Altro che peperoncino! Se volete un piatto dagli effetti eccitanti (e scientificamente provati), meglio un risotto allo zafferano o un caffè al ginseng. I suggerimenti “piccanti” arrivano da un nuovo studio canadese pubblicato sulla rivista Food Research International che fa il punto su tutte le ricerche condotte finora nel campo degli afrodisiaci. E svela che anche la noce moscata, la yohimbina (estratto dalla corteccia di un albero africano) e la radice di Maca (senape delle Ande) aumentano la libido.
«Gli afrodisiaci sono sostanze usate da migliaia di anni, ma le prove a supporto delle loro proprietà erotizzanti finora erano insufficienti» dice Massimo Marcone, docente di Scienze dell’alimentazione all’Università di Guelph (Ontario), autore dell’indagine. «Noi abbiamo analizzato 150 test internazionali, ma solo pochi hanno superato l’esame».
Promossi a pieni voti, a sorpresa, zafferano e ginseng (nella varietà Panax). «Diversi esperimenti ne mostrano le virtù positive sulla funzionalità erettile e sul desiderio delle donne in menopausa» spiega l’esperto. «Ma sono anche “euforizzanti”, perché aumentano l’eccitazione e la soddisfazione sessuale in uomini e donne».
Come usarli in un menu hot? «Aromatizzare al ginseng le bevande e assumere 200 milligrammi di zafferano per 10 giorni durante i pasti, può regalare nuovo sprint al piacere» consiglia l’esperto. Meglio rinunciare, invece, ai peccati di gola. Fra i bocciati eccellenti, per esempio, c’è il cacao. «Sull’eros non ha effetti, ha solo un potere salvaumore dato dalla feniletamina, che influenza i livelli di serotonina ed endorfina nel cervello» racconta Marcone. Rimane il dubbio su zenzero, chiodi di garofano e noce moscata. «Li stiamo valutando, in attesa di altre prove scientifiche: funzionano sulle cavie, ma una cosa è la libido di un topolino, un’altra il corpo umano» aggiunge l’esperto. Bisogna tenersi alla larga anche dall’ultima mania scoppiata sul Web, quella delle capsule a base di Cantaride e Rospo bufo bufo. Marcone avverte: «Non sono solo inefficaci, ma anche pericolose, perché tossiche».