Con l’inizio della quarantena tutti i musei e le istituzioni culturali nel mondo si sono messi a lavoro per mettere a disposizione dei loro visitatori, impossibilitati dall’emergenza coronavirus a recarvisi di persona, il catalogo online delle opere custodite al loro interno, organizzando performance, concerti, talk. Ora lo fa anche il Teatro alla Scala di Milano, che alza per la prima volta il suo sipario (digitale) su Google Arts & Culture.
Nonostante le luci (quelle vere) siano spente sul palcoscenico del teatro, che ha dovuto chiudere i battenti per via della pandemia in corso, la creatività e l’impegno vivono nei suoi artisti: per celebrare il passato e il presente, 92 artisti – 6 solisti, 26 coristi e 60 strumentisti – provenienti da cinque Paesi si sono “ritrovati” per creare la prima performance operistica della Scala eseguita in quarantena. Ora gli spettatori virtuali potranno assistere al Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi, una storia di unità e resilienza che ben si adatta al momento storico che stiamo vivendo.
Una passeggiata virtuale per scoprire i segreti del teatro…
Nella collezione online del Teatro alla Scala potrete passeggiare per il teatro grazie a Google Street View, ma anche scoprire cosa si prova a salire sul palcoscenico come una stella dell’opera, assistere a un balletto dal Palco Reale o curiosare nel laboratorio industriale, dove gli artigiani creano palcoscenici incredibili, oggetti di scena e quasi 1.000 costumi ogni anno, tra cui creazioni di stilisti come Gianni Versace e Yves Saint Laurent. Con Art Camera si possono ingrandire i dettagli più piccoli e raffinati dei costumi – dal broccato d’avorio e cabochon dorati al velluto nero e alle pietre a specchio rubino – indossati dall’icona dell’opera Maria Callas.
… e perdersi nelle sue meraviglie
Chi è curioso di scoprire il dietro le quinte, invece, avrà più di 259.000 immagini digitalizzate dall’archivio del teatro da spulciare per immergersi negli spettacoli passati e ritrovare la bellezza – e il grande lavoro di preparazione – che servono per dare vita a uno spettacolo teatrale. Si potranno sfogliare le pagine di una rara edizione manoscritta dello spartito di Turandot, il primo libretto del Nabucco di Giuseppe Verdi oppure ancora conoscere i vari artisti il cui lavoro ha abbellito il palcoscenico della Scala, tra i quali David Hockney e Giorgio De Chirico.
Insomma, grazie all’archivio digitale la Scala diventa più accessibile che mai: e pensare che nel 18° secolo, gli spettatori del Teatro alla non dovevano preoccuparsi di cercare il posto migliore. Gli aristocratici avevano il proprio palco, mentre gli altri dovevano solo stare nel parterre, senza potersi sedere. L’emozione era la stessa, ma oggi, un posto in prima fila è garantito a tutti.