#Beachangemaker: due generazioni a confronto
Quando hai capito che potevi fare la differenza? Che le regole del mondo in cui vivi ti andavano strette? Ti sei mai sentita nel posto sbagliato? Giudicata in modo frettoloso solo in base al genere o all’apparenza? Frustrata perché sapevi di valere e meritare di più? Cosa ti ha spinta a buttarti in un nuovo inizio? Queste sono solo alcune domande del podcast #Beachangemaker Conversazioni per cambiare il mondo di Donna Moderna, un confronto aperto e sincero tra due generazioni di donne. C’è una ragazza con tante domande e tanta voglia di mettersi in gioco che sta iniziando a costruire il suo futuro e una donna speciale, una change maker, con i suoi successi, le sue fragilità e le infinite sfumature della vita da condividere. Tutto nel tempo di una telefonata.
Prima puntata: Sai qual è il tuo talento?
A parlarci di talento, di cos’è, di come in realtà non abbia niente a che fare con la prestazione, è Riccarda Zezza, 51 anni, imprenditrice. Con la sua azienda Lifeed ha inventato una piattaforma digitale che fa degli eventi della vita un percorso di formazione in soft skills. Fieramente napoletana, cresciuta a Roma, in libreria adesso con il suo nuovo saggio Cuore business (Il Sole 24 ore), Riccarda è laureata in Comunicazione e, prima di cambiare strada, di mettere in gioco i suoi veri talenti, è stata manager in grandi multinazionali italiane ed estere.
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Seconda puntata: Cuochina a chi?
A parlarci di stereotipi, sul lavoro e nella vita, è Cristina Bowerman, 56 anni, che nonostante 20 anni di carriera e una Stella Michelin ancora le capita di essere considerata dai clienti e dai colleghi una “cuochina”. Ha cambiato carriera a 30 anni. Aveva studiato diritto e, quando ha annunciato che lasciava leggi e codici per fornelli e ricette, le hanno detto: “Davvero vuoi andare a lavorare in mezzo a tanti uomini?”. Sì, lei lo voleva. Perché era il suo sogno e perché voleva (anche) smascherare il maschilismo in cucina. A chiacchierare con lei c’è Arianna, una ragazza di 24 anni.
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Terza puntata: La felicità è la chiave del successo
A darci questa primo spunto su cui riflettere è Alice Bush, 35 anni, che, dopo aver attraversato vari scossoni esistenziali, come un aborto e una start up fallita, ha unito la mentalità logico-matematica temprata dalla laurea al Politecnico di Milano alla mistica respirata nei templi thailandesi ed è diventata formatrice, scrittrice (adesso è in libreria con La cura della felicità) e imprenditrice digitale. Con un unico obiettivo: aiutare le persone a scoprire la felicità. E l’ha centrato in pieno. A chiacchierare con lei e a farsi spiegare come c’è riuscita, nonostante all’inizio, come molte di noi, rincorresse la felicità dalla parte sbagliata, c’è Giulia, una studentessa di 20 anni.
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Quarta puntata: Far del bene ci fa stare bene
A farci riflettere su come affrontare le sfide a cui la vita ci può mettere di fronte, è Enrica Baricco, 60 anni, architetto, filantropa e sorella dello scrittore Alessandro. Quando a sua figlia di 6 anni è stata diagnosticata una malattia rara, ha fondato CasaOz. Perché davanti alle intemperie della vita, c’è un solo modo per andare avanti: rilanciare. E la sua reazione è stata costruire una casa dove i bambini malati e le loro famiglie potessero trovare un senso di normalità mentre tutto sembrava sottosopra. A chiacchierare con lei e a farsi spiegare com’è riuscita a dar forma alle cose, ad aiutare gli altri anche in mezzo al caos, c’è Marta, una studentessa di 20 anni.
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Quinta puntata: La moda etica non è più un lusso. È un dovere
A farci riflettere sul grande tema della sostenibilità della moda è Marina Spadafora, fashion activist e coordinatrice di Fashion Revolution Italia. Un movimento nato a Londra nel 2013 dopo il terribile disastro avvenuto a Dhaka, in Bangladesh, quando in seguito al crollo del complesso produttivo di Rana Plaza, morirono oltre 1100 persone, per lo più ragazze. Un evento drammatico che portò Ursula de Castro e Carrie Sommers a fondare Fashion Revolution perché: «Non si dovesse più morire per la moda». «Allora lanciammo l’hastag WHO MADE MY CLOTHES?» ci spiega Marina «per sollecitare le persone a farsi questa domanda: prima di fare un acquisto chiediamoci chi c’è dietro quel capo di abbigliamento, se chi l’ha fatto ha avuto condizioni salariali e di lavoro sicure e dignitose, che materiali sono stati impiegati, se l’ambiente è stato rispettato». Perché di fatto, ogni volta che acquistiamo qualsiasi oggetto, noi facciamo una scelta ben determinata. A chiacchierare con lei oggi, per capire cosa dovremmo fare, c’è Sara, una studentessa di moda di 20 anni.
