«L’amore in bocca nasce da un errore in tutto e per tutto», a raccontarlo è Alessandro De Santis, un mezzo del duo Santi Francesi (insieme a Mario Francese). La strada verso l’Ariston è stata lunghissima: «Non so se lo sapete ma è la terza volta che tentiamo Sanremo Giovani», raccontano.

E non solo hanno conquistato la giuria con Occhi tristi, ma si sono accaparrati un posto tra i big. Con L’amore in bocca si preparano a fare il loro debutto al Festival senza lasciare più dubbi: tutti devono conoscere la loro musica e la loro filosofia.

Santi Francesi: l’unico limite è il cielo

Duo hardpop di Ivrea, il loro primo album Tutti Manifesti, totalmente autoprodotto, è uscito nel 2019 e ha superato i 2.5 milioni di stream su Spotify. Da lì, fino al 2023, è stata una scalata senza sosta: si sono aggiunti alla lineup di Spaghetti Unplugged nel 2021, stesso anno in cui hanno vinto il premio Musicultura. Nel 2023 hanno partecipato e vinto la sedicesima edizione di X Factor Italia.

«Sanremo per noi è un grande passo, ma non pensiamo in termini di traguardi: non sentiamo mai di aver raggiunto niente, vogliamo sempre di più e siamo sempre proiettati in avanti», raccontano. Cercano di mascherare la calma, ma il palco tanto agognato diventa più spaventoso man mano che ci si avvicina.

«L’ansia c’è: stiamo cercando di concentrarci sull’esibizione e sulla parte tecnica, ma giorno per giorno nascono nuove preoccupazioni. Sicuramente prima di salire sul palco andremo in panico».

Santi Francesi: a Sanremo con L’amore in bocca

L’ansia del debuttante non riduce però la sicurezza di due artisti ambiziosi e talentuosi. L’amore in bocca è un brano di cui vanno fieri, che racconta l’emozione da un punto di vista fluido: «È stato scritto a quattro mani da me e Cecilia Del Bono durante una sessione» racconta De Santis «e potrebbe essere cantata da un uomo come da una donna».

La cover del singolo – PH: Mattia Guolo

Racconta dell’amore che fa bene, fa male, fa pensare: sono scene di vita e ricordi tratti dalle relazioni di De Santis e Del Bono senza peli sulla lingua. Come introduce fin da subito, nasce da un connubio di errori: uno è di battitura, molti sono quelli dettati dalle scelte sbagliate prese. «Anni fa dopo una serata volevo scrivere l’amaro in bocca», racconta, «ma ho sbagliato e ho scritto la parola amore. Ci piaceva l’immagine e ce la siamo tenuti tra le note, ma è nato qualcosa solo molto più tardi».

La cover e il duetto

Risultato di organizzazioni e riflessioni è invece la scelta ambiziosa per la cover della quarta serata. «Ci abbiamo pensato per giorni: noi volevamo qualche artista internazionale, ma non riuscivamo a trovare idee» racconta Francese. «Poi io ho proposto Skin, un po’ per scherzo, e sono stato ignorato. La seconda volta l’ho ripetuto, un po’ meno scherzosamente, e abbiamo provato davvero a contattarla».

Il resto è storia? Questo duetto sarà l’unico con un’artista internazionale e una cantante come Skin rappresenta la volontà di osare e di sorprendere. «Sul brano eravamo sicuri fin dall’inizio: Hallelujah è una canzone che conoscono tutti: è una ballad e molti la considerano una canzone tranquillizzante anche se il testo è crudissimo», raccontano.

Hallelujah di Leonard Cohen come non l’abbiamo mai sentita

Loro, sin dai giorni di XFactor, hanno trovato una comfort zone nelle cover, in particolare quelle che rivisitano la canzone e la decompongono per farne risaltare parti inedite. Sarà un nuovo modo di sentire (e cantare) Hallelujah anche quello che porteranno a Sanremo.

Un altro sguardo alla cover del singolo – PH: Mattia Guolo

«Skin ha una voce intensa e fa una musica ribelle, distruttiva. È l’artista perfetta per far trasparire la vena più cruda e inquietante del brano di Leonard Cohen, quella che molti ignorano e invece noi vogliamo rendere centrale».

E dopo Sanremo, visto che non sarà un traguardo? Tantissime cose, tutte sorprese. Si tengono i loro segreti e noi ci teniamo sull’attenti: i Santi Francesi vogliono spezzare la maledizione della meteora che sembra colpire i vincitori degli ultimi anni di talent. Hanno tutte le carte in regola: il resto, lo farà la magia dell’Ariston.