GenZ: cominciano con una celebre auto-citazione («Che confusione!») e poi si gettano in un ritmo elettro-dance travolgente. Anche la più bella rosa diventa appassita. Va bene ti aspetto, ma non tutta la vita, cantano Brambati e Sotgiu conquistando – siamo sicuri – i cuori del pubblico e innumerevoli punti al Fantasanremo.
Alla generazione che li ha riscoperti e li ha resi il trend più alla moda della musica sui social, danno un consiglio da grandi. Basta ansia, overthinking e organizzazione minuziosa. Chi ha vissuto gli anni più pazzi del mondo sa che la giovinezza è solo una, ma che la vita è sempre un dono: nel dubbio, scendi in pista!