Noi italiani siamo famosi per la buona tavola.

Peccato però che le pietanze siano piene di sale. Secondo le indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, dovremmo assumerne al massimo 5 grammi al giorno, in realtà ne usiamo molto di più: dallo studio Minisal presentato all’ultimo congresso nazionale della Società Italiana Ipertensione Arteriosa, appena conclusosi a Roma, emerge che gli uomini ne prendono ogni giorno 11,2 g, le donne 8,5 g. Il problema è che il sale è composto al 60% di cloro e al 40% di sodio, un minerale che non dev’essere introdotto in dosi eccessive.

Perché abbondare, alla lunga, spiana la strada al restringimento delle arterie e quindi alla pressione alta. Il che, a sua volta, aumenta le probabilità di sviluppare malattie cardiovascolari, compromettere il funzionamento dei reni e subire un ictus. D’altra parte, il sodio è anche una delle sostanze di cui abbiamo bisogno per stare bene. Presente nelle giuste quantità serve per la trasmissione degli impulsi nervosi e per regolare l’idratazione corporea. Come fare, quindi, per regolarsi e non esagerare?

L’Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (Inran) ha pubblicato un documento in cui mostra che il 10% di sodio è contenuto allo stato naturale negli alimenti, il 36% viene aggiunto in cucina o in tavola e il 54% si assume con i cibi “trasformati”, pane, biscotti, crackers, cereali, salumi, salse eccetera. «Per prima cosa bisogna evitare di aggiungere sale alle pietanze (sfruttate invece i profumi e i sapori delle erbe aromatiche e delle spezie) e limitare il consumo di cibi confezionati» dice il professor Alberto Morganti, presidente della Società Italiana di Ipertensione Arteriosa. «E poi è importante arricchire l’alimentazione con cibi che contengono molto potassio. Questo elemento, infatti, ha un effetto dilatatore sui vasi sanguigni, fondamentale per mantenere la pressione bassa».

Quali cibi ne sono più ricchi? Probabilmente a tutti viene in mente la banana (350 mg di potassio per etto), ma ce ne sono tanti altri che ne contengono di più, per esempio, il petto di pollo, le patate. «Particolare attenzione alla presenza di potassio nell’alimentazione devono farla le donne in menopausa » raccomanda il professor Morganti. «In questa fase della vita, la produzione di estrogeni, che rappresentano anche una difesa contro le malattie cardiovascolari, diminuisce drasticamente. È ancora da dimostrare, ma sembra ci sia una correlazione tra quest’aspetto e gli aumenti di pressione tipici della menopausa. A maggior ragione, conviene quindi stare attente all’eccessivo consumo di sale e mangiare più cibi ricchi di potassio».

SULLA CARNE MEGLIO LE SPEZIE

Siete abituate a salare tanto la bistecca? Sforzatevi di non esagerare. Spiega il professor Morganti: «I cibi grassi, come alcuni tagli di carne, richiedono molto sale per essere insaporiti, perché la parte lipidica, essendo povera di acqua, non permette al minerale di sciogliersi e di penetrare in profondità. Spezie e aromi, invece, si legano volentieri ai grassi, quindi anche ai condimenti, rendendo i piatti tutt’altro che “sciapi” e decisamente più sani».

INIZIA SUBITO

Il segreto per non mangiare troppo salato è abituarsi al gusto naturale degli alimenti sin da piccolissimi. «I pediatri si muovono già in quest’ottica di prevenzione e, infatti, invitano i genitori a non salare le pappe almeno per tutto il primo anno di vita» dice il professor Morganti. «Gli adulti, invece, possono imparare evitando di mettere la saliera in tavola e rieducando via via il palato con alimenti meno salati. Le riduzioni graduali permettono una sorta di “resetting” del gusto e aiutano le persone ad accettare un sapore diverso, fino ad abituarsi».