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Sesta puntata: La rivoluzione silenziosa delle donne giudici
Oggi una giovane donna può aspirare tranquillamente a fare il magistrato, anzi: la magistrata. Una professione che, fino a pochi decenni fa, era vietata alle donne per una serie di stereotipi che le volevano vittime di umori, bugiarde, malevole, quindi poco credibili. Questi pregiudizi, però, nonostante la rivoluzione dell’arrivo delle donne in magistratura, resistono ancora nelle aule dei tribunali e la giudice della Corte di Cassazione Paola Di Nicola Travaglini lo denuncia nei suoi libri, dove racconta la vita difficile delle donne con la toga, il maschilismo dei colleghi e delle istituzioni e l’incapacità delle donne stesse a guardare il mondo con gli occhi della parità. Nell’ultimo, La giudice, in particolare spiega come la semplice immissione delle donne in magistratura non basti a cambiare le cose, se poi le leggi vengono applicate con sguardo maschile, anche da parte delle stesse donne. A chiacchierare con lei oggi per aiutarci a capire come indossare gli occhiali di genere è Lea, una studentessa di filosofia di 22 anni.
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Settima puntata: Bambine, toccate il cielo
Lei lo sa bene quanti siano i pregiudizi e gli stereotipi che, ancora oggi, rendono la presenza di noi donne nelle professioni tecnico-scientifiche un percorso in salita, pieno di ostacoli. Perché lei è Ersilia Vaudo Scarpetta, astrofisica, chief diversity officer dell’Agenzia spaziale europea e presidente del “Cielo itinerante”, associazione non-profit, che porta il cielo dove non arriva, andando con dei telescopi sopra un pulmino nelle zone di povertà educativa. Un modo per far conoscere ai bambini le meraviglie dello spazio, per aprire nuovi punti di vista, per coltivare la curiosità. Anche verso la matematica, le scienze. Che non sono un mostro spaventoso da cui difendersi. Anzi, sono sono una bellissima avventura. «Ho un sogno: vorrei che un giorno non ci fossero più insegnanti che nei primi anni di scuola dicono a una bambina che non è portata per la matematica» dice Ersilia. Una piccola-grande rivoluzione che abbatte certezze radicate come quelle relative al cosmo di cui parla nel libro Mirabilis (Einaudi). A chiacchierare con lei oggi per aiutarci a capire come riuscire a invertire la rotta c’è Marta, studentessa di comunicazione 20 anni.
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Ottava puntata: Disarmiamo la violenza
A parlarci di antiviolenza è Manuela Ulivi, avvocata civilista di 62 anni, capelli corti e sorriso, accogliente, è arrivata a Milano da ragazza dalla provincia di Mantova con la voglia di cambiare il mondo. Dal 1986, insieme ad altre amiche e colleghe, femministe, dell’Unione Donne Italiane, ha dato vita alla prima Casa di accoglienza delle donne maltrattate in Italia. Da più di 30 anni ascolta, consiglia, difende e costruisce futuri per tutte quelle donne che non pensavano nemmeno di avere un presente. Ad oggi la violenza sembra un fenomeno inarrestabile:, secondo i dati del Viminale, tra gennaio e maggio di quest’anno ci sono già stati 45 femminicidi, di cui 37 in ambito familiare e affettivo. A chiacchierare con lei oggi c’è Veronica, 22 anni, studentessa di Lettere.
Nona puntata: Parliamo di soldi, ti va?
«È grazie alle storie degli altri che vediamo con più chiarezza la nostra. Non c’è nulla da vergognarsi nel non aver gestito i soldi o nell’aver commesso errori». Annalisa Monfreda è un’autrice, giornalista, co-founder e – con parole sue – una che porta le cose a termine. La sua carriera la vede alla guida dei settimanali femminili più amati, i suoi followers la vedono alternarsi tra la danza, le cose belle e le cose serie. Dal 2022 ha co- fondato la piattaforma Rame. L’obiettivo di questo progetto? Aiutare le donne a parlare di soldi. E farlo per bene. A chiacchierare con lei, farsi spiegare come nasce la sua idea e quali sono gli ostacoli più comuni per le donne che vogliono essere finanziariamente serene è Giulia, una studentessa di 24 anni.
Decima puntata: L’elogio della diversità
Francesca Vecchioni, 47 anni, vive in velocità e mette insieme un milione di cose. È attivista, giornalista, scrittrice, presidente e co-founder della Fondazione Diversity, un’associazione che promuove la cultura dell’inclusione nei media, nelle aziende e nella società e che è impegnata nel battere le discriminazioni, qualunque esse siano: di razza, di età, di potenziale economico, di genere. E sul genere Francesca insiste: lei, omosessuale, mamma di due bambine, Nina e Cloe, del suo coming out ne va fiera: «Ho sentito di doverlo dire agli altri per una responsabilità civica» racconta. E per poter vivere la vita che voleva, quella che la faceva stare bene. Un passo non facile, che richiede coraggio. Ma lei il coraggio di vivere una vita sua ce l’ha avuto, impegnandosi anche per gli altri perché tutti possano portare avanti il proprio sé, qualunque esso sia, con normalità. A chiacchierare con lei di diversità e perché oggi sarebbe importante valorizzarla è Giulia, studentessa di comunicazione di 24 anni.
Ogni giovedì esce una nuova puntata dei nostri podcast.
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#Beachangemaker Conversazioni per cambiare il mondo è un podcast di Donna Moderna.
La cura editoriale è di Marta Bonini
La post produzione è di Patrizia Missagia
Il sound design è di Elio Baldi Cantù