Se la digestione è lenta o dà problemi come acidità e crampi, la dieta è da rivedere. Ecco i consigli giusti per chi soffre di dispepsia

Gli abbinamenti di cibi incompatibili, possono generare anche stitichezza. Qui, qualcosa da sapere sulla stipsi, problema al femminile

Cappuccino? Purché non sia un'abitudine

Latte e caffè, digestione in allarme

Uno degli abbinamenti alimentari più amati, è il connubio latte e caffè. Sia sotto forma di caffelatte, sia nelle vesti di cappuccino. Cornetto e cappuccio così come caffè, latte e biscotti, sembrano essere ancora tra le colazioni più apprezzate dagli italiani.

Il caffè, infatti, viene vissuto come indispensabile per il risveglio di mente e corpo, mentre il latte ha quell’effetto dolce-rassicurante che riporta all’infanzia. Cornetto e biscotti, poi, non fanno che amplificare il ruolo “gratificante” di questa colazione.

Ma il mix latte e caffè non è invece gradito al nostro stomaco né lo è al nostro intestino. Perché? Perché la proteina del latte, caseina, è già complessa da digerire per molti (infatti, non tutti producono gli stessi enzimi e non tutti sono in grado di consumare latte e latticini) e, abbinata alla caffeina, forma un miscuglio complicato da “elaborare” per lo stomaco.

Inoltre, il caffè funge spesso da bevanda anti-stipsi e quindi può accentuare la dissenteria derivata da cattiva digestione del latte. Ma può accadere anche il fenomeno contrario ovvero che le proteine del latte (soprattutto se questo è intero) blocchino l’intestino e portino a stipsi ostinata e cronica.

Dunque, sì al cappuccino una tantum, come coccola, ma non tutti i giorni. Quotidianamente è consigliabile consumare il caffè da solo e il latte lontano dalla caffeina. Ancor meglio, si può optare per il connubio espresso e latte vegetale: digeribile e (quasi) altrettanto gustoso.

Carne e legumi, eccesso di proteine

Spezzatino con piselli: meglio evitare

Compaiono spesso sulle nostre tavole e sono capisaldi di molte tradizioni culinarie regionali: parliamo degli abbinamenti di carne e legumi. Lo spezzatino con i piselli ne è solo un esempio ma annoveriamo in questa ben poco salutare categoria, anche la carne con i fagioli.

Il motivo principale per cui questi alimenti non andrebbero mai accostati in un solo pasto, è che entrambi sono proteine. Di diversa origine, ma comunque cibi altamente proteici.

Tra la carne e i legumi, i secondi sono proteine di origine vegetale e quindi, in confronto alla carne, vantano: meno grassi, più fibra e nessun ormone. Quindi, se si sceglie di consumare un piatto di legumi, si opta per un menu senza dubbio salutare e che raggiunge il massimo picco benefico in abbinamento ai cereali (meglio ancora se integri). Legumi e cereali insieme, infatti, formano aminoacidi ovvero proteine (vegetali).

Se invece non si vuol rinunciare alla carne, è opportuno consumarla insieme a grandi quantitativi di verdura fresca e cotta: insalate, pomodori, spinaci e broccoli sono le scelte migliori. I vegetali, infatti, contengono antiossidanti che contrastano (un minimo) l’effetto ossidante delle proteine animali. Queste ultime rilasciano radicali liberi e sono responsabili di molte patologie degenerative e di cattiva digestione.

Attenzione a non confondere verdura e legumi. Questi ultimi sono solo: lenticchie, fagioli, ceci e piselli. Tra le leguminose, i piselli sono la varietà che più si avvicina alle proprietà della verdura. Invece, la tipologia di legume più proteica (e quindi da tener lontana dalla carne) sono i fagioli.

Tè, meglio con il limone

Non fate come gli Inglesi

Il delle cinque è certamente un’abitudine anglosassone ormai esportata in tutto il mondo. Il tradizionale tè pomeridiano prevede l’aggiunta di latte, oltre a numerosi grassi derivati da burro, mascarpone e dolcetti vari.

L’abitudine di aggiungere il latte al tè ha ormai fatto il giro del mondo e anche da noi sembra aver coinvolto molti estimatori della tazza di tè. In realtà, il consumo di tè è altamente benefico, in ogni sua variante: verde come sciogligrassi e antitumorale, nero per risvegliare la mente, rosso per i polifenoli…

Una tazza di buon tè è, quindi, un’ottima assicurazione naturale per la nostra salute e gli amici di corpo e mente si chiamano tannini, polifenoli e catechine.

Tutte queste sostanze benefiche, però, si indeboliscono nella loro azione antitumorale e antiossidante se viene aggiunto il latte. La “colpa” è sempre della caseina: molto meglio aggiungere il succo di limone fresco. Anzi, la vitamina C contenuta negli agrumi (soprattutto nella scorza) funge da potenziatore naturale degli antiossidanti del tè e quindi è assolutamente consigliata.

Infine, una tazza di tè con limone risulta immediatamente più digeribile rispetto alla stessa bevanda addizionata di latte.

Spremuta, latte e cereali: lo stomaco protesta

Una colazione (quasi) perfetta

Pare che i peggiori abbinamenti alimentari, si mostrino nel momento della colazione. Un altro accostamento molto frequente sulle nostre tavole, è il mix latte e cereali, consumato insieme al bicchiere di spremuta di arancia.

Latte e cereali in sè sono un abbinamento nutrizionale potenzialmente buono, con qualche accortezza: che i cereali siano poveri di zuccheri e che il latte sia quantomeno scremato.

Ma spesso, a questa colazione rapida e gettonata, viene unito anche il classico bicchiere di spremuta (o succo) di arancia. L’intento, corretto, è quello di fornire all’organismo una buona dose di vitamina C sin dal mattino. In realtà, la spremuta fresca d’arancia a colazione è ottimale ma non insieme al latte.

Provate a consumare uno yogurt, bevendo del succo di agrumi: il risultato sarà un’aumentata acidità gastrica, con conseguente rallentamento della digestione e probabile disagio intestinale.

Quindi, per iniziare bene la giornata, meglio un buon bicchiere di spremuta e poi a metà mattina una merenda a base di yogurt o cereali. Oppure, latte e cereali di primo mattino e succhi di frutta come break mattutino.

No a pasta e pane insieme, per la linea

La scarpetta lasciamola alle magre

Ce l’hanno inculcato probabilmente sin da piccole: se mangi la pasta non mangiare il pane, e viceversa. Lo stesso per quanto riguarda pasta e patate o pane e patate.

La motivazione di questo diktat alimentare, fondata, è che un pasto del genere presenta un quantitativo di amidi eccessivo e un mancato apporto proteico, a meno che la pasta non sia condita con un sugo di carne, pesce o legumi.

In ogni caso, meglio fornire all’organismo un quantitativo equilibrato di carboidrati, senza eccedere. Il carboidrato è comunque uno zucchero e, come tale, va ad incidere sull’apporto calorico del pasto e sul suo indice glicemico.

Inoltre, il lievito del pane associato ad altri carboidrati, può provocare gonfiore addominale e senso di pesantezza. Non da meno, il problema sonnolenza: se in pausa pranzo consumate un piatto di spaghetti e un panino, dovrete lottare con un bisogno impellente di siesta.

L’effetto sonnolenza di un surplus di carboidrati, è dato dalla serotonina contenuta negli zuccheri. Sempre per colpa-merito della serotonina, però, una “bomba” di carboidrati potrebbe far impennare l’umore verso l’alto. Ma attenzione, è un effetto assolutamente momentaneo!

In conclusione, quindi, pane e pasta insieme non fanno male alla salute (eccetto che per i diabetici) ma non sono il top per linea e mente lucida. Meglio scegliere e, comunque, optare sempre per i carboidrati integrali: l’indice glicemico, perlomeno, rimarrà entro limiti accettabili.

Frittata al formaggio: colesterolo doppio

Uova e latticini, meglio separarli

Quante volte, preparando una semplice frittata abbiamo avuto la tentazione di aggiungere formaggio per insaporirla o, ancora peggio, condirla con formaggio o burro fuso per onorare l’omelette alla francese…Questa azione culinaria, all’apparenza innocua, in realtà è un doppio errore: troppe proteine e troppo colesterolo cattivo.

Partiamo dalla questione colesterolo, sia le uova (il tuorlo) sia il formaggio (soprattutto quello stagionato e grasso) ne contengono in quantità. E non si tratta di grassi buoni, il colesterolo “benefico” infatti è solo quello dei celebri Omega 3 e Omega 6 (acidi grassi essenziali), derivante soltanto dal consumo di pesce, legumi e semi oleosi.

Inoltre, non dimentichiamo che sia l’uovo sia il formaggio sono fonti proteiche dunque, consumandoli insieme, si eccede nell’apporto proteico complessivo del pasto. Effetti? Digestione rallentata, produzione di chetoni (i responsabili dell’acetone), gotta, accumulo di sostanze ossidanti nell’intestino, surplus di lavoro per i reni.

Il mix salutare, invece, vede le uova abbinate alla verdure (frittata con ortaggi, per esempio o ancora uovo al tegamino con asparagi) e i formaggi (meglio se in versione fresca e magra) consumati insieme a verdura cotta e cruda.

In questo modo si introdurranno fibre in grado di “catturare” e smaltire parte dei grassi ingeriti con il tuorlo o con le proteine del formaggio.