Se vostro marito vi chiede di fare frottage, siete preparate? Non è il nome di un cocktail e le frottole non c’entrano. Dietro questa parola, così esotica e romantica, si nasconde una variante hot del piacere in solitaria: ci si sfiora con molta discrezione l’uno sull’altra, quando la situazione non permette di togliersi i vestiti perché si è in pubblico, con troppi occhi addosso. «Non a caso è anche il nome di un’antica tecnica di pittura basata sul principio dello sfregamento» aggiunge Roberta Rossi, psicoterapeuta e sessuologa dell’Istituto di sessuologia clinica di Roma.
«L’arte di sfiorarsi è un gioco che può diventare davvero intrigante ed euforizzante per la coppia».
Una pratica fugace che ricorda un po’ gli slanci “mordi e fuggi” tipici dell’età adolescenziale. E che tiene alta la tensione erotica della coppia, senza che i partner si sentano obbligati a rispettare i tempi e i luoghi canonici del rapporto sessuale vero e proprio, completo di orgasmo e penetrazione. «Il risultato è che si tiene lontano il rischio di ansia da prestazione, sia in lei sia in lui, spostando le emozioni e le sensazioni fisiche dal piano del dove re a quello del piacere, del gioco» spiega la dottoressa Rossi. «È come se si provasse un orgasmo, senza l’obbligo di arrivarci fisicamente».
Quando al desiderio non si resiste, con questo tipo di approccio si ritrova la libertà di lasciarsi andare ad ammiccamenti maliziosi senza che ci sia “premeditazione”. Cioè, in barba al classico «Facciamo l’amore la sera, o nel weekend, liberi da impegni», tutto avviene in modo estemporaneo. «Per esempio durante una festa, al cinema o nel camerino di un grande magazzino» dice la sessuologa. «Attimi in cui ci si può concedere il brivido di un momento, assecondando l’istinto irrefrenabile di scambiarsi piccoli tocchi leggeri. Con le mani si inseguono le linee dei corpi attraverso tessuti impalpabili come il raso e la seta di una gonna o, ruvidi come un paio di jeans».
Ed è proprio la barriera dei vestiti a regalare l’effetto più “dopante” sul desiderio. «Perché il fatto di non potersi spingere oltre le carezze aumenta il piacere della sfida» sottolinea l’esperta. Per riscoprire, così, la gioia di tornare a sedursi proprio come due ragazzini.