Innamorata, radiosa, bellissima. Musa a 60 anni. Monica Bellucci non lo è soltanto per il regista Tim Burton, suo compagno da oltre un anno, ma per tutte noi. Perché incarna la possibilità di innamorarsi in quell’età matura considerata così poco interessante e spesso resa invisibile in un mondo sempre più ageista e ossessionato dalla bellezza dei ventenni.

Tim e Monica: un amore adulto

Questo è il “film” di apertura della Mostra del Cinema di Venezia, insieme a Beetlejuice Beetlejuice, sequel dello Spiritello porcello (firmato da un Burton giovane e in piena ascesa e che, 36 anni fa, divenne un piccolo cult) che oggi arriva nei cinema con alcuni dei protagonisti di allora e alcune new entry (vedi box a pagina 19). E questa, Bellucci più Burton, sarà la coppia da batticuore del Lido. Mentre quelle dei divi più giovani si sottraggono ai riflettori, si tengono lontani uno dall’altra in pubblico e guai a chi fa domande personali sul partner, Monica e Tim irradiano felicità in mondovisione, passeggiando mano nella mano sul red carpet di Venezia, lei dolce e sorridente, lui gesticolando con un’allegria contagiosa. Perché il loro è un legame reso più forte dalla passione condivisa per il cinema.

«L’amore adulto significa trovare una persona che ti consenta ancora di giocare» ha detto l’attrice. «E innamorarsi fa bene, sempre, vuol dire che sei viva. È una grande fortuna». Soprattutto dopo un matrimonio finito, per quanto dolcemente e senza battaglie legali, e con il punto interrogativo che nasce negli anni successivi, come sanno tante donne e madri tornate single: avrò ancora un incontro forte come questo?

Un ragazzo incontra una ragazza

Separata dal 2013 dall’attore francese Vincent Cassel, per il quale si era trasferita a Parigi nel 1996, madre di Deva (20 anni il 12 settembre) e Léonie (14), Monica compie i 60 il 30 settembre e sa indossarli con ironia. Bellezza e fascino non le mancano, ma il vero elisir è il suo patto con il tempo che passa. «Non puoi sconfiggerlo, è troppo più forte di te: devi firmare un armistizio e sperare solo che ti accarezzi con grazia» sostiene.

Lui, 66 anni, californiano, autore di film culto, da Edward Mani di Forbice alla recente serie Mercoledì, successo di Netflix, ha chiuso nel 2014 la relazione con Helena Bonham-Carter, compagna e musa precedente, dalla quale ha avuto due figli, Billy-Ray (20) e Nell (16). E una nuova linfa sembra nutrire ora anche il suo lavoro.

«Confesso che ultimamente mi ero un po’ perso e per anni ho avuto scarsa fiducia nel cinema» ha detto Burton in conferenza stampa. «Con questo film ho ritrovato l’approccio delle origini: fare quello in cui credo fortemente, che ha senso per me e mi diverte. Perché adorare il tuo lavoro è quello che aiuta a farlo venire bene. Non ho girato un sequel per il gusto di farlo o per i soldi, ma perché ho pensato al passare degli anni, mi sono chiesto come ha cambiato me e cos’è successo a quei personaggi, dove li porta l’età matura». Di certo si è divertito con i protagonisti e Monica l’ha “fatta giocare”, come direbbe lei, anche sul grande schermo.

Tim e Monica: le fasi della storia d’amore

Monica e Tim si erano conosciuti nel 2006 e si sono rivisti nel 2022 a Lione, al Lumière Film Festival dove lei presentava il documentario su Anita Ekberg The Girl in the Fountain e teneva una masterclass, mentre lui ritirava un premio alla carriera. «L’amore è ineffabile, troppo difficile da spiegare: meglio non farlo, non si può razionalizzare come nascono i sentimenti» ha raccontato lei. La prima uscita pubblica insieme è stata alla Festa del Cinema di Roma, lo scorso ottobre: una sorpresa per il grande pubblico. «Ha voluto accompagnarmi lui: lavoriamo entrambi nel cinema, è venuto naturale».

A Tim, maestro dello humour nero qual è (La fabbrica di cioccolato, La sposa cadavere), è venuto naturale fare a pezzi anche Monica sul grande schermo, trasformare l’icona di bellezza in mostro, in villain, nel personaggio cattivo. In Beetlejuice Beetlejuice l’attrice interpreta Delores, vendicativa ex moglie dello “spiritello” protagonista, che torna in vita anni dopo essere stata massacrata. Entra in scena uscendo con metà faccia dalla cassa dov’era conservata la sua testa spaccata in due. Trova l’altra metà, poi le gambe, il busto, le braccia, qualche dito volato altrove. Ricompone il suo corpo come un’esperta di bricolage, rimettendo insieme le parti con una pinzatrice, e riemerge con cicatrici ovunque, a cominciare da quella che le divide in due il volto. («Come sei bella, tutta riattaccata» le dice Beetlejuice rivedendola).

Beetlejuice Beetlejuice, Tim e Monica insieme sul set

Bellissima anche così, pronta a colpire nel bene e soprattutto nel male. «Sono stata così felice quando Tim mi ha detto di avere un ruolo chiave che gli sembrava perfetto per me nel sequel di Beetlejuice. Ne ero onorata perché le sue storie sanno unire fantasia e comicità, horror ed emozioni. Mi ha aiutato a costruire questo personaggio – uno dei rari villain della mia carriera – che è una creatura ambivalente, più che un mostro, e io adoro la sua duplicità. Delores è cattiva ma al tempo stesso affascinante. È una metafora della vita, perché tutti noi abbiamo cicatrici emotive come lei, ma si fa forza e torna ad affrontarle» ha detto la Bellucci al Lido, mentre il regista seduto più in là sorride compiaciuto alle sue parole.

Anche se entrambi sono discreti, anche se accennare alla loro relazione sarebbe fuori luogo in una conferenza stampa, l’attrice apre un piccolo spiraglio su un legame fatto di passione e di scambi durante i momenti insieme. «Tim adora l’Italia e il nostro cinema. È lui che mi ha fatto scoprire, per esempio, i film di Mario Bava (regista del primo Diabolik nel 1968, scrittore e filmmaker di thriller e horror, ndr) che io conoscevo appena. La sua creatività è di ispirazione per me. La scena in cui mi devo ricomporre è stata un’esperienza incredibile e unica: mi sono sentita come un mimo, ho dovuto eseguire una specie di coreografia muovendomi come una bambola rotta».

Il resto lo vediamo guardandoli muoversi insieme, nelle occasioni pubbliche, con grande, straordinaria, normalità. «Non sto con Tim Burton il regista ma con Tim, una persona che amo» ha detto Monica qualche mese fa. «Come con i vecchi amici, anche per lui non sono l’attrice. Quando ci vediamo parliamo di tante altre cose importanti. Della nostra vita. Dei figli».

La trama di Beetlejuice Beetlejuice

È molto più di un sequel, è un ritorno in grande forma. Beetlejuice Beetlejuice di Tim Burton riprende la storia dello Spiritello Porcello di 36 anni fa, con alcuni degli stessi attori (Michael Keaton, Winona Ryder, Catherine O’Hara) e altri nuovi (oltre a Monica Bellucci, Jenna Ortega, Justin Theroux, Willem Dafoe).

Lydia Deetz, conduttrice di un programma sui fantasmi, torna dopo un lutto famigliare nella vecchia casa di Winter River, ancora infestata dallo spirito di Beetlejuice relegato però nel mondo dei morti. Con Lydia c’è la figlia adolescente Astrid (Ortega) che detesta la madre e il fidanzato producer che vorrebbe sposarla (Theroux), ma soprattutto non crede affatto nei fantasmi. Intanto il mondo dell’Aldilà è in subbuglio: l’ex moglie di Beetlejuice (Bellucci, foto sopra) si è risvegliata e cerca vendetta, lo spiritello vuole tornare tra i vivi e ritrovare Lydia, mentre un detective dell’altro mondo (Willem Dafoe) cerca di fare ordine e giustizia.

Un film tutt’altro che “mortifero”, tra colpi di scena e personaggi sorprendenti, ironia e una bellissima colonna sonora. Ballata alla grande anche nell’Aldilà